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Politiche data-driven: prima, durante e dopo una pandemia

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In diretta streaming mercoledì 17 giugno a partire dalla 12.

Cosa si fa quando si programma un piano pandemico: come si individuano i dati, come si progetta la struttura di raccolta, come si progetta la struttura che rilascia i dati al pubblico?
Gli stati colpiti dalla COVID-19 erano pronti? O non si sono mai dotati di sistemi robusti per raccolta, distribuzione e analisi dati in emergenza?

Abbiamo visto difficoltà in tutti gli stati: dati mancanti, dati disomogenei tra uno stato e l’altro che in parte hanno reso impossibili confronti, in generale una riluttanza a rilasciare dati. E quando rilasciati a volte li si sono trovati inconsistenti.

Ne parleremo mercoledì 17 giugno alle 12:00 in un webinar organizzato con gli amici di Ondata.

Saremo su YouTube qui https://www.youtube.com/watch?v=kobvsyzT1gE

Con noi:

  • Alessio Cimarelli, membro del cd di onData, sviluppatore web, data scientist e attivista open data;
  • Sergio Cima, si occupa di data journalism e comunicazione in ambito medico e scientifico. Web editor di Scienza in rete, segue in particolare i new media. Studia web semantico, open data journalism e web analytics.
  • Cesare Cislaghi, ha fatto parte dell’Istituto di Statistica Medica e Biometria di Milano, ha insegnato Economia Sanitaria presso la facoltà di medicina e chirurgia dell’Università degli Studi di Milano e Statistica economica presso la facoltà di Economia dell’Università di Bergamo. Ha poi lavorato presso l’Agenzia sanitaria della Toscana e presso l’Agenzia Sanitaria Nazionale (Agenas). È stato presidente dell’Associazione italiana di epidemiologia (AIE) negli anni 2005-2006;
  • Paola Michelozzi, è direttrice dell’Unità di epidemiologia ambientale del Servizio sanitario regionale della regione Lazio, cura il report Sistema di sorveglianza rapida della mortalità giornaliera (Sismg). E’ stata presidente dell’Associazione italiana di epidemiologia negli anni 2013-2014;
  • Stefania Salmaso, ha diretto il Reparto di epidemiologia delle malattie infettive del laboratorio di epidemiologia e biostatistica dell’ISS e dal 2004 al 2015 ha diretto il Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della Salute dell’ISS;
  • Luca Carra, è direttore di Scienzainrete e segretario del Gruppo 2003 per la ricerca scientifica. Si occupa di scienza, ambiente e salute ed è tra i fondatori dell’iniziativa Scienza in Parlamento.
  • Isaia Invernizzi, è giornalista dell'Eco di Bergamo.
     

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L’Europa è impreparata per affrontare i rischi climatici

Alluvione

Sebbene l’Europa sia il continente che sta registrando i più rapidi aumenti delle temperature a livello globale, al momento è impreparata ad affrontarne le conseguenze. I rischi climatici minacciano molteplici ambiti: sicurezza energetica e alimentare, gli ecosistemi, le infrastrutture, le risorse idriche, la salute dei cittadini. Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), molti di questi rischi hanno già raggiunto livelli critici, che potrebbero diventare catastrofici in assenza di interventi rapidi. Il report European Climate Risk Assessment (EUCRA) evidenzia come la combinazione tra i pericoli climatici e i pericoli non climatici accresca complessivamente i rischi economici, sociali e ambientali a cui la collettività è esposta. Inoltre, il report mette in luce i collegamenti tra diversi rischi e la loro capacità di diffondersi sia da un settore a un altro sia da una regione all’altra.

Photo by Kelly Sikkema on Unsplash

Il primo marzo scorso l’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) ha pubblicato i risultati della prima valutazione europea dei rischi climatici, European Climate Risk Assessment (EUCRA). Il report evidenzia che le politiche e gli interventi di adattamento adottate in Europa non procedono con la stessa rapidità con cui stanno evolvendo i rischi climatici.