12 enti accorpati in un unico soggetto e l’istituzione di due agenzie, dedicate al trasferimento tecnologico alle imprese e al finanziamento e al monitoraggio dei risultati della ricerca: è la struttura del “Super-Cnr”, la nuova identità del Consiglio Nazionale delle Ricerche annunciata oggi dal ministro Francesco Profumo. Il progetto di semplificazione è, per il momento, un provvedimento parte del disegno di legge di stabilità del Consiglio dei Ministri, la “Razionalizzazione del sistema della ricerca”. Gli istituti interessati dal super-accorpamento sono quelli attualmente vigilati dal Miur e dovrebbero essere guidati, dopo 30 giorni dall’approvazione del testo finale del Ddl, da un unico presidente e da un consiglio di amministrazione composto da quattro membri, selezionati e scelti dal ministero sulla base di “indiscusse” qualità personali e professionali. Le due agenzie di controllo saranno invece autonome e dirette da un unico direttore, anche in questo caso indicato dalle istituzioni governative. Secondo le prime informazioni a disposizione sul programma di accorpamento, istituti come INFN, ASI, INAF fino all’INGV, l’OGS e l’Istituto di Studi Germanici vedranno così, inevitabilmente, un assorbimento del personale.
Dopo il tentativo di semplificazione, fatto con la spending review, risolto in una soluzione di tagli al bilancio, l’attuale governo arriva con l’ennesimo piano di rivoluzione della ricerca italiana. Non è certo la prima volta, infatti, che gli enti di ricerca finiscono nella sala operatoria della politica. L’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) è nato dalla fusione degli istituti CNR nel settore spaziale nel 2000, l’INFM - che riuniva gli istituti di fisica della materia - è stato poi abolito dal Ministro Moratti. Più recentemente, gli stessi 12 enti hanno subito un riordino che ha visto un ricambio totale dei vertici nel 2011 con il Ministro Gelmini. Con questo ulteriore intervento, non ci sarebbero più enti che si occuperanno, nello specifico, di fisica nucleare, di sismologia o di astrofisica. Provvederà a tutto il Centro Nazionale per le Ricerche che, secondo i promotori della misura, dovrebbe garantire un vantaggio di semplificazione per le imprese che vogliono avvicinarsi ai prodotti della ricerca. C’è un’ultima nota del decreto che promette altre sorprese: l’istituzione di un’abilitazione scientifica nazionale, la versione per ricercatori dell’abilitazione alla docenza.
In queste ore i presidenti degli enti coinvolti sono intanto convocati e riuniti al Miur per discutere e procedere alla Razionalizzazione del sistema di ricerca.