Il concetto di ‘informazione’ è fortemente radicato nel linguaggio della biologia molecolare. Termini quali ‘codifica’ o ‘trascrizione’ dell’ ‘informazione’ veicolata dalla molecola di DNA pervadono la descrizione manualistica dei processi biologici e fanno ormai parte del lessico quotidiano, come dimostrano locuzioni, oramai di diffuso utilizzo, quali ‘scritto nel DNA’ o ‘presente nel codice genetico’. Tale concetto trova la sua prima esplicita definizione in uno scritto di Crick del 1958: «Per “informazione” intendo la specificazione della sequenza di aminoacidi della proteina [a partire dalla sequenza di nucleodi del DNA]». Per ‘informazione biologica’ si intende, pertanto, la specifica corrispondenza tra codoni (triplette di nucleotidi) e la sequenza aminoacidica della proteina.
Se, da un lato, il concetto di ‘informazione’ ha rivestito un importante ruolo euristico, soprattutto nel periodo storico in cui la biologia molecolare stava affermandosi come disciplina scientifica autonoma, dall’altro, resta da chiedersi la reale portata epistemologica di tale concetto. La filosofia della biologia ha approfondito notevolmente questo aspetto, e buona parte del dibattito in questa disciplina ha cercato di chiarire il contributo specifico di questo concetto all’interno degli schemi esplicativi della biologia molecolare. Rispetto a questo tema, i filosofi della biologia si sono divisi all’interno di due grandi correnti: sostanzialisti ed eliminativisti. La posizione sostanzialista sostiene che il concetto di ‘informazione’ riveste un ruolo fondamentale all’interno del quadro esplicativo della biologia molecolare. Questa posizione, sembra assumere che il rapporto tra sequenza nucleotidica e sequenza aminoacidica sia di carattere deterministico e vede la prima semplicemente riflessa nella seconda. I sostanzialisti portano spesso come evidenza a loro favore il fatto che ‘informazione’ sia un termine pervasivo del linguaggio e delle pratiche dei biologi sperimentali.
Recentemente, la posizione sostanzialista è stata ritenuta insufficiente a spiegare i processi che conducono dalla sequenza nucleotidica a quella aminoacidica della proteina. Per gli eliminativisti, data la complessità delle molecole coinvolte e delle loro numerose interazioni, il processo di specificazione della sequenza di aminoacidi in polipeptide a partire da una sequenza di DNA non è adeguatamente spiegato in termini di ‘informazione’. Piuttosto, sostengono gli eliminativisti, la sintesi proteica trova la sua spiegazione scientifica precisa all’interno di un quadro causale probabilistico basato sulla biochimica e la biofisica. Pur non rinunciando al valore euristico e metaforico del concetto d’informazione, gli eliminativisti sostengono, in ultima analisi, che il quadro deterministico sotteso dal concetto d’informazione possa essere eliminato dallo schema esplicativo della biologia molecolare, senza che questo comporti alcuna perdita epistemologica della stessa teoria.
Bibliografia
Boniolo, G., Giaimo S. (2008), Filosofia e scienze della vita: Un’analisi dei fondamenti della biologia e della biomedicina, Bruno Mondadori, Milano, Cap. 9.