fbpx Una app per avere le molecole in 3D tra le dita | Scienza in rete

Una app per avere le molecole in 3D tra le dita

Primary tabs

Tempo di lettura: 1 min

Molecules è un'applicazione per il rendering tridimensionale delle molecole. Le molecole possono essere ruotate, ingrandire o rimpicciolire spostando le dita sul display sfruttando touchscreen e zoom di iPhone e iPad. Facendo doppio tap sul display è possibile passare dalla struttura ball and stick alla struttura spacefilling.

L'app è direttamente collegata alle banche dati di RCSB Protein Data Bank e NCBI's PubChem dalle quali è possibile scaricare un numero praticamente illimitato di molecole. Oltra alla struttura è possibile visualizzare altri dati dettagliati su ciascuna molecola come composizione amminoacidica, peso molecolare o descrizione.
Le informazioni, una volta effettuato il download, possono essere consultate anche in assenza di connessione a internet. 

Per chi volesse visualizzare su Molecules strutture molecolari personalizzate, è possibile scaricarle sull'app tramite iTunes file sharing o attraverso l'uso di formati URL personalizzati. Per meggiori informazioni consultare il sito di supporto per Molecules.

Il codice sorgente di Molecules è disponibile sotto licenza BSD.

Video tutorial (in inglese) e anteprime dell'app:

[video:http://www.youtube.com/watch?v=Mf33YEScPPQ]
Video review by 

Molecules 1 Molecules 2 Molecules 3 Molecules 4


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Di latticini, biotecnologie e latte sintetico

La produzione di formaggio è tradizionalmente legata all’allevamento bovino, ma l’uso di batteri geneticamente modificati per produrre caglio ha ridotto in modo significativo la necessità di sacrificare vitelli. Le mucche, però, devono comunque essere ingravidate per la produzione di latte, con conseguente nascita dei vitelli: come si può ovviare? Una risposta è il latte "sintetico" (non propriamente coltivato), che, al di là dei vantaggi etici, ha anche un minor costo ambientale.

Per fare il formaggio ci vuole il latte (e il caglio). Per fare sia il latte che il caglio servono le vacche (e i vitelli). Cioè ci vuole una vitella di razza lattifera, allevata fino a raggiungere l’età riproduttiva, inseminata artificialmente appena possibile con il seme di un toro selezionato e successivamente “forzata”, cioè con periodi brevissimi tra una gravidanza e la successiva e tra una lattazione e l’altra, in modo da produrre più latte possibile per il maggior tempo possibile nell’arco dell’anno.