I dischi volanti hanno fatto la loro comparsa ufficiale il 24 giugno 1947 quando Kenneth Arnold, che pilotava il suo aereo nei pressi delle Cascade Mountains, nello Stato di Washington, vide nove forme luminose disposte in formazione diagonale che sfrecciavano in cielo. Per descriverle disse che assomigliavano a saucer (piattini, come quelli del servizio da the) che rimbalzavano sull’acqua. Ai giornalisti piacque l’immagine dei piattini volanti, che divennero dischi volanti in italiano. l signor Arnold narrò la sue esperienza in diverse interviste dai titoli espliciti ( did see the flying disks del 1948, The flying saucer as saw it del 1950) che non lasciavano dubbi sulla natura aliena dei suoi avvistamenti.
Dai “dischi volanti” agli “UFO”
Per chi volesse approfondire il soggetto, consiglio l’informatissimo libro di Marco Ciardi Il mistero degli antichi astronauti, dal quale ho preso queste notizie. A dispetto del titolo, Marco Ciardi non vuole dimostrare che gli alieni abbiano visitato la terra a più riprese, influendo sul corso dello sviluppo delle civiltà. Il suo scopo è invece capire come queste teorie si siano evolute nel corso degli ultimi due secoli passando attraverso libri più o meno famosi, racconti pubblicati su giornali influenti, fumetti dalla grandissima tiratura e film di indubbio successo. Partendo da dati incerti, si costruiscono interpretazioni fantasiose. Assistiamo così allo sviluppo di visioni pseudoscientifiche dove le speculazioni, rimbalzate da un autore all’altro, diventano certezze. E’ sempre Ciardi che ricorda che il termine UFO (per Unidentified Flying Object ovvero “oggetto volante non identificato”) venne coniato nel 1952 dalla Air Force USA per indicare gli avvistamenti per i quali non si disponeva di informazioni sufficienti per permettere una chiara identificazione. Ovviamente, il termine non era stato pensato per indicare astronavi aliene. Tuttavia, abbastanza rapidamente nell’immaginario collettivo UFO divenne sinonimo di visite di extraterrestri e, cavalcando un’opinione pubblica sensibile alla possibilità di vita aliena intelligente, si assistette allo scoppio del fenomeno dischi volanti che continua ad interessare (o forse sarebbe meglio dire ad ossessionare) il pubblico americano
Avvistamenti targati USA
Secondo una statistica costruita a partire dai quasi 105.000 avvistamenti registrati dal National UFO Reporting Center (NUFORC) a coprire un lasso di tempo che va dal 1905 ad oggi, in USA si sono verificati 250 avvistamenti ogni milione di abitanti, quasi 300 volte sopra la media globale. Segue il Canada con 100 avvistamenti per milione di abitanti e poi si precipita al terzo posto di Islanda, Inghilterra, Australia che non arrivano a 5 avvistamenti per milione di persone. La media mondiale è meno di 1 avvistamento per milione di persone e l’Italia è agli ultimi posti.
Lo studio è opera di San Monford, uno studente di dottorato nel dipartimento di Human Factors and Applied Cognition dell’Università George Mason a Fairfax, che ha semplicemente elaborato graficamente i dati disponibili sul sito NUFORC, dove vengono archiviate le notizie relative agli avvistamenti, tenendo traccia anche delle informazioni correlate, quali il luogo, l’ora e il tipo di avvistamento. Guardando le statistiche degli avvistamenti mensili, la prima cosa che salta all’occhio è il continuo aumento nei numeri che, dal 1990 al 2000, sono quintuplicati e la crescita continua.
Fuochi d’artificio e Venere
Il record è del luglio 2014 con 1.102 avvistamenti. In effetti, luglio è sempre più ricco di avvistamenti dei mesi vicini e, andando a vedere le informazioni dettagliate, si nota un picco molto evidente in corrispondenza del 4 luglio, festa nazionale americana. Forse si tratta di fuochi d’artificio molto potenti e ben riusciti? Ma è mai possibile che un americano che vede luci strane la sera del 4 luglio non pensi ai fuochi d’artificio? Controllando il sito NUFORC si direbbe che la spiegazione più ovvia spesso non sia considerata.
La prima raccomandazione che compare è la richiesta di non chiamare la hot-line per annunciare l’avvistamento di una luce alla posizione di Venere, molto prominente in questo periodo dopo il calar del Sole. Dicono che rispondere alle oltre 200 chiamate che ricevono a proposito di Venere ogni settimana consuma buona parte del loro tempo.
Comunque, andando a esaminare il dettaglio degli avvistamenti, il dato più eclatante è la schiacciante maggioranza delle notizie provenienti dagli USA. Prendiamo il mese record del luglio 2014. Su 1.102 avvistamenti, 26 sono canadesi, 6 inglesi, 3 greci e uno a testa per India, Australia, Ecuador, Messico, Spagna e Giappone. Tutti gli altri vengono dagli Stati Uniti. Se guardiamo il luglio 2016, che registra 674 avvistamenti, troviamo 10 canadesi, 2 inglesi e poi uno ciascuno per Lituania, Iran, Messico, Australia e India. Il gennaio 2017 è stato un mese di stanca con solo 310 avvistamenti archiviati: di questi 2 sono australiani, 2 canadesi, poi uno a testa per Nuova Zelanda, Inghilterra, Cile e Pakistan. Cambiano i comprimari ma il protagonista rimane sempre lo stesso: gli Stati Uniti.
Luci multiple o lanterne cinesi?
Sam cerca di capire come sia evoluta nel tempo la tipologia degli avvistamenti. Il sito distingue luci generiche da dischi volanti, oggetti allungati oppure sferici o triangoli. I dischi volanti hanno dominato la scena fino agli anni ’90. Adesso la tipologia più comune è quella di luci multiple, cosa che fa sospettare il prudente Sam che si tratti forse di gruppi di lanterne cinesi. Sono palloni di carta con una sorgente luminosa al loro interno, retaggio da tradizioni importate dagli immigrati cinesi. Il calore prodotto scalda l’aria e fa alzare la lanterna che poi può fluttuare a lungo. Fuochi d’artificio e lanterne cinesi sono spiegazioni troppo banali per gli entusiasti del mistero.
Il successo delle pseudoscienze
Il grande Carl Sagan che sapeva essere un grande planetologo, un grande divulgatore e un grande scrittore di fantascienza, diceva: “Per molte persone le mediocri dottrine delle pseudoscienze sono la più vicina approssimazione oggi esistente a una scienza comprensibile. La popolarità di queste pseudoscienze equivale a una nota di biasimo alle scuole, alla stampa e alle emittenti televisive, perché i loro sforzi nel campo dell’istruzione scientifica sono occasionali, privi di efficacia; e a noi scienziati, perché facciamo così poco per divulgare le nostre discipline”. Come dargli torto?