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Fra gli italiani che si avvicinano alle elezioni è diffusa la percezione della profonda crisi socioeconomica in cui versa il Paese, segnato da una mai così ampia diffusione della povertà e della disoccupazione, mentre al contempo fasce ristrette della popolazione godono di ricchezze sempre maggiori, nel segno di una crescente diseguaglianza tra i livelli sociali della popolazione, tra i diversi territori, e tra le diverse generazioni.
Manca invece quasi del tutto nell'opinione pubblica una percezione chiara dell’incombente crisi ambientale e climatica, e dell'estrema necessità di agire speditamente all’interno della classe dirigente politica.
È fondamentale cercare soluzioni integrali, che considerino le interazioni dei sistemi naturali tra loro e con i sistemi sociali. Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale. Le direttrici per la soluzione richiedono un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura. (Papa Francesco, Laudato si', 139).
Dal punto di vista ambientale, tre diversi fenomeni mettono a rischio il nostro benessere e l’ecosistema: inquinamento, cambiamenti climatici ed eccessivo sfruttamento delle risorse naturali.
Tre fenomeni spesso contraddittori e poco conosciuti dai cittadini, che hanno effetti di breve e lungo termine sulla salute, sul benessere, ma anche sulla nostra economia. Una linea comune attraversa questi tre fenomeni: l’energia. Abbiamo di fronte a noi due scenari: mantenere invariato il modello economico basato sullo sfruttamento dei combustibili fossili, oppure ridurre i consumi energetici e utilizzare le fonti rinnovabili. Solo la seconda soluzione, oggi matura e perseguibile, può farci uscire dalla crisi ambientale, sociale ed economica.
Alla comunità scientifica non è chiaro se la politica ha deciso implicitamente di perseguire la prima strada, oppure se è convinta della ineluttabile necessità della seconda. È chiaro, tuttavia, che non vi possono essere mediazioni, non si possono contemporaneamente promuovere investimenti sulle fonti rinnovabili e sulle fonti fossili, occorre definire una strategia che preveda la conversione completa verso il secondo modello in 20-30 anni, e il sistema economico e sociale si allineerà a questi obiettivi. Alla politica spetta il compito di decidere la strategia e gli strumenti per promuovere la transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili.
Rivolgiamo quindi un forte appello alle forze politiche che si candidano per governare il paese affinché elaborino visioni e mettano in atto provvedimenti per affrontare e vincere la sfida all’inquinamento e ai cambiamenti climatici e per tutelare le risorse del pianeta.
Invitiamo tutti i cittadini a votare i candidati che dichiareranno pubblicamente di prendere impegni su questi punti fondamentali:
- Rispetto degli accordi di Parigi sottoscritti dal nostro Paese nell’ambito della COP21;
- Promuovere conoscenza e consapevolezza delle crisi ambientali che stiamo vivendo;
- Adottare politiche fiscali che favoriscano la transizione da fossili a rinnovabili (carbon tax);
- Definire entro la legislatura obiettivi strategici per attivare una transizione sostenibile: bando ai combustibili fossili entro il 2040, riduzione dell’uso di energia pro-capite, dematerializzazione dei processi industriali.
Vincenzo Balzani (coordinatore), Dipartimento di Chimica “G. Ciamician”, Università
Nicola Armaroli, Istituto ISOF-CNR
Alberto Bellini, Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione “Guglielmo Marconi”, Università
Giacomo Bergamini, Dipartimento di Chimica “G. Ciamician”, Università
Enrico Bonatti, Columbia University, Lamont Earth Observatory, ISMAR-CNR
Alessandra Bonoli, Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, dell’Ambiente e dei Materiali, Università
Carlo Cacciamani, Dipartimento della Protezione Civile Nazionale
Romano Camassi, INGV
Sergio Castellari, CMCC e INGV
Daniela Cavalcoli, Dipartimento di Fisica ed Astronomia, Università
Marco Cervino, ISAC-CNR
Maria Cristina Facchini, ISAC-CNR
Sandro Fuzzi, ISAC-CNR
Luigi Guerra, Dipartimento di Scienze dell’Educazione «Giovanni Maria Bertin», Università
Giulio Marchesini Reggiani, Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università
Vittorio Marletto, Servizio IdroMeteoClima, ARPA
Leonardo Setti, Dipartimento di Chimica Industriale, Università
Micol Todesco, INGV
Margherita Venturi, Dipartimento di Chimica “G. Ciamician”, Università
Stefano Zamagni, Scuola di Economia, Management e Statistica, Università
Gabriele Zanini, ENEA-Divisione MET