Il documento Issues Brief 4 - Oceans sottolinea l’importanza della tutela degli oceani e delle risorse marine
per il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile.
Gli oceani comprendono più del 70% della superficie del pianeta,
influenzano il clima terrestre e forniscono risorse fondamentali; rappresentano
inoltre una risorsa preziosa per il turismo, le telecomunicazioni e i
trasporti.
Sin dal 1982, anno in cui è stata stabilita la Convenzione sulla legge
del mare (UNCLOS), nota anche come “Costituzione degli oceani”, sono state
prese diverse misure per la tutela degli oceani. La loro implementazione è però
risultata lenta e spesso poco efficace. Le criticità principali ancora da
risolvere comprendono l’overfishing, la perdita di biodiversità marina,
l’acidificazione e il riscaldamento dei mari, così come la distruzione delle
barriere coralline e l’inquinamento.
La messa a punto di una gestione più efficiente degli oceani è un obiettivo
prioritario se si prendono in considerazione i cospicui benefici economici,
sociali e ambientali che garantiscono. I maggiori sforzi andranno diretti verso
una migliore regolamentazione della pesca e verso la riduzione della perdita
della biodiversità marina.
Lo sviluppo della green economy, che sarà uno dei temi principali di
Rio+20, non può prescindere da una gestione sostenibile del mare e delle sue
risorse. Di conseguenza, anche l’approccio della cosiddetta blue economy, che
si prefigge l’obiettivo di una gestione sostenibile degli oceani e della
conservazione delle risorse oceaniche (in linea con l’Agenda 21) sarà
determinante nel prossimo futuro.
Un primo passo in questa direzione sarà intrapreso dalla Commissione per
lo Sviluppo Sostenibile, che compierà una valutazione complessiva degli
oceani tra il 2015 e il 2016, allo scopo di monitorare lo stato di salute dei
mari e della biodiversità marina.
Issues Brief 4 - Oceans
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La favola del taglio dei posti letto e degli ospedali in Italia
È di pochi giorni fa un appello del Forum delle Società Scientifiche dei Clinici Ospedalieri e Universitari Italiani, secondo cui «Si stima che, negli ospedali italiani, manchino almeno 100mila posti letto di degenza ordinaria e 12mila di terapia intensiva». Ma è giustificata quest'implicita richiesta?
Le politiche di riduzione dei posti letto e degli ospedali sono iniziate già nel Piano Sanitario Nazionale 2003-2005, per trasferire al livello territoriale parte dei ricoveri e della loro durata. Molti altri paesi hanno meno posti letto rispetto all’Italia, che rimane nelle migliori posizioni quanto a vita attesa alla nascita, mortalità evitabile e indicatori di qualità dei servizi.Crediti immagine: Levi Meir Clancy/Unsplash
Nei media generalisti, e purtroppo anche di settore, che si occupano di sanità pubblica in Italia, cioè praticamente tutti in questo periodo, si favoleggia del taglio dei posti letto ospedalieri e di interi ospedali in Italia. Basta usare come parole chiave “taglio posti letto in Italia” con qualunque motore di ricerca ed escono interventi degli ultimi giorni su Fanpage, la Stampa e Quotidiano Sanità.