L'analisi delle piume di albatro provenienti da alcuni musei di Scienze naturali ha messo in luce che, da cent'anni a questa parte, nell'habitat dell'Oceano Pacifico sono aumentati i livelli di metilmercurio.
Anh-Thu Vo (University of California, Berkeley) e collaboratori hanno esaminato quanta tossina fosse presente nei piumaggi degli albatro piedineri (Phoebastria nigripes) conservati nei Musei di scienze naturali dell'Università di Harvard e dell'Università di Washington. Poiché gli esemplari risalgono anche a 120 anni fa, è stato possibile ricostruire l'aumento di metilmercurio nel corso dell'ultimo secolo.
Dalla ricerca, pubblicata su PNAS, è emerso che l'incremento della pericolosa tossina è generalmente consistente con l'aumento delle emissioni di mercurio riconducibili alle attività umane. L'allarme è serio, dato che i rischi derivanti da questo crescente inquinamento da mercurio non interessano solamente gli albatro, ma l'intero ecosistema del Pacifico, costituendo un possibile importante fattore del declino di alcune specie animali.
Il rischio, ovviamente, riguarda anche l'uomo. Inevitabile che le popolazioni che vivono a ridosso dell'Oceano e che si nutrono di pesce pericolosamente carico di mercurio siano quelle più esposte al potenziale avvelenamento.