fbpx Giorgio Napolitano incontra il Gruppo 2003 | Scienza in rete

Giorgio Napolitano incontra il Gruppo 2003

Read time: 3 mins

Innovazione e capacità competitiva di importati settori della nostra economia legati ai risultati della ricerca scientifica

"Sono molto lieto che uno degli ultimi incontri che tengo qui in Quirinale prima della scadenza imminente del mio settennato sia con voi, con i rappresentanti della ricerca, perché è uno dei temi su cui mi sono personalmente più impegnato nel corso di questi sette anni". Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, incontrando al Quirinale una delegazione dell'Associazione Gruppo 2003 per la Ricerca Scientifica nel 10° anniversario di fondazione.

"Ce l'ho messa tutta - ha aggiunto il Capo dello Stato - e debbo dire onestamente che già da quando si è aperta la polemica sui cosiddetti 'tagli lineari alla spesa pubblica' e quando si è spostato l'accento sul concetto di spending review il punto che mi premeva era che da ciò emergessero delle priorità nell'impiego delle risorse finanziarie pubbliche. Questo è risultato molto difficile : le resistenze, le chiusure, diciamo pure la forza d'inerzia, sono risultate più forti. La dialettica è stata abitualmente tra Ministri della Ricerca dell'Università e Ministri dell'Economia e abbiamo qualche volta discusso anche in modo pungente".

"Quante volte ho citato - ha detto il Presidente Napolitano - l'esempio della Cancelliera tedesca che aumentava gli investimenti pubblici di ricerca nel momento in cui si poneva dei problemi di contenimento della spesa pubblica e di riduzione del tendenziale deficit di bilancio. La Cancelliera Merkel, anche di recente, parlando al Parlamento europeo, ha posto il problema dell'enorme diversità di impegni che ci sono tra paese e paese dell'Unione. Noi ci stiamo ponendo il problema di che cosa debba significare realmente una Unione economica e monetaria e, in prospettiva, una Unione politica, se si debba andare verso una maggiore integrazione e se questo non comporti che non ci sia più, come la signora Merkel diceva, 'un paese che investe il 7% del suo prodotto lordo nella ricerca scientifica e un paese che investe l'1%' e questo spiega anche molte cose nelle diverse performance delle economie dei paesi membri dell'Unione e ne vediamo e ne conosciamo le ricadute. Quindi il convincimento che vi anima è da me pienamente condiviso ed è stato, nella misura del possibile, da me esternato e trasmesso".

"Lo dicevo proprio ieri in occasione della Giornata della Qualità Italia - ha aggiunto il Capo dello Stato - che in realtà dimostra quali siano le ricadute in termini di innovazione e quindi di capacità competitiva di importantissimi settori della nostra economia, dei risultati della ricerca scientifica. Finita la campagna elettorale si dovrà tornare all'ordine del giorno e all'ordine del giorno ci sono problemi molto grossi, antichi e nuovi nodi non sciolti nel corso dei passati decenni, nuove tensioni e contraddizioni da superare. Posso fare e farò quello che mi riesce anche nella più limitata funzione di membro del Senato della Repubblica, che è comunque un'Assemblea chiamata anch'essa a discutere e decidere su questi problemi".

"Comunque - ha concluso il Presidente Napolitano - c'è moltissimo da fare e dovete tenere duro".

Fonte: Presidenza della Repubblica

Autori: 
Sezioni: 
Politica della ricerca

prossimo articolo

Diagnosi di HIV in crescita dopo il COVID: i numeri del 2023

Dopo la pandemia di Covid-19, per la prima volta da quasi dieci anni, sono aumentate in Italia le infezioni da HIV, molte delle quali diagnosticate in fase già avanzata (AIDS), soprattutto tra le persone eterosessuali. Sono alcuni dai dati che emergono dal report del Centro Operativo AIDS (COA) dell’Istituto Superiore di Sanità e che, in occasione della Giornata mondiale contro l'AIDS che si celebra il 1 dicembre, riportiamo in questo articolo.

Le diagnosi di infezione da HIV continuano ad aumentare, invertendo la decrescita che, prima della pandemia di Covid-19, durava da quasi dieci anni. Secondo i dati pubblicati dal Centro Operativo AIDS (COA) dell’Istituto Superiore di Sanità, nel 2023 sono stati registrati 2.349 nuovi casi, che arrivano a circa 2.500 tenendo conto delle segnalazioni ancora da registrare.