Mancanza di correttezza scientifica e sensazionalismo. Sono le due caratteristiche ricorrenti che caratterizzano notizie televisive e articoli di giornali in tema di cambiamento climatico. Questo ciò che esce dall'incontro “PIANETA rovente. Comunicare il cambiamento climatico oltre il catastrofismo” proposto all'interno dell'VIII edizione del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia.
Organizzato da FIMA, la Federazione italiana dei media ambientali, l'evento ha visto la partecipazione di scienziati, climatologi oltre che di giornalisti e divulgatori scientifici con l'unico obiettivo: presentare come i diversi media coprono il tema del riscaldamento globale. Il basso grado di correttezza scientifica delle informazioni veicolate è stato individuato come denominatore comune per stampa e televisione, nel contesto italiano come in quelli internazionali.
Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana, sottolinea come la comunità scientifica sia oggi unanime nel considerare il surriscaldamento globale più che probabile, ormai una certezza. Dall'altro lato, nonostante le grandi possibilità di “raggiungere attraverso internet informazioni corrette”, secondo il meteorologo, i media spesso ricorrono a titoli e articoli sensazionalistici, il cui basso grado di correttezza scientifica è causato in primis dalla velocità con la quale le notizie vengono prodotte e lanciate.
Allo stesso modo Stefano Caserini, docente del Politecnico di Milano, ritiene che la criticità del rapporto tra scienza e media stia nel fatto che sui media generalisti un argomento così complesso e globale come il cambiamento climatico sia affidato poche volte a giornalisti ambientali ben preparati, troppo spesso a opinionisti senza alcuna preparazione scientifica.