Caro Direttore,
questa mattina aprendo il giornale abbiamo letto la lettera che la Senatrice Cattaneo ha inviato alla Sua testata giornalistica e ci è sembrato doveroso, in quanto Associazione Internazionale di Ricercatori Italiani nel mondo (AIRIcerca), esprimere con forza il nostro sostegno alle parole drammatiche espresse dalla Senatrice.
Purtroppo negli ultimi anni stiamo
assistendo a un continuo allontanamento della Società italiana e della politica
dalle questioni riguardanti il mondo della ricerca biomedica e della ricerca in
generale.
Questo è dovuto in gran parte alla
facilità con la quale ormai le informazioni che riguardano il mondo della
Scienza, spesso errate e manipolate, finiscano in rete e vengano condivise con
un semplice click.
Tale fenomeno ha creato miti e teorie
del complotto che a volte sono davvero difficili da eradicare dall’immaginario
collettivo. Chi comunica la Scienza e le informazioni per il grande pubblico ha una responsabilità
enorme che spesso non viene valutata con la
necessaria cautela.
Credo che ricorderà bene cosa successe
il 30 ottobre 1938 negli Stati Uniti; Orson Welles lesse alla radio un brano
tratto da “La guerra dei mondi” di Herbert George Wells, scatenando il panico
tra gli ascoltatori americani, che credettero si trattasse di una vera
invasione aliena.
Per non parlare della beffa del
monossido di diidrogeno (DHMO) che fu introdotto dalla “Coalizione per il bando
del monossido di diidrogeno” (Coalition to Ban Dihydrogen Monoxide), nato da
un’idea di Craig Jackson. Tale beffa ebbe una tale risonanza
mediatica che alla Conferenza ONU sui Cambiamenti climatici, tenutasi a Cancún nel 2010, alcuni dei
delegati dell’ONU furono convinti a firmare una petizioneburla per la messa al
bando del DHMO senza neanche sapere cosa fosse.
Il DHMO è il nome scientifico
dell’acqua. Quest’ultimo esempio dovrebbe insegnarci come sia facile,
utilizzando termini scientifici a volte altisonanti, riuscire a creare falsi
miti e false teorie del complotto senza problemi. E noi in Italia purtroppo ne sappiamo
qualcosa, avendo il recente caso Stamina come esempio lampante. Come giustamente sostiene la Senatrice
Cattaneo, le decisioni prese dal mondo politico in merito a questioni così scientificamente
complicate andrebbero valutate in maniera molto attenta e soprattutto
coinvolgendo i diretti interessati, cioè i ricercatori, coloro i quali dedicano
la propria vita alla Scienza.
Riteniamo che sia oltraggioso e
irrispettoso che siano prese decisioni che influenzeranno il lavoro di migliaia
di ricercatori in Italia senza chiedere il loro parere e senza che gli stessi
possano portare ai politici i dati scientifici che sostengano o confutino quello
che la politica sostiene. Troppo spesso leggiamo sui giornali o
vediamo servizi in televisione in cui si usa la parola vivisezione, pratica che
di fatto non esiste in ricerca. Troppo spesso leggiamo di fantomatici
metodi alternativi alla sperimentazione animale, quando in realtà non esistono al momento metodi scientificamente
validi che permettano di sostituire completamente l’uso di animali in
laboratorio, soprattutto in alcuni ambiti di ricerca di base.
Purtroppo la cattiva informazione può
avere pericolose conseguenze e non fa altro che contribuire a un allontanamento
tra il ricercatore e la Società.
Riteniamo che sia doveroso da parte dei
canali di informazione italiani e da parte delle Istituzioni dare voce ai
ricercatori per le questioni che riguardano la ricerca e la Scienza in generale
e siamo convinti che solo aprendo un dialogo costruttivo si possa contribuire
al cambiamento e al futuro del nostro paese.
Noi ricercatori di AIRIcerca siamo in
prima linea per combattere la cattiva informazione scientifica e per promuovere
il riavvicinamento della Società italiana con il mondo della ricerca. Noi siamo
aperti al dialogo per iniziare a costruire un nuovo rapporto di fiducia tra
ricercatori e opinione pubblica, voi?
Per approfondire l’argomento
sperimentazione animale e la sua importanza nella ricerca scientifica,
segnaliamo inoltre l’articolo pubblicato su AIRInforma scritto da Stefania
Cocco “Sperimentazione Animale, Possiamo Farne a Meno?”.
di Luca Cassetta con il contributo del Board AIRIcerca