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Cambiamento climatico a Signy Island

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“Crowd”, ovvero gente, e “outsourcing”, cioè l’esternalizzazione di un’attività, accessibile attraverso la fruizione di dati: il crowdsourcing altro non è che una forma di progetto condiviso in una comunità virtuale – wikipedia è l’esempio più popolare di una simile attività opensource.
 Se il progetto prevede poi anche una mappa – una crowdmap, in questo caso - i dati e le informazioni, oltre che open, diventano di più immediata e facile intuizione.

Permafrostsigny è a prima vista un semplice blog, gestito da un singolo autore. Ma, in realtà,  ha una marcia in più rispetto allo standard di pubblicazione di post (e commenti associati) con cui chiunque può dar voce alle proprie opinioni. Questo blog comprende, infatti, molte delle caratteristiche del crowdsourcing, raccogliendo inoltre preziose informazioni legate alla ricerca scientifica. L’idea nasce da Luca Palo, geologo del Dipartimento tematico Geologia e dissesto di Arpa Piemonte e specializzato in Scienza e alta tecnologia. L’autore di Permafrostsigny  è stato già impegnato in passato in una spedizione in Antartide, nell’ambito del progetto “Permafrost, Cambiamento Climatico ed Ecosistemi” del PNRA (Programma Nazionale Ricerche in Antartide) coordinato dall’Università dell’Insurbia, finalizzato a raccogliere informazioni dal suolo ghiacciato del Signy, riconducibili ai fenomeni di cambiamento climatico.

Palo è partito recentemente per una nuova spedizione (la 28esima) sul permafrost dell’Antardide, dove verranno effettuati ulteriori carotaggi utili a completare le indagini iniziate nel 2006. Questo sito è in qualche modo un “diario di bordo” del viaggio. Alle pagine del diario si accede attraverso una mappa, quella dell’itinerario della spedizione che sta coprendo il territorio dell’Antatide. La mappa è navigabile, comprendendo anche una timeline, con la possibilità di selezionare singoli punti e momenti del viaggio. Richiamando ciascuno di questi si accede a brevi post, immagini, dati e aggiornamenti sulla spedizione, tutti ordinati anche in un sommario che raccoglie “appunti di viaggio”, “attività scientifica”, “clima e ambiente”.  I report consultabili sul sito sono filtrabili anche in base ai contenuti multimediali presenti e alla modalità scelta per l’invio di una segnalazione. Oltre a un modulo da compilare, si può intercettare il blog con uno specifico hashtag, per twittare la propria segnalazione da aggiungere alla raccolta dati della missione o altre notizie pertinenti allo studio del permafrost e del cambiamento climatico (un feed di notizie sul continente ghiacciato viene costantemente aggiornato). 

Permafrostsigny sembra essere un esperimento efficace per provare a ridefinire la percezione che abbiamo dei fenomeni ambientali estremi, azzerando le distanze geografiche e senza aspettare che questi arrivino sull’uscio di casa – come successo per l’uragano Sandy, ad esempio – per poterne essere consapevoli.


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Crediti: Foto di Katie Rainbow/Unsplash

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