Tra i Major Groups che hanno
partecipato alle fasi di revisione della Bozza Zero, la Scientific and Technological
Community si è fatta carico di commentare soprattutto le sezioni che
riguardano più da vicino la Green Economy.
In particolare, i
rappresentanti del gruppo – che, oltre agli scienziati, comprende anche ingegneri, urbanisti,
architetti, industrial designers e decisori politici - hanno voluto ricordare l’importanza di riconoscere l’interdisciplinarietà
della ricerca scientifica in merito allo sviluppo sostenibile e all’abbattimento
delle fasce di povertà. Per comunità scientifica-tecnologica si intendono, infatti, non solo i settori legati alle scienze naturali, ma anche, ad esempio, all'ingegneria, alle scienze sociali ed economiche. Tutti soggetti, questi, coinvolti per “dare
il giusto indirizzo alle tre dimensioni della SD, per sviluppare gli indicatori
green”.
La comunità scientifica ha bisogno,
per questo, di una rete globale di cooperazione internazionale, partendo dai
programmi già esistenti e guardando ai paesi in via di sviluppo. L’urgenza di trovare un rapporto
proficuo tra pubblico e privato, trova nella discussione sulla Green Economy lo
spazio ideale per affrontare, durante i giorni di Rio, il tipo di ruolo che la comunità scientifica può e può e
deve avere in questo processo .
I commenti proposti per le sezioni III e V,
oltre a trovare appoggio per le dichiarazioni di intenti di coinvolgere i
settori privati in scienza e tecnologia – compresi gli stakeholders, si soffermano soprattutto su questioni di tipo
metodologico:
- Alla raccolta di ‘buone pratiche’ nel settore a cui guardare come riferimento, per facilitare lo sviluppo della Green Economy, è necessario creare una piattaforma di conoscenze condivise sulla base di nuove metodologie di misura e indicatori degli indici di progresso, sviluppati dalla comunità scientifica
- I nuovi indicatori serviranno per misurare e monitorare gli obiettivi di sviluppo proposti, con orizzonte il 2030
- Per i paesi in via di sviluppo, la Community suggerisce di considerare contemporaneamente il supporto più ‘materiale’ - fornendo tecnologie innovative – e la collaborazione di scienziati, ingegneri e tecnologi che possano coadiuvare il passaggio da un’economia più tradizionale alla green economy
- Per quanto riguarda le responsabilità isituzionali, si fa esplicito riferimento ai paragrafo 52 e 53 della bozza zero. I soggetti legati al mondo della scienza dovrebbero essere integrati nel sistema delle Nazioni Unite – sull’esempio di esperienze istituzionali come l’IPBES o l’IPCC – con un supporto costante e periodico di report relativi allo ‘stato del pianeta’ e all’evoluzione dello sviluppo sostenibile.