Hanno impiegato otto
minuti i neutrini prodotti nella fornace nucleare nel cuore del Sole per
raggiungere il laboratorio sotterraneo del Gran Sasso dell’Infn dove
l’esperimento Borexino li ha misurati in tempo reale.
Sono il prodotto di
reazioni nucleari che hanno fuso nuclei di idrogeno in nuclei di elio nel
plasma solare producendo al contempo quell’energia che, sotto forma di fotoni, potrà
raggiungere e scaldare la Terra solo tra centinaia di migliaia di anni.
Il 28 agosto scorso la
rivista Nature ha pubblicato un
articolo della collaborazione internazionale Borexino che annuncia la misura,
per la prima volta al mondo in tempo reale, dei cosiddetti neutrini pp, di gran lunga i più copiosi tra
tutti quelli prodotti nelle catene di reazioni nucleari fonte dell’energia del
Sole.
Un grande risultato
scientifico che primeggia tra quelli finora già raggiunti da questo esperimento
dedicato alla misura dei neutrini solari e operante da circa sette anni nel
Laboratorio sotto il massiccio del Gran Sasso.
La fonte dell’energia del Sole sta nel suo nucleo, dove una potentissima centrale nucleare brucia centinaia di milioni di tonnellate di Idrogeno al secondo convertendole in elio, con rilascio di energia e neutrini. Il processo nucleare predominante (99%) è detto pp: una catena di reazioni nucleari che produce 26.73 MeV di energia sotto forma di radiazione gamma e X e neutrini elettronici con una distribuzione energetica che si estende fino a qualche decina di MeV. Questo processo inizia con la fusione di due protoni in un nucleo di deuterio (2H) che nel 99.7% dei casi avviene tramite la reazione, anch’essa detta pp con l’emissione di un positrone e un neutrino elettronico di energia fino a 420 KeV. Questa reazione è responsabile del 90% della produzione totale di energia del Sole.
I neutrini emessi, grazie
alla loro scarsa probabilità d’interazione con la densa materia del nocciolo,
riescono a uscire immediatamente dall’interno e si propagano nello spazio
raggiungendo la Terra in circa otto minuti. Al contrario i fotoni sono
continuamente e ripetutamente assorbiti dagli atomi che incontrano nel loro
cammino,rimanendo intrappolati all’interno per un tempo lunghissimo prima di riemergere
in superficie. La luce solare che oggi ci scalda è quindi stata prodotta in
reazioni avvenute decine o centinaia di migliaia di anni fa.
Dalla misura del flusso
di neutrini pp si ricava il flusso
totale di energia emessa dal Sole, in buon accordo con le previsioni del Modello
Standard Solare (SSM), frutto combinato di tutte le osservazioni e misure solari
anche ottiche. La misura di Borexino ci conferma quindi che, stante i tempi
molto differenti di propagazione di neutrini e radiazione elettromagnetica, il
Sole è rimasto nello stesso stato di equilibrio termodinamico tra gravità e
radiazione in una scala temporale di un centinaio di migliaia di anni.
Le prime misure dei
neutrini solari, risalenti agli anni ’60 del secolo scorso, avevano dato luogo
a uno dei più interessanti gialli della
fisica astro particellare. Il flusso misurato era, infatti,inferiore di un
terzoo metà rispetto alla previsione del Modello Solare Standard. Solo grazie a
una serie di esperimenti sempre più sensibili e specializzati si è capito che
la causa del deficit era il fenomeno delle oscillazioni che trasformava i
neutrini elettronici in neutrini muonici o del tau durante il loro cammino dall’interno
del Sole fino a noi.
Anche i neutrini pp erano già stati misurati in passato
in particolare dall’esperimento GALLEX/GNO al Gran Sasso e da SAGE. Tuttavia in questo
tipo di apparati si può solo estrarre a posteriori con complicati processi
radiochimici il numero totale dei neutrini di energia superiore a un certo
valore di soglia. Borexino ha invece misurato per la prima volta al mondo in
modo diretto e in tempo reale il flusso dei neutrini pp nell’intervallo di energia (0-420) KeV, con una precisione di
circa il 10%.
La misura è
particolarmente difficile a causa della bassissima energia di questi neutrini
il cui il segnale è normalmente annegato nel fondo di eventi dovuti alla
radioattività naturale dei materiali utilizzati o indotta dai raggi cosmici.
Questo importante risultato è stato ottenuto con raffinate tecniche di analisi
dati egrazieallo schermo fornito dalla montagna che sovrasta il Laboratorio, e
soprattutto per la straordinaria radio purezza dell’apparato.
Il prossimo e ancora più ambizioso
traguardo scientifico sarà la misura diretta dei neutrini pp con una sensibilità intorno all’1%, necessaria per verificare la
dinamica solare in una scala temporale superiore a centomila anni, mettendo a
confronto le misure di fotoni e neutrini a parità di precisione. Sarà quindi
possibile conoscere ancora meglio il funzionamento non solo del Sole ma anche
di altre stelle più massicce o più antiche.