E se provassimo ad incoraggiare comportamenti virtuosi e salutari con l'uso di incentivi? In Piemonte lo stanno facendo 19 comuni della provincia di Torino dove il progetto Fada di Achab Group e Keo Projects ha distribuito 120 mila tessere sulle quali altrettante famiglie potranno accumulare punti utili da spendere in esercizi commerciali che aderiscono all'iniziativa. A far accumulare punti sono comportamenti ecologici come il riciclo di carta e plastica, il compostaggio, l’installazione di pannelli fotovoltaici e l’uso dei mezzi pubblici. Per calcolare i punti è stato predisposto uno sportello virtuale a cui inviare le ricevute e le fatture a riprova dei comportamenti virtuosi.
Un’idea innovativa che rivoluziona il concetto più tradizionale di consumo e risparmio e una scommessa che, se vinta, potrebbe essere adottata da una rete territoriale più ampia, anche sulla spinta del difficile impegno assunto con il trattato europeo 20-20-20, ossia quello di produrre entro il 2020 il 20% di energia con le rinnovabili, migliorare l'efficienza energetica e ridurre le emissioni di gas serra del 20%.
Se per sviluppare la coscienza ambientalista degli italiani qualche progetto basato sugli incentivi inizia a dare buoni frutti, sul versante della salute personale le istituzioni (locali e non) appaiono più timide. Come spesso accade, l’ispirazione giunge anche questa volta dall'esperienza di altri Paesi. E’ il caso, ad esempio, del Westminster City Council, una delle 32 circoscrizioni di Londra, che in risposta al preoccupante dilagare dell’emergenza obesità ha proposto sgravi fiscali per i cittadini che si impegnano a praticare sport e attività fisica prescritte dal proprio medico.
Più della metà dei londinesi adulti sono attualmente obesi o sovrappeso e due terzi della intera popolazione del Regno Unito non raggiunge il fabbisogno minimo di attività fisica. Per questo motivo il sindaco ha già promosso misure concrete per combattere la pigrizia dei suoi concittadini. Con in mente l’obiettivo di quadruplicare il numero dei ciclisti entro il 2026, Londra si è dotata di piste ciclabili e di un sistema di bike sharing molto funzionale.
Spostandoci oltreoceano, a New York si contano ogni anno 5 mila decessi legati a sovrappeso ed obesità, con un costo sanitario diretto di ben 4 miliardi di dollari. A partire dal 2007 la città ha intrapreso una vera e propria lotta ai trans grassi presenti negli alimenti offerti dalla ristorazione locale. Ha inoltre imposto l’obbligo di pubblicare sui menu l’apporto calorico di ogni pietanza. Proprio dal mese in corso, infine, bibite e caffè in vendita presso cinema, ristoranti e rivenditori di strada dovevano essere disponibili solo in formato ridotto, in modo da limitare l’apporto calorico legato al consumo degli zuccheri dannosi per chi è a rischio diabete. A sorpresa, una sentenza dell'ultima ora ha bloccato l'ordinanza del sindaco, lasciando ai newyorkesi ancora per un po' dosi di bibite oversize.
In Sud America un buon esempio di politiche cittadine di stimolo alla promozione della salute è quello di Bogotà, dove dagli anni ‘70, 100 chilometri di piste ciclabili restano chiusi al traffico automobilistico ogni domenica, permettendo ai cittadini di muoversi all’aperto, migliorando la qualità dell’aria che respirano e la propria salute. Si calcola infatti che questa opportunità venga sfruttata dal 41 per cento dei cittadini della capitale colombiana almeno 3 ore a settimana, con concrete ricadute di risparmio sui costi sanitari pro capite.
Fra i paesi più pigri, accanto a Stati Uniti, Argentina, Brasile, Sud Africa, Spagna e Portogallo, compare anche l’Italia. I dati diffusi recentemente dal Ministero della Salute e dal Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie mostrano una diminuzione dell'obesità infantile che resta però complessivamente preoccupante. L'indagine segnala un eccesso di peso nel 32,3% dei bambini di terza elementare, in calo del 2,9% rispetto alla rilevazione del 2008/2009. Come spesso accade nel nostro Paese, emerge una grande eterogeneità regionale. L’eccesso ponderale supera il 40% al centro-sud (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia e Basilicata), ma scende sotto il 25% in Sardegna, Val d'Aosta e Trentino-Alto Adige. I nostri bambini mangiano male e conducono una vita troppo sedentaria.
Oltre alla chiara necessità di investire di più nella prevenzione per ridurre le disuguaglianze e i costi sanitari e sociali legati al sovrappeso infantile, potrebbe essere utile proporre sgravi e incentivi concreti, come ad esempio la gratuità di certificati medici ed esami clinici necessari per praticare sport o la parziale detrazione di spese legate ad attività fisica.
Un paese come l’Italia parte sicuramente avvantaggiato, considerando le condizioni climatiche, la qualità dei prodotti autoctoni e i benefici, ormai scientificamente provati, legati alla dieta mediterranea e al suo impatto positivo sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari. Muovendo da questi punti di forza, varrebbe la pena ideare sistemi incentivanti per diffondere la cultura e i valori della sostenibilità. Si potrebbero premiare le azioni concrete dei singoli cittadini che si impegnano per salvaguardare la salute del territorio e la propria, trasformando i comportamenti corretti in vantaggi tangibili per il singolo e per la società e, perché no, misurando anche i risparmi che queste politiche certamente porterebbero.