Si avvicina sempre più l'appuntamento alla Conferenza mondiale sullo Sviluppo Sostenibile (UNCSD, United Nations on Conference Sustainable Development) RIO+20 che avrà luogo dal 20 al 22 Giugno 2012 a Rio de Janeiro, a vent'anni di distanza dal primo Earth Summit che si tenne nella metropoli brasiliana nel 1992.
le tappe che hanno portato a Rio+20
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, iniziò con la “Conferenza internazionale sull'Ambiente umano” a Stoccolma nel 1972, un lungo percorso avente lo scopo di sollecitare i governi ad adottare scelte programmatiche per la sostenibilità dello sviluppo. Nella succitata conferenza venne approvata la Dichiarazione sull'Ambiente Umano (26 principi sui diritti e le responsabilità umane rispetto all'ambiente) e il Piano d'Azione, contenente 109 raccomandazioni. Da quel momento in poi si incominciò a guardare al futuro in modo nuovo, la comunità mondiale iniziò a riflettere sulle relazioni esistenti tra ambiente e problematiche economico-sociali, quali povertà e sviluppo. Queste riflessioni indussero la Commissione Mondiale per l'ambiente e lo sviluppo (WCED, World Commision on Enviroment and Development) a scrivere e a pubblicare nel 1987 il Rapporto Brundtland, noto anche come “Our Common Future”. É in questo rapporto che viene introdotto per la prima volta il concetto di “sviluppo sostenibile”: «lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni».
A vent'anni di distanza dalla conferenza di Stoccolma, nel 1992, a Rio de Janeiro si tenne la “Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo”(UNCED, United Nations Conference on Eviroment and Development) che vide la partecipazione di 172 Paesi, numerose organizzazioni governative e non governative. La novità fu che quest'ultime vennero invitate per la prima volta al tavolo della discussione.
L'obiettivo del summit era quello di definire le problematiche ambientali in atto; stabilire possibili interventi a breve, medio e lungo termine; individuare politiche per uno sviluppo che non comprometta la sopravvivenza delle generazioni future e dello stesso pianeta; le modalità di aiuto dei Paesi più ricchi ai Paesi più poveri e la ricerca di strumenti per aiutare i Paesi in via di sviluppo a crescere in modo sostenibile.
Durante la Conferenza furono approvate e aperte a ratifica le tre Convenzioni internazionali principali: la Convenzione quadro sui cambiamenti climatici (contenente le linee guida e le azioni da intraprendere per non compromettere ulteriormente l'atmosfera), la Convenzione sulla protezione della biodiversità (con cui si è inteso promuovere un accesso equilibrato alle risorse biologiche degli ecosistemi) e la Convenzione sulla lotta alla desertificazione e alla siccità.
Inoltre, vennero scritti e approvati altri importanti documenti come:
- La Dichiarazione di Rio, ovvero un codice di comportamento etico ambientale per gli stati e quindi un documento non vincolante per i paesi firmatari, ma ciononostante di grande portata. Infatti, ha posto l'accento sul legame tra protezione ambientale e sviluppo, sulla necessità di sradicare la povertà e di tenere conto delle esigenze dei Paesi emergenti. Inoltre, viene sottolineata l'urgenza di trovare alternative ai modelli di produzione e consumo non sostenibili, di aumentare le capacità autoctone di affrontare le problematiche ambientali (capacity-building), e di promuovere un sistema economico internazionale aperto che sia di supporto allo sviluppo sostenibile.
- L' Agenda 21, ovvero un programma di azione da intraprendere a livello mondiale, nazionale e locale dalle organizzazioni delle Nazioni Unite, dai governi e dalle amministrazioni in ogni area in cui la presenza dell'uomo ha impatti sull'ambiente. Costituisce una sorta di manuale per lo sviluppo sostenibile del pianeta da qui al XXI secolo.
Di rilevante importanza è il capitolo 28 di questo documento, in quanto vengono esplicitamente invitati le autorità locali a giocare un ruolo chiave nella promozione di uno sviluppo sostenibile partecipato.
L'UNCED fu però segnata anche da alcuni insuccessi, tra questi va ricordato la mancata firma di una convenzione che regolamentasse l'uso del patrimonio forestale mondiale.
Dieci anni più tardi, nel 2002, si svolse a Johannesburg il Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile (WSSD,World Summit on Sustainable Development). In tale summit furono raggiunti tre importanti obiettivi: l' approvazione del Piano di Azione di Johannesburg; la riaffermazione dell'impegno politico a continuare la strada della sostenibilità a tutti livelli,così come previsto dall'Agenda 21; l'affermazione dello strumento dei parternariati pubblico-privati volti a catalizzare azioni concrete in affiancamento degli impegni dei governi. Nei documenti prodotti a Johannesburg non si è più affermata la priorità della crescita economica, bensì quella di intraprendere uno sviluppo sostenibile, uno sviluppo cioè fondato su tre pilastri parimenti importanti e strettamente collegati: quello economico, quello ambientale, con la tutela delle risorse naturali, e quello sociale, con lo sradicamento della povertà.
Dopo questo lungo percorso si arriva a Rio+20 in uno scenario internazionale profondamente mutato: la crisi economica e finanziaria ha colpito gran parte delle economie occidentali, e il divario con le economie emergenti è andato via via riducendosi.
Verso Rio+20
In attesa della Conferenza Rio+20 (UNCSD), che si svolgerà dal 20 al 22 giugno 2012, è stato avviato un processo preparatorio a livello internazionale. In particolare, la Risoluzione dell'Assemblea Generale ha istituito un Comitato Preparatorio (Preparatory Committee), dotato di un ufficio di Presidenza (Bureau), formato dai rappresentanti di dieci Paesi, due per Regione. Importante, inoltre, la presenza all'interno del Burea di due coordinatori esecutivi (Excutive Coordinators) che hanno il compito di coinvolgere la società civile, facendosi anche portatori dei loro interessi. Infatti, a partire dal Vertice della Terra del 1992 è stato evidente che lo sviluppo sostenibile non può essere raggiunto senza affiancare all'impegno dei governi la partecipazione di tutti i settori della società civile:business e industria, bambini e giovani, agricoltori, popolazioni indigene, amministrazioni locali, organizzazioni non-governative, comunità scientifica e tecnologica, donne, lavoratori e sindacati.
Su designazione dell'Unione Europea, l'Italia rappresenta il gruppo WEOG (Western European and Others Group) insiema al Canada. Il rappresentante dell'Italia nel Bureau è Paolo Soprano, Dirigente Divisione Sviluppo Sostenibile, Clima e Energia del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio.
Il Comitato Preparatorio ha il compito di riunirsi in tutto tre volte al fine di costruire il Documento conclusivo della Conferenza. I primi due incontri son già avvenuti a New York il 17-19 maggio 2010 e il 7-8 marzo 2011, mentre il terzo e ultimo incontro si terrà a Rio de Janeiro dal 13-15 giugno 2012 .
I lavori preparatori si sono concentrati su le due tematiche che domineranno il summit di Rio, ovvero :
- Economia verde, nel contesto dello sviluppo sostenibile e dell'eliminazione della povertà (" A green economy in the context of sustainable development and poverty eradication”), da intendersi come transizione verso un’economia verde nei diversi contesti nazionali che sia in grado non solo di limitare gli effetti di alcune minacce ambientali – per es.: il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, la desertificazione, l’esaurimento delle risorse naturali – ma anche di promuovere contestualmente nuove forme di sviluppo e di benessere sociale ed economico legate ad un uso più efficiente ed equo delle risorse.
- Quadro istituzionale per lo sviluppo sostenibile (“Institutional framework for sustainable development”), ossia operare delle riforme nel sistema di governance internazionale delle organizzazioni multilaterali, in primis delle Nazioni Unite. Lo scopo è quello di attuare le politiche di sviluppo sostenibile attraverso l'integrazione dei suoi tre pilastri (sociale, ambientale ed economico).
Il 10 Gennaio 2012 le Nazioni Unite hanno diffuso la prima bozza del documento che traccia il percorso del dibattito della Conferenza Rio +20. Il cosiddetto “Zero Draft”, denominato “Il Futuro che Vogliamo” (The Future we Want), riassume le memorie di tutti i Paesi e dei partner. Si tratta di un documento di 19 pagine, suddiviso in 128 paragrafi, che si apre con il rinnovo dell'impegno politico preso con la Dichiarazione di Rio del 1992 e prosegue con la discussione dei maggiori temi della Conferenza Rio+20 e un framework per agire.
L'Italia e Rio+ 20: il "Forum della Società Civile"
Il nostro Paese è impegnato su due fronti: uno nei riguardi dell’Unione Europea, dove la Commissione UE ha già elaborato un documento di base, e l’altro nei riguardi delle Nazioni Unite dove l’Italia è presente nel Bureau del Comitato preparatorio in rappresentanza del gruppo regionale dell’Europa occidentale.
In preparazione della partecipazione italiana alla Conferenza Rio+20, diverse sono le iniziative prese dal Ministero dell'Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare a partire dalla creazione di un’apposita pagina web informativa sull’argomento e agli incontri interministeriali.
Allo scopo di coinvolgere nel processo preparatorio il più ampio numero di attori non governativi e per consentire ai diversi stakeholders di proporre iniziative e idee, è stato organizzato un Forum della Società Civile che si è svolto il 10 gennaio 2012 a Roma, presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università “La Sapienza”. Il Forum è stato articolato in quattro tavole rotonde, a cui hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni, del mondo dell'imprenditoria, delle associazioni ambientaliste, del mondo scientifico e delle università. Le tavole rotonde hanno approfondito, in 3 sessioni distinte, diversi temi. Questi i titoli: “Un’economia verde per lo sviluppo sostenibile”, “Modelli e strumenti per un’economia verde”, “Sfide attuali ed emergenti: una nuova architettura istituzionale per la sostenibilità”, “Obiettivi di Sviluppo Sostenibile: una nuova generazione per gli Obiettivi del Millennio”, “Sfide attuali ed emergenti: una nuova architettura istituzionale per la sostenibilità”.
Buone pratiche, idee e proposte per il futuro dello sviluppo sostenibile, questo il sottotitolo della giornata del Forum che ha visto alternarsi decine di relatori: Edo Ronchi, Presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile; Gianfranco Bologna, Direttore Scientifico del WWF Italia; Vittorio Cogliati Dezza, Presidente Legambiente; Marco Frey, Coordinatore Global Compact Network Italia; Roberto Burdese, Presidente Slow Food Italia; Ermete Realacci, Presidente Fondazione Symbola; Massimiliano Montini, Direttore del Dipartimento di Diritto dell’Economia, Università di Siena; Emanuele Burgin, Presidente del Coordinamento Nazionale Agende 21 Locali.
Il Ministro dell'Ambiente Corrado Clini, che ha aperto il Forum, ha rivolto un “invito” esplicito alle aziende italiane perché “portino a Rio il meglio delle loro attività e investano per assicurare una loro presenza” anche in virtù delle leggi brasiliane che “prevedono la detassazione totale delle azioni per la salvaguardia dell’ambiente”. “L’Italia deve giocare un ruolo importante. La nostra – ha proseguito – deve essere una strategia aggressiva, che metta il nostro Paese nel gruppo di testa dei Paesi dell’Unione europea che si muovono per lo sviluppo sostenibile e a Rio abbiamo intenzione di portare le nostre eccellenze e le nostre esperienze, che possiamo mettere a disposizione a livello globale”. Entro aprile il Ministro ha annunciato l’intenzione di pianificare l’agenda italiana per Rio +20.
In sintesi, l'obiettivo del forum è stato quello di definire un quadro di riferimento comune, strutturato e utile a livello nazionale per affrontare non solo il processo preparatorio e la stessa Conferenza Rio+20, ma anche il programma di più lungo termine in materia di sviluppo sostenibile in vista dei prossimi impegni internazionali dell’Italia.
Infatti, il nostro Paese oltre all'appuntamento di Rio de Janeiro a giugno 2012, si troverà ad affrontare la Presidenza Europea nel 2° semestre 2014 e l'Expo Milano 2015.
Come ulteriore punto di passaggio in preparazione di Rio+20, il 9 Maggio 2012 si terrà in Campidoglio, a Roma, un seminario dal titolo “Il Ruolo dell'Italia per Rio+20 e per il dopo Rio organizzato dalla fondazione ICEF, con l'alto patrocinio di Comune Roma, Ministero degli Affari Esteri, Ministero dell'Ambiente, del Territorio e del Mare. Dal 1989, la Fondazione ICEF (International Court of the Enviroment Foudation) si occupa a livello internazionale, di governance dell'ambiente. Già in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite di Rio de Janeiro del 1992, la Fondazione avanzava la proposta di creare un Agenzia specializzata per l'Ambiente e di una Corte Internazionale per l'Ambiente. Nell'arco degli ultimi 20 anni, come è noto, il progetto di governance globale dell'ambiente ha acquistato rilevanza politica- come dimostra anche una recente Risoluzione del Parlamento Europeo (29 settembre 2011). L'ICEF ritiene però che non si possa parlare efficacemente di “governance ambientale” senza affrontare insieme il tema della “governance ambientale”. In questa prospettiva e in vista della prossima Conferenza di Rio+20, la Fondazione intende favorire, anche a livello nazionale, una riflessione sul tema oggetto del summit ONU: governance ambientale e sviluppo sostenibile.
La UNCSD rappresenta per l'Italia un'occasione per riflettere sullo sviluppo sostenibile, con particolare riguardo ai temi dell'economia verde e della governance e un'opportunità di transizione verso modelli di consumo e produzione sostenibili perseguendo l'obiettivo di una crescita economica più attenta alle istanze sociali e ambientali.
Per info sugli eventi: http://www.uncsd2012.org/rio20/index.html