fbpx Ordigni inesplosi: un'eredità pesante per l’Ucraina | Scienza in rete

Ordigni inesplosi: un'eredità pesante per l’Ucraina

Primary tabs

Artificieri ucraini disinnescano un ordigno inesploso. Dall'account Twitter di Charles Lister.

Tempo di lettura: 5 mins

Il ministro degli interni ucraino Denys Monastyrsky afferma che ci vorranno anni per disinnescare gli ordigni inesplosi una volta che l'invasione russa sarà finita: «Un numero enorme di granate e mine è stato sparato contro l'Ucraina, e una gran parte non è esplosa. Rimangono sotto le macerie e rappresentano una vera minaccia. Ci vorranno anni, non mesi, per disinnescarle». Oltre agli ordigni russi inesplosi, le truppe ucraine hanno piantato mine terrestri su ponti, aeroporti e altri luoghi chiave per impedire ai russi di usarli.

Un problema con gravi conseguenze ambientali, nel breve e nel lungo periodo: «Puoi guardare alcune aree nel nord della Francia e del Belgio colpite dalla prima guerra mondiale dove non si può ancora coltivare perché ci sono ordigni inesplosi nel terreno - o il suolo è contaminato da metalli pesanti e residui di armi chimiche», dice Doug Weir, direttore di ricerca e politica dell'Osservatorio Conflitto e Ambiente (CEOBS).«Si possono vedere interruzioni nel paesaggio, dove le trincee o le granate sono partite... i danni possono durare per 100 anni».

Gli UXO (unexploded ordnance) ovvero ordigni inesplosi, bombe inesplose e residuati bellici esplosivi, senza nemmeno esplodere, possono causare danni sostanziali ai civili. La stessa composizione dell'involucro della munizione è dannosa, poiché è spesso fatta di metalli pesanti come il rame o il piombo. Le munizioni esplosive contengono tipicamente elementi come piombo, antimonio, uranio, dinitrotoluene, trinitrotoluene, e RDX (hexahydro-1,3,5-trinitro-1,3,5-triazine) che sono generalmente resistenti al trattamento biologico e rimangono nella biosfera - la contaminazione ha spesso effetti ambientali tossici e può provocare danni alla salute umana. Per esempio, è stato dimostrato che gli esseri umani esposti al trinitrotoluene (TNT) possono sperimentare diversi effetti nocivi per la salute, tra cui anemia, funzione epatica anormale e cancro. Anche altri organismi, in particolare quelli acquatici, subiscono effetti tossici letali.

Secondo Richard Albright, un esperto di armi dottore in scienze ambientali ed ex ufficiale dell'esercito USA, i residui tossici delle munizioni militari nell'acqua potabile, nel suolo, nell'acqua di superficie e nell'aria possono a volte rappresentare un pericolo maggiore di quello di una reale deflagrazione. Uno degli aspetti più pericolosi di questa contaminazione è che può salire lungo la catena alimentare. Le persone potrebbero essere danneggiate non perché sono state esposte direttamente all'inquinamento da armi esplosive, ma perché hanno mangiato colture o bestiame contaminati o perché hanno bevuto acqua contaminata, mesi o anni dopo che l'attacco ha avuto luogo.

Francia, Belgio e Germania sono ancora oggi colpiti dalla contaminazione del suolo della seconda guerra mondiale, con aree etichettate come "zone rosse" e terreni ancora non utilizzati per scopi agricoli. Si stima che le armi moderne abbiano un tasso di fallimento di circa il 5%, che è ancora più alto nelle armi più vecchie, tuttora usate nei conflitti, e per altre armi come le munizioni a grappolo (usate dalla Russia). Ciò significa che degli ordigni lanciati durante i conflitti, il 5% è probabile che rimanga sul terreno, danneggiando i civili, esacerbando lo sfollamento e impedendo le attività di sostentamento. Anche altre armi restano attive: sono quelle progettate per esplodere solo quando entrano in contatto con una persona come le mine terrestri e i dispositivi esplosivi improvvisati (IED). Inoltre, dato che i conflitti sono diventati sempre più urbanizzati, le aree più contaminate dagli UXO sono spesso i paesi e le città. Questo aumenta la probabilità che i civili possano entrare in contatto con gli UXO e presenta sfide sostanziali. Per esempio, alcuni ordigni rimangono nascosti sotto le macerie e detonano quando i detriti vengono spostati, impedendo ai civili di tornare alle loro case fino a quando non viene effettuata la bonifica.

È bene comprendere che la minaccia degli UXO non termina con la conclusione del conflitto e costituisce un vero e proprio drenaggio delle risorse statali: per esempio, secondo un’analisi del Ministero della difesa del Regno Unito e di AOAV (Action on Armed Violence - un ente di beneficenza con sede a Londra, che conduce ricerche e advocacy sull'incidenza e l'impatto della violenza armata globale) è stato scoperto che, tra il 2014 e il 2018, ci sono state 5.041 chiamate relative a munizioni che potrebbero essere state utilizzate durante la prima e la seconda guerra mondiale. Nel Regno Unito, tra il 2010 e il 2016, ogni anno, una media di 61 bombe della seconda guerra mondiale sganciate per via aerea hanno dovuto essere detonate in sicurezza.

Per quanto riguarda l’Ucraina, a livello mondiale, era e continua a essere uno dei paesi più  colpiti dalle mine. È stato stimato che 7.000 km2 del territorio sono stati contaminati da UXO e che due milioni di persone sono esposte ai rischi di tale inquinamento. Si stima che il 70% delle famiglie lotti per condurre la propria vita ed evitare la contaminazione nelle terre colpite. Il Landmine Monitor ha registrato 2.078 vittime delle mine (725 uccisi e 1.353 feriti) tra il 2014 e il 2017 nella sola Ucraina orientale. Tale contaminazione significa anche che i villaggi e le persone sono isolati dai servizi di base tra cui acqua, gas, elettricità, non potendo cambiare questa situazione, riparando o potenziando questi ultimi, a causa della presenza di ordigni inesplosi.

Gli agricoltori e i bambini sono particolarmente colpiti dalla contaminazione. Nel 2018, le mine terrestri e gli UXO sono stati la principale causa di morte tra i bambini nelle le zone colpite dal conflitto, mentre gli agricoltori si trovano di fronte a una scelta difficile: rischiare l'esplosione o perdere la loro principale fonte di sostentamento. Anche gli UXO nelle aree popolate hanno causato vittime e hanno impedito la ricostruzione. Con l'interruzione dell'energia elettrica ad alcune comunità, la popolazione locale è costretta ad affrontare mine e altri ordigni per raccogliere legna da ardere per il riscaldamento. Un processo di bonifica era già stato avviato nel 2018, intervenendo su alcune aree contaminate ma l’inizio di questo conflitto ha rallentato o fermato definitivamente questi interventi, postponendo un lavoro che già di per sé richiede anni e ingenti risorse economiche. I dispositivi più comuni incontrati dall'agenzia di sminamento HALO in Ucraina sono bombe a mano, mine antiuomo e anticarro, oltre agli UXO: in un mese una squadra può bonificare solo il 10% del terreno che potrebbe normalmente essere in grado di bonificare se questi dispositivi non fossero presenti.

A causa di questa situazione, intere comunità si trovano a vivere in una sorta di limbo, impossibilitate nello svolgimento di qualsiasi attività, sia a causa della guerra ma anche del rischio di attivare inavvertitamente uno di questi dispositivi esplosivi. 

 


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Generazione ansiosa perché troppo online?

bambini e bambine con smartphone in mano

La Generazione ansiosa. Come i social hanno rovinato i nostri figli (Rizzoli, 2024), di Jonathan Haidt, è un saggio dal titolo esplicativo. Dedicato alla Gen Z, la prima ad aver sperimentato pubertà e adolescenza completamente sullo smartphone, indaga su una solida base scientifica i danni che questi strumenti possono portare a ragazzi e ragazze. Ma sul tema altre voci si sono espresse con pareri discordi.

TikTok e Instagram sono sempre più popolati da persone giovanissime, questo è ormai un dato di fatto. Sebbene la legge Children’s Online Privacy Protection Act (COPPA) del 1998 stabilisca i tredici anni come età minima per accettare le condizioni delle aziende, fornire i propri dati e creare un account personale, risulta comunque molto semplice eludere questi controlli, poiché non è prevista alcuna verifica effettiva.