fbpx Rilanciamo la storia della chimica | Scienza in rete

Rilanciamo la storia della chimica

Primary tabs

Tempo di lettura: 3 mins

Tralasciando il ventennio fascista, durante il quale vide la luce l’Istituto Italiano di Storia della Chimica e ci si adoperò con zelo “patriottico” per esaltare l’apporto italiano alle conquiste della chimica, il bilancio nostrano di questa disciplina non è fra i migliori. Certo non sono mancati studiosi di fama internazionale, ricerche pregevoli, libri (pochi) e l’attenzione di riviste qualificate, ma la storia è rimasta in coda agli interessi dei chimici e la bibliografia non è confrontabile con quella degli altri settori disciplinari. Il chimico e storico Aldo Mieli (Livorno, 1879 – Buenos Aires, 1950) rimane ancor oggi, forse, la figura di studioso che più contribuisce a salvare il nostro Paese dall’anonimato internazionale. Eppure, non si può dire che la storia della chimica non susciti curiosità e, talvolta, un’accesa passione.

Che cosa manca dunque ai chimici per tramutare l’interesse amatoriale in impegno di lavoro? E’ probabile che la risposta stia nel mancato riconoscimento da parte della comunità scientifica del valore della ricerca storica e nella conseguente penalizzazione dei suoi cultori nei concorsi universitari. L’analisi porterebbe a considerazioni troppo amare da digerire. Meglio rispondere con un impegno concreto che sia d’esempio ai giovani e possa rassicurare gli incerti, in bilico fra ideali e carriera. Così, vent’anni fa, nacque il Gruppo Nazionale di Fondamenti e Storia della Chimica (GNFSC), dopo il I Convegno di Storia della Chimica (Torino 7-8 febbraio 1985). A quel primo Convegno ne sono seguiti tredici, l’ultimo dei quali si è tenuto a Rimini, sede staccata dell’Università di Bologna nel 2011. Gli Atti dei Convegni, redatti in forma estesa, sono stati pubblicati  dall’Accademia dei XL nelle serie delle “Memorie di Scienze Fisiche e Naturali” dei suoi “Rendiconti”. La storia del GNFS è infatti legata all’Accademia perché Giovanni Battista Marini Bettòlo, che nel 1986 la presiedeva, fu tra i promotori dell’istituzione del Gruppo stesso e gli offrì una sede. Marini Bettòlo fu anche il primo Presidente del Consiglio Direttivo. Il Gruppo ha bisogno di nuove energie perché il ricambio è insufficiente. I giovani chimici che si dedicano alla storia della loro disciplina si contano sulle dita di una mano perché (come dar loro torto?) sono preoccupati per il loro futuro accademico. Perciò è necessario che i chimici operanti nella Scuola, nell’Università, nella Professione o nell’Industria, interessati alla storia per diletto o per mestiere, stiano uniti e trovino ancora nel Gruppo un sicuro punto di riferimento. Va poi ricordato che il Gruppo è uno dei pochi organismi in cui si creano occasioni d’incontro con studiosi di area diversa perché vi aderiscono numerosi e qualificati storici della scienza di area umanistica.

Ai chimici perplessi o agli scettici non resta che ricordare ciò che scrisse il matematico Enriques: “Non stupitevi se mi vedete occuparmi di storia e magari di filosofia: questa non è che l’altra faccia dell’onesto lavoro dello scienziato.”

Quest’anno, per la prima volta, la sede bolognese dell’Alma Mater Studiorum ospiterà,  presso il Dipartimento di Chimica Industriale “Toso Montanari”, il Convegno di Storia e Fondamenti della Chimica. E’ il XV della serie e può costituire una preziosa occasione di rilancio di questa disciplina.
Il Convegno è in programma dal 18 al 20 settembre e comprenderà conferenze a invito, comunicazioni orali e comunicazioni poster inerenti gli argomenti che rientrano tradizionalmente nei campi d’interesse del GNFSC .
Come in passato, il programma del Convegno sarà strutturato in maniera tale da mettere in risalto, mediante interventi particolarmente qualificati, anniversari di particolare rilievo per la chimica e discipline collegate. Di conseguenza, poiché nel 2013 ricorre il 50° anniversario dell’attribuzione del premio Nobel per la Chimica a Karl Ziegler e Giulio Natta (1963), è prevista una sessione speciale dedicata principalmente al contributo del nostro illustre connazionale. Parteciperanno esponenti del mondo accademico già appartenenti alla scuola di Natta, nonché figure di spicco del mondo industriale. 
Il Convegno è patrocinato dalla Società Chimica Italiana, dall’Associazione Italiana di Scienza e Tecnologia delle Macromolecole e dalla Società Italiana per la Storia della Scienza

Altre informazioni sono disponibili a questo indirizzo.


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Ostacolare la scienza senza giovare agli animali: i divieti italiani alla sperimentazione

sagoma di macaco e cane

Divieto di usare gli animali per studi su xenotrapianti e sostanze d’abuso, divieto di allevare cani e primati per la sperimentazione. Sono norme aggiuntive rispetto a quanto previsto dalla Direttiva UE per la protezione degli animali usati a fini scientifici, inserite nella legge italiana ormai dieci anni fa. La recente proposta di abolizione di questi divieti, penalizzanti per la ricerca italiana, è stata ritirata dopo le proteste degli attivisti per i diritti degli animali, lasciando in sospeso un dibattito che tocca tanto l'avanzamento scientifico quanto i principi etici e che poco sembra avere a che fare con il benessere animale.

Da dieci anni, ormai, tre divieti pesano sul mondo della ricerca scientifica italiana. Divieti che non sembrano avere ragioni scientifiche, né etiche, e che la scorsa settimana avrebbero potuto essere definitivamente eliminati. Ma così non è stato: alla vigilia della votazione dell’emendamento, inserito del decreto Salva infrazioni, che ne avrebbe determinato l’abolizione, l’emendamento stesso è stato ritirato. La ragione?