fbpx "Alla prova dei fatti": dialogo tra scienza e diritto | Page 12 | Scienza in rete

"Alla prova dei fatti": dialogo tra scienza e diritto

Read time: 3 mins

Dall’Aquila all’Ilva, dai pronunciamenti di vari tribunali su questioni di bioetica, il rapporto tra scienza e diritto sta diventando sempre più intenso, articolato e complesso. Come entra la scienza nell’attività dei tribunali? Quale rapporto si è creato fra scienza e giustizia a seguito dell’imponente sviluppo delle scienze della vita e delle neuroscienze in tempi recenti? In che misura la scienza influisce sulla libertà personale dell’indagato? Cosa si intende quando si parla di “effetto CSI”? Questi saranno solo alcuni dei temi di grande attualità della prossima giornata tematica organizzata dal MaCSIS - Master in Comunicazione della Scienza e dell’Innovazione Sostenibile dell’Università Milano-Bicocca, in collaborazione con Scienzainrete e Triwu.

L’evento intitolato “Alla prova dei fatti. Dialogo tra scienza e diritto” avrà luogo giovedì 14 Marzo, presso l’Aula Antonio de Lillo (edificio U7, secondo piano) dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca.

Oggi la scienza ha assunto un ruolo molto più rilevante rispetto al passato nei tribunali, al punto che si potrebbe ipotizzare che nasca una “scienza in tribunale”, con le sue problematiche specifiche e, forse, differenze epistemologiche. Attenzione particolare, inoltre, meritano le bioscienze e le neuroscienze, per il modello di essere umano che ne emerge e per le tecnologie di indagine del comportamento, dalle macchine della verità, ai predittori biologici della pericolosità sociale.

Introdurrà la giornata Amedeo Santosuosso, una grande esperienza da Giudice presso il Tribunale di Milano e attuale Presidente dell’European Centre for Law, Science and New Technologies (ECLT) presso l’Università degli Studi di Pavia, analizzando l’attività di giuristi e tribunali in conseguenza dell’accelerazione scientifica e delle tecnologie convergenti. Seguirà Carlo Alberto Redi, Accademico dei Lincei e professore ordinario di Zoologia e Biologia dello Sviluppo presso l’Università di Pavia, nonché Membro del Comitato Direttivo del Centro interuniversitario MaCSIS. Ha organizzato per anni l’Open Lab presso il collegio Ghislieri di Pavia, laboratorio biotecnologico rivolto a giornalisti e altre figure professionali. Nel suo intervento affronterà il rapporto tra biologia e diritto. Emanuela Gambini, docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e nel Master MaCSIS, esaminerà il ruolo che hanno gli esperti scientifici nella determinazione della verità processuale. Luca Sammicheli, docente presso l’Università degli Studi di Bologna, affronterà invece i rapporti tra diritto e scienze del comportamento, con particolare attenzione al recente sviluppo delle neuroscienze. Giovanni Sabato, giornalista scientifico, esaminerà il ruolo di scienziati (genetisti, antropologi forensi, statistici, medici, psicologi, esperti di immagini satellitari ecc.) nell’accertamento di abusi dei diritti umani nella ricerca dei desaparecidos argentini, nei lavori della commissione Onu sul Darfur o del Tribunale per la ex Jugoslavia, e nella redazione dei rapporti di Amnesty International sulla Libia e la Siria. Infine Andrea Rossetti, docente di Filosofia del diritto e Informatica giuridica presso l‘Universita' di Milano-Bicocca, discuterà della natura e della struttura del linguaggio giuridico, ossia il linguaggio usato dai giudici e dal legislatore, un linguaggio intrinsecamente pragmatico, amministrato, in cui il significato di molti termini può essere posto da particolari soggetti (il giudice e il legislatore). Tale linguaggio, a differenza di quello dello scienziato, deve necessariamente fondarsi sul linguaggio ordinario, perché deve essere comprensibile da tutti i cittadini.
E proprio in questo senso il giudice è concepito nel diritto positivo italiano come “peritus peritorum”.

L'incontro sarà moderato da Pietro Greco, giornalista scientifico e condirettore di Scienzainrete, dove verranno pubblicati gli approfondimenti sul tema preparati dagli studenti del MaCSIS.

La partecipazione è aperta a tutti, per maggiori informazioni si può contattare la segreteria del master all'indirizzo e/mail: [email protected] 

Autori: 
Sezioni: 
MACSIS

prossimo articolo

La COP29 delude. Ma quanti soldi servono per fermare il cambiamento climatico?

Il presidente della COP 29 di Baku, Mukhtar Babayev, chiude i lavori con applausi più di sollievo che di entusiasmo. Per fortuna è finita. Il tradizionale tour de force che come d'abitudine è terminato in ritardo, disegna un compromesso che scontenta molti. Promette 300 miliardi di dollari all'anno per aiutare i paesi in via di sviluppo ad affrontare la transizione, rimandando al 2035 la "promessa" di 1.300 miliardi annui richiesti. Passi avanti si sono fatti sull'articolo 6 dell'Accordo di Parigi, che regola il mercato del carbonio, e sul tema della trasparenza. Quella di Baku si conferma come la COP della finanza. Che ha comunque un ruolo importante da giocare, come spiega un report di cui parla questo articolo.

La COP 29 di Baku si è chiusa un giorno in ritardo con un testo variamente criticato, soprattutto dai paesi in via di sviluppo che hanno poca responsabilità ma molti danni derivanti dai cambiamenti climatici in corso. I 300 miliardi di dollari all'anno invece dei 1.300 miliardi considerati necessari per affrontare la transizione sono stati commentati così da Tina Stege, inviata delle Isole Marshall per il clima: «Ce ne andiamo con una piccola parte dei finanziamenti di cui i paesi vulnerabili al clima hanno urgentemente bisogno. Non è neanche lontanamente sufficiente.