Come spiegare la presenza di gocce di pioggia di varie dimensioni? Il modello più gettonato chiama in causa il verificarsi di urti reciproci tra le gocce durante la loro caduta, urti che distruggono le gocce originarie e generano goccioline più piccole. Secondo lo studio di Emmanuel Villermaux (Université Aix-Marseille) e Benjamin Bossa (Institut Universitaire de France) appena pubblicato su Nature Physics, però, il processo è di gran lunga più semplice.
Ricorrendo a riprese ad alta velocità (1000 immagini al secondo), Villermaux e Bossa hanno studiato la caduta di una goccia d'acqua in presenza di un getto d'aria ascendente e hanno potuto constatare come la goccia, dopo essersi gonfiata come un paracadute, finisca col frammentarsi in goccioline più fini. Un processo che, secondo i due ricercatori, è sufficiente a giustificare la grande varietà di dimensioni tra le gocce di pioggia senza ricorrere agli urti reciproci.
Al di là della correttezza o meno del nuovo modello, ci piace riportare la risposta di Villermaux a chi gli chiedeva il perchè di uno studio che difficilmente potrà avere applicazioni pratiche: "E' solo per il piacere di conoscere" - ha detto. Fantastico.
- Link (ScienceNOW): http://sciencenow.sciencemag.org/cgi/content/full/2009/720/2
- Link (Nature Physics): http://www.nature.com/nphys/journal/vaop/ncurrent/abs/nphys1340.html