La storia raccontata dai ragazzi fonda le sue radici nel processo avviatosi nel 2000, quando i capi di stato e le maggiori personalità dei paesi membri dell’Unione Europea si sono riuniti in Portogallo e hanno dato vita alla Strategia di Lisbona con l’obiettivo di fare dell’Europa “l’economia basata sulla conoscenza più competitiva del mondo entro il 2010”.
A partire da quella data, una serie di progetti finalizzati al raggiungimento dell’obiettivo definito a Lisbona ha preso l’avvio. In questo contesto è nato il progetto europeo Young Europeans within the Building of a Knowledge-based Society. Commissionato dalla Presidenza Francese dell’UE, da aprile a novembre 2008 ha coinvolto direttamente trecento giovani europei e indirettamente centinaia di ragazzi e ragazze in tutti gli stati membri. Durante sette mesi di lavoro comune essi hanno prodotto un documento, consistente in un preambolo e ventisei suggerimenti, indirizzato alla Commissione Europea e volto a comunicare il punto di vista e il contributo della gioventù europea alla costruzione in Europa di una società basata sulla conoscenza. Il documento, votato dai 300 giovani riunitisi a Parigi in assemblea plenaria, è stato consegnato ufficialmente al Commissario Europeo per la Scienza e la Ricerca Mr Janez Potocnik e al Ministro Francese dell’Insegnamento Superiore e della Ricerca M.me Valerie Pecresse. Per le sue dimensioni il progetto è stato definito come il primo e più grande esempio al mondo di democrazia partecipativa coinvolgente i giovani.
Le conclusioni in merito risultano non banali o scontate, ma anzi vigorose e potenti: le ventisei raccomandazioni e il preambolo si focalizzano, in prima istanza, sul concetto di conoscenza, definita in maniera molto diversa rispetto alla classica e tradizionale trattazione che ne forniscono le istituzioni. La conoscenza, infatti, viene intesa nella sua dimensione pratica, teorica, democratica, scientifica, letteraria, filosofica, politica, sociale, artistica, creativa… insomma, una trattazione complessa e articolata e non meramente ispirata a principi economici. Si precisa, poi, come essa debba necessariamente essere un bene comune condiviso. Questo aspetto è importante, perché riguarda il futuro dei giovani. Concerne la futura società e il futuro mondo del lavoro, che i giovani auspicano possano essere democratici. A tale scopo, essi ribadiscono più volte come, dunque, i giovani non possano più prescindere da un’attiva cittadinanza e da una sentita e informata partecipazione al cosiddetto processo di decision-making.
Dalla sperimentazione avviata durante il progetto Young Europeans within the Building of a Knowledge-based Society ha avuto origine nel mese di febbraio 2009 la piattaforma europea Young People and Science in Society Issues YPSSI.
Ypssi è una piattaforma europea che si articola in:
- Un core group composto da una decina di organismi pubblici e privati che si occupano di educazione scientifica in ambito formale e non formale. A queste si affianca un consorzio che comprende duecento istituzioni, fondazioni e associazioni che operano all’interfaccia tra scienza e società nei ventisette Paesi dell’Unione Europea
- Un consiglio strategico e scientifico, che raggruppa trentotto scienziati e ricercatori europei. Esso garantisce alla piattaforma consulenza e contatti con le istituzioni nazionali ed europee.
- Una piattaforma giovanile costituita da settanta ragazze e ragazzi europei che dialogano e collaborano con i precedenti livelli con l’obiettivo di costruire progetti comuni che tengano conto delle aspirazioni e del punto di vista dei giovani.
La prima azione concreta messa in campo da YPSSI è stato il 1st YPSSI European Summer Camp. Tenutosi a Le Cheylard, in Francia dal 20 al 27 agosto 2009, è stato finanziato dal Programma Europeo Youth in Action. In questa occasione sono stati coinvolti settanta giovani europei allo scopo di costituire una piattaforma giovanile che affianchi YPSSI partecipando all’elaborazione di nuovi progetti.
Durante il Summer Camp, i giovani si sono confrontati tra loro e con scienziati europei e hanno preso parte ad alcuni momenti formativi. Il lancio dell’iniziativa è consistito in un laboratorio sull’Unione Europea durante il quale è stata utilizzata la metodologia “scenario workshop”. I ragazzi hanno lavorato collettivamente ad una proiezione mentale della società europea che, con gli strumenti e le conoscenze a loro disposizione, hanno immaginato possa realizzarsi nel 2015.
Da questa attività sono stati estrapolati alcuni temi capitali dai quali non si può prescindere pensando allo sviluppo di una società: diritti, educazione, scienza, economia. La strategia di base delineata dai giovani partecipanti al fine di promuovere l’evoluzione dell’attuale società europea verso quella progettata collettivamente per il 2015, consiste in una radicale e condivisa riforma dell’intero sistema scolastico europeo. A tal fine si è cercato di individuare delle linee guida precise: più pensiero critico e più unità.
I giovani europei quando parlano di unità intendono senso di appartenenza e auspicano, attraverso la promozione della conoscenza, l’eliminazione della xenofobia, della paura del cambiamento e della superstizione. Intendono l’eliminazione del gap che ancora oggi separa economicamente e culturalmente Europa dell’Est ed Europa dell’Ovest. E quando pensano ad un’identità comune dichiarano di volerla raggiungere attraverso il riconoscimento e la valorizzazione della diversità culturale, con l’obiettivo di promuovere aggregazione, lavoro di squadra e partecipazione dei cittadini nei processi decisionali.
I ragazzi italiani, venuti a raccontare la loro esperienza ad Ischia, hanno definito il processo cui stanno partecipando arricchente, entusiasmante e coinvolgente e si sono dichiarati pronti a condividerla con chiunque dal sud al nord dell’Italia abbia un età compresa tra i sedici e i trenta anni con l’obiettivo di moltiplicare esperienze come questa e diventare sempre più rappresentativi del nostro Paese e dell’Europa. Ma soprattutto per invitare i coetanei a prendere parte alla progettazione collettiva e condivisa del proprio futuro.
Matteo Morigi
Fisica, Università di Bologna