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Deutschland über Alles, soprattutto über Italien?

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Immagine tratta dal video Italien ist nicht Deutschland! della ZDF - Zweites Deutsches Fernsehen (Seconda Televisione Tedesca).

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I tedeschi non ci hanno mai perdonato di aver perso tutte le semifinali dei Mondiali. Forse è offensivo ricordare ai nostri connazionali la sequela di disfatte - che riproponiamo in un articolo dedicato a una realtà triste come l’attuale epidemia di Covid solo per temperare con un sorriso questa tragedia. 

  • 1970 Città del Messico: Italia Germania 4-3 
  • 1978  Buenos Aires : Italia- Germani 0-0 (Germania eliminata)
  • 1982 Madrid: Italia Germania  3-1 
  • 2006 Dormund: Italia - Germania 2-0

Premettiamo che gli autori di questo articolo amano la Germania e i tedeschi. Appena possiamo ci andiamo, ammiriamo il loro ordine ma anche il disordine berlinese (che infatti loro detestano). Adoriamo le loro piste ciclabili e non ci capacitiamo delle loro metropolitane senza tornelli. Siamo anche profondamente grati per aver ospitato tanti nostri connazionali ( e in questo momento anche 12 pazienti italiani).

Per questo ci dispiace che la loro ben nota frustrazione calcistica si riversi in un video piuttosto acido del secondo canale della loro televisione nazionale, che in meno di due minuti - con la grafica tipica di una partita di calcio - fa un impietoso confronto fra noi e loro. Per dire, sostanzialmente, che “Wir sind nicht wie die Italiener”, noi non siamo come gli italiani. Di fronte a Covid, ovviamente. I numeri che snocciolano giocano effettivamente a loro favore. In sintesi:

  • Più soldi alla sanità: 11,5 sul PIL contro 8,8 sul PIL 
  • Più letti: 499.000, di cui 28.000 in terapia intensiva contro 159.000 letti, di cui 5.400 in terapia intensiva 
  • Più personale sanitario: 12 per mille occupati contro 5,8 per mille occupati

Immagine tratta dal video Italien ist nicht Deutschland! della ZDF - Zweites Deutsches Fernsehen (Seconda Televisione Tedesca).

I dati sono sostanzialmente corretti, anche se i posti letto in Italia sono di più di quanto afferma la televisione tedesca, ma certo non confrontabili, così come la sproporzione di personale sanitario.

Personale sanitario per 100.00 abitanti. Fonte Eurostat (tabelle hlth_rs_prsns e hlth_rs_spec).

Ma siamo sicuri che siano questi i numeri che contano per fare la differenza contro l’epidemia? Non è un po’ presto per azzardare considerazioni del genere essendo loro un paio di settimane in ritardo rispetto a noi nella diffusione del virus?

Solo alla fine dei questo calvario che ci dovrebbe accomunare, e che invece sta diventando una terza guerra mondiale che si gioca sui numeri di casi e di morti di Covid, capiremo forse cosa è successo. E quali sono stati gli errori e le caratteristiche che hanno facilitato in alcuni paesi e frenato in altri la diffusione della pandemia.

Al 27 marzo questi i numeri per COVID-19 nei due paesi: 

  • Italia: 86.498 casi; 9.134 deceduti; età mediana dei casi 63 anni.
  • Germania: 42.288 casi;  253 deceduti; età mediana dei casi 48 anni. 

Per il momento la cosa che ci sembra più rilevante è l’ipotesi avanzata in una pubblicazione del 2008 scritto, tra gli altri, dall’allora direttrice del Centro nazionale di epidemiologia dell’istituto superiore di sanità, nonché nostra autrice, Stefania Salmaso. La differenza fra Italia e Germania è che noi stiamo molto di più con i nostri genitori e nonni dei tedeschi. Questo isolamento degli anziani è - diciamo così - connaturato alla società tedesca. E probabilmente è uno dei fattori protettivi dalle infezioni e dalle morti per Covid.

Figura tratta dalla presentazione The Economics of a Pandemic: the case of Covid-19, di Paolo Surico e Andrea Galeotti della Economics at London Business School. Studio originale: Joël Mossong et al. Social Contacts and Mixing Patterns Relevant to the Spread of Infectious Diseases, Plos Med 2008.

A saperlo ci saremmo risparmiati tanto calore mediterraneo. Ma di questo difettaccio degli italiani il video tedesco si è dimenticato.

 
Nota
Secondo l’Annuario Statistico del Servizio Sanitario Nazionale del 2017, il SSN dispone di circa 191 mila posti letto per degenza ordinaria (77% pubblici), 13.050 posti per day hospital (89% pubblici) e di 8.515 posti per day surgery (78% pubblici). Per quanto riguarda le terapie intensive l’Italia può contare, tra pubblico e privato, su 5.090 posti letto (8,42 per 100.000 ab.). 
La percentuale di spesa pubblica sul PIL in salute e del 6,6%, sommando la spesa privata arriva all’8,8%. 
Per quanto riguarda la forza lavoro, l’Italia (dati EUROSTAT 2017) può contare su circa 43.000 medici di medicina generale (72 x100.000 abitanti), 187.000 specialisti (310 ogni 100.000 ab) e 351.000 infermieri professionali (580 ogni 100.000 ab).)
* Si ringrazia per la consulenza calcistica Ascanio Carra.

 


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