Il Gruppo2003 è nato otto anni fa sulla base dell'urgenza, condivisa dai più rilevanti scienziati italiani, di un rilancio della ricerca e della cultura scientifica, considerandole elemento essenziale del progresso intellettuale, materiale e civile del Paese. Da allora il Gruppo 2003 si adopera per stabilire anche in Italia condizioni di normalità; l'applicazione cioè di quelle regole di valutazione e meritocrazia, aperte al talento, ai giovani e alla professionalità – che da anni sono realtà all’estero – per promuovere il rilancio della ricerca e della scienza a tutti i livelli della nostra società. Oggi, visto il degrado della vita politica del nostro Paese e della nostra economia, in un momento così drammatico sul piano internazionale, questi principi sono in noi più forti che mai e trovano corrispondenza nella prospettiva concepita dal Capo dello Stato di favorire il rinnovamento del tessuto politico del Paese. E' per tutti motivo di speranza che si proponga per la guida del Governo il senatore Mario Monti, autorevole e competente, profondo conoscitore dei meccanismi economici e sociali, nazionali e internazionali, che muovono il mondo nella complessità della globalizzazione. Siamo pienamente consapevoli di quanto Mario Monti tenga in considerazione il ruolo della ricerca, della scienza e della formazione, per lo sviluppo pacifico e per il rilancio del nostro Paese. Contiamo che la sua candidatura sia accolta con soddisfazione e fiducia dal mondo della ricerca e da tutti coloro che da tempo chiedono un cambiamento radicale sotto il profilo etico, politico e sociale per il nostro futuro in Europa.
Fate presto
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La salute di giovani transgender in mani transfobiche?
A metà maggio il ministro della Salute e la ministra della Famiglia, natalità e pari opportunità hanno firmato un decreto che istituisce un tavolo congiunto sulla disforia di genere i cui 29 membri dovranno effettuare «una ricognizione delle modalità di trattamento». Un paio di giorni dopo la ministra ha esplicitato che per lei l’identità sessuale deve rimanere binaria, come vuole la biologia, dimostrando di ignorare quello che la biologia riconosce da tempo: un ampio spettro di identità di genere. Abbastanza per temere che l’approccio di lavoro di questo tavolo possa essere guidato più dall’ideologia che dalla ricerca scientifica.
Crediti: Foto di Katie Rainbow/Unsplash
Suona davvero un po’ beffardo. Solo pochi giorni fa il ministro della Salute Orazio Schillaci e la ministra della Famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella hanno firmato un decreto che istituisce un tavolo tecnico di approfondimento sulla disforia di genere «per una ricognizione delle modalità di trattamento di tale condizione nel territorio nazionale».