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Il morso del pipistrello

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Potrebbe essere stato risolto il mistero dei pipistrelli dal muso rugoso (Centurio senex). Finora gli zoologi si sono infatti interrogati sulle ragioni evolutive che hanno condotto questi strani animali, che vivono nel sud del Messico e sono molto difficili da vedere, a sviluppare la particolare forma del cranio che li contraddistingue, rendendo particolarmente sgradevole il loro aspetto. Elizabeth Dumont e i suoi colleghi della University of Massachusetts ad Amherst hanno scoperto che la curiosa struttura ossea consente a questi piccoli mammiferi di avere fauci molto più potenti rispetto ad altri pipistrelli della stessa dimensione che si nutrono di frutti, avvicinandole per forza a quelle dei predatori molto più grandi. «Il fenomeno si spiega in due modi» commenta la zoologa statunitense: «o nel loro habitat naturale questi animali si nutrono di frutti più duri di quanto noi pensiamo, oppure questa caratteristica evolutiva rispecchia esigenze ambientali ormai superate ma che hanno lasciato il segno».

J Zool advance online publication doi:10.1111/j.1469-7998.2009.00618.x

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ZOOLOGIA

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Anche dove la natura sembra intatta, la biodiversità vegetale è spesso incompleta: lo rivela uno studio globale che dimostra come molte piante autoctone siano assenti dai loro habitat naturali a causa dell’impronta ecologica umana

Crediti immagine: Tobias Tullius/Unsplash

Una delle immagini più ricorrenti quando si parla di perdita di biodiversità è quella di una foresta pluviale in fiamme o assediata da ruspe e scavatori, la nuda terra a prendere il posto di una lussureggiante vegetazione. Meno facile pensare che, anche a centinaia di chilometri dal punto in cui le piante sono divorate dal fuoco o buttate giù, anche in luoghi in cui la foresta pare florida e variegata, la biodiversità si sta erodendo.