Tra venti e settanta milioni di anni fa ha prodotto con un ritmo frenetico nuove stelle, per poi divenire quiescente in epoche più recenti, fino ai giorni nostri. Questa ‘fucina’ si trovava nelle zone centrali della nostra galassia, attorno a un buco nero supermassiccio. Sono queste le conclusioni di uno studio condotto da un team internazionale di astronomi, tra cui Giuseppe Bono dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Roma e dell’Università di Roma Tor Vergata e pubblicato oggi sulla rivista Nature. Determinante è stata la scoperta di tre stelle variabili di tipo Cefeide a solo poche decine di anni luce dal centro della nostra Galassia, la dove mai prima d’ora erano state individuate stelle simili.
“Le stelle Cefeidi classiche sono degli ottimi traccianti delle popolazioni stellari giovani e ne sono già state identificate diverse centinaia nel disco della Via Lattea” commenta Giuseppe Bono. “Queste stelle sono molto popolari in Astronomia perché possiamo determinare la loro distanza e la loro età con una notevole precisione se confrontate con altri gruppi di stelle evolute. La polvere ed il gas interposti tra noi ed il centro non ci avevano consentito di individuare Cefeidi classiche in questa regione. Abbiamo allora scandagliato quella zona con strumenti che osservano nell’infrarosso. Questo ci ha consentito, per la prima volta, di identificarne tre nel centro della nostra Galassia”.
Le indagini che hanno portato alla scoperta e alla caratterizzazione delle proprietà di queste tre stelle variabili sono state molto lunghe e laboriose. Gli astronomi hanno infatti analizzato una grande quantità di immagini della zona centrale della Via Lattea realizzate nell’arco di ben otto anni, tra il 2001 e il 2008, dalla camera SIRIUS per osservazioni nel vicino infrarosso del telescopio Infrared Survey Facility presso il South African Astronomical Observatory. Grazie ad esse, i ricercatori hanno misurato con estrema precisione il periodo con cui la luminosità di queste stelle varia ciclicamente. Da questo valore è stato poi possibile ricavare con grande accuratezza la loro distanza - per tutte e tre meno di 100 anni luce dal centro della Galassia che ospita un buco nero supermassiccio - ed anche le loro proprietà evolutive, e in particolare la loro età.
Ed è proprio quest’ultimo aspetto a suggerire interessanti implicazioni sulla storia recente del nucleo centrale della nostra Galassia. “Diversi modelli teorici che spiegano la formazione ed evoluzione del centro e della barra della Galassia suggeriscono che il tasso di formazione stellare in prossimità del buco nero supermassiccio possa essere o costante nel tempo o avere un andamento irregolare” prosegue Bono. “Le stime precedenti non consentivano di poter discriminare questi modelli perché erano poco accurate. La nuova stima del tasso di formazione stellare basato sulle Cefeidi è molto più accurata e indica che il processo di formazione stellare nei pressi del centro della Galassia ha avuto un picco circa 25 milioni di anni fa e che questa super produzione di nuove stelle è stata preceduta da un lungo periodo di quiescenza. Questo scenario è dunque in ottimo accordo con l’ipotesi che la formazione stellare è stata irregolare nelle epoche passate”.
Articolo tratto da media.inaf.it