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Una crescita inarrestabile

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L’Amaranthus palmeri è una pianta che può raggiungere più di 2,5 metri, con una crescita di 6 centimetri al giorno. Produce 600.000 semi ed è molto resistente, l’arbusto può rovinare le macchine agricole durante i processi di raccolta. Qualche tempo fa, pesticidi come il popolare glifosato riuscivano a contrastare la crescita di queste erbacce. Ora però l’Amaranthus palmeri è diventata resistente al glifosato. La prima popolazione resistente è stata riscontrata nel 2005 in un campo di cotone in Georgia, e la pianta ormai affligge gli agricoltori in almeno 23 stati americani.
Queste erbacce “resistenti” sono apparse anche in Australia, Brasile e Argentina, nazioni dove vengono coltivate colture modificate geneticamente in grado di resistere ai pesticidi contenenti glifosato.
Molti esperti sono convinti, infatti, che la resistenza dell’Amaranthus palmeri sia da collegare all’introduzione e alla diffusione di colture ingegnerizzate.
A questa ipotesi si sono opposte le industrie chimiche che sviluppano i semi per queste colture, a loro avviso la probabilità che un infestante possa sviluppare una resistenza a un prodotto chimico è molto alta.
Secondo, però, i dati del Gruppo ETC, si stima che solamente negli Stati Uniti sono già sorti all’incirca 130 tipi di erbacce resistenti ad erbicidi, in 4,45 milioni di ettari di piantagioni.
Questo ha portato a un aumento dell’uso di erbicidi, con applicazioni più frequenti e dosi più elevate per combatterle, con la conseguente contaminazione dell’ambiente circostante.

La US Environmental Protection Agency (EPA) vuole però vederci chiaro, insieme all’ICT ha avviato un progetto di valutazione degli erbicidi, così da monitorare la comparsa di erbe infestanti resistenti e in caso di necessità imporre eventuali restrizioni nell’utilizzo.
Quando sono state messe in commercio piante geneticamente modificate resistenti agli insetti le autorità statunitensi hanno imposto agli agricoltori la coltivazione, nei dintorni dei campi, di piante non resistenti così da alleggerire la pressione sulla selezione degli insetti.
Misure simili per le piante resistenti agli erbicidi comportarebbero per gli agricoltori la rotazione nel corso degli anni delle colture o degli erbicidi. Sono delle soluzioni ma molti agricoltori sono restii nell’investire ulteriori soldi per gestire correttamente le pianti infestanti, dato che le loro aziende agricole potrebbero finire comunque infestate dalle piante dei propri vicini.

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