Comunicato stampa
Finanziamenti che sfiorano i 2 milioni alla prof Romagnani per comprendere le malattie renali e promuovere nuove strategie terapeutiche
La ricerca sui progenitori renali fa centro in Europa. Sfiora i due milioni euro il finanziamento complessivo ricevuto dalla professoressa Paola Romagnani, nefrologa dell’Ospedale pediatrico Meyer e docente dell’Università di Firenze, per il progettoRENOIR (RENal prOgenItoRs as tools to understand kidney pathophysiology and treat renal disorders) che condurrà con il suo team nei prossimi cinque anni. Il progetto di grande rilevanza ha superato la severa selezione europea del European Research Council (ERC) Consolidator Grant 2014.
“Le malattie renali sono uno dei principali problemi di salute pubblica nel mondo – spiega la professoressa Romagnani - . Infatti, oltre il 10% della popolazione soffre di una malattia renale. Occorrono, quindi, nuovi strumenti che consentano di comprendere meglio le patologie renali e di migliorare le opzioni terapeutiche. L’identificazione dei progenitori renali ha aperto nuove possibilità di progresso in vari settori della nefrologia. I progenitori renali svolgono, infatti, un ruolo chiave nella patogenesi delle nefropatie, ed il loro studio sta notevolmente migliorando la nostra conoscenza dei meccanismi di risposta del rene al danno”.
In cosa si sostanzia il progetto finanziato dalla UE? “Proponiamo una serie di nuove strategie e modelli per studiare il sistema dei progenitori renali – ribatte la ricercatrice - , il loro ruolo nella progressione e risoluzione del danno glomerulare e tubulare ed i meccanismi coinvolti in questi processi. Questo progetto sarà inoltre finalizzato a scoprire se una anomala funzione dei progenitori renali possa essere alla base della patogenesi del carcinoma renale. Verrà inoltre studiato il loro ruolo nello sviluppo renale e durante l’invecchiamento. Infine, i progenitori renali saranno studiati come nuovo strumento diagnostico. L’isolamento e la coltura dei progenitori dal tessuto renale è limitata dalla loro inaccessibilità, tuttavia il recente sviluppo di un metodo per l’isolamento e la coltura di queste cellule dalle urine apre la prospettiva per una medicina personalizzata e lo sviluppo di strategie terapeutiche paziente-specifiche. I progenitori renali paziente-specifici, potranno essere, inoltre, utilizzati per testare nuovi composti farmacologici e per valutare la tossicità dei farmaci con particolare riguardo alla nefrotossicità”.
Lo studio dei progenitori renali rappresenta quindi un potenziale strumento per comprendere meglio le malattie renali e per promuovere strategie terapeutiche innovative.