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La disputa sbarca in tribunale

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L’eterno dibattito tra fautori e detrattori dell’omeopatia, riacceso nelle ultime settimane dall’articolo pubblicato da Luc Montagnier sul Journal of Physics, cambia terreno, spostandosi dalle riviste scientifiche alle aule dei tribunali.

Con una lettera di diffida inviata all’internet provider la Boiron, il più importante colosso multinazionale a produrre rimedi omeopatici, ha intimato un blogger italiano, Samuele Riva, di rimuovere ogni riferimento esplicito all’azienda da due post pubblicati il 13 e 27 luglio, critici nei confronti dell’omeopatia e illustrati con la foto di una confezione di Oscillococcinum. L’episodio ha scatenato su internet una forte levata di scudi a favore della libertà di espressione.

Nel frattempo oltre oceano lo stesso prodotto è però oggetto di una class action contro la stessa Boiron, accusata di ingannare il pubblico con la pubblicità in cui afferma che il medesimo rimedio, l'Oscillococcinum, è in grado di curare i sintomi dell’influenza in 48 ore, sebbene non contenga altro che zucchero.

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Omeopatia

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Negli anni '70, l'agronomo Giovanni Haussmann criticava l'approccio produttivistico dell'agricoltura industriale, che trascurava gli equilibri ambientali, sostenendo la necessità di una nuova etica che integrasse conoscenza e rispetto per la natura, un'idea ripresa nel suo libro del 1992, L'uomo simbionte. Oggi, l'importanza di un'etica agroecologica è sempre più riconosciuta, e sempre più necessaria per affrontare le sfide ambientali e socio-economiche globali.

Crediti immagine: John Reed/Unsplash

Negli anni ’70 del secolo scorso, per concludere il libro Suolo e Società, l’agronomo Giovanni Haussmann scriveva: «La conoscenza isolata dall’etica diventa ambigua. Una mentalità soggiogata da ideali di arricchimento e di benessere materiale, le cui risorse naturali hanno unicamente da far le spese, non è la più disponibile ad ascoltare la voce della natura». Il capitolo conclusivo, intitolato L’uomo simbionte. Per un nuovo equilibrio fra suolo e società non venne pubblicato, probabilmente perché ritenuto, per varie ragioni, non appropriato per un’opera scientifica.