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Le notizie di scienza della settimana #83

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Sono state rese pubbliche il 5 dicembre scorso tre nuove mappe che mostrano le aree del pianeta più esposte al rischio sismico e quelle che, nel caso di un terremoto, subirebbero i danni maggiori in termini di morti, edifici crollati, danni all'economia (in particolare le tre mappe si riferiscono a hazard, risk ed exposure). A realizzarle, dopo quasi dieci anni di lavoro, è il Global Earthquake Model, un consorzio di università e industrie fondato dall'OCSE con sede a Pavia. Per la prima mappa i ricercatori hanno incorporato oltre 30 modelli nazionali e regionali di attività sismica con l'obbiettivo di calcolare la probabilità che un certo evento sismico con determinate caratteristiche si verifichi in ciascuna zona. Per la seconda hanno svolto un'indagine sui materiali e l'architettura degli edifici, mentre per la terza hanno misurato la distribuzione e la densità delle costruzioni. Nell'immagine i danni provocati dal terremoto del 28 settembre scorso a Petobo, un villaggio a sud della capitale Palu nella provincia centrale dell'isola di Sulawesi, Indonesia. Credit: Devina Andiviaty / Wikipedia. Licenza: CC BY-SA 3.0

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Salute pubblica

Un nuovo test, rapido ed effettuabile sul campo, per diagnosticare Ebola, Malaria e febbre di Lassa. Lo ha messo a punto un gruppo di ricercatori proveniente da Stati Uniti, Guinea e Senegal grazie al finanziamento della Becton, Dickinson and Company. I risultati dei test sugli animali e sugli esseri umani sono stati pubblicati su Science Translational Medicine. Il dispositivo ha il pregio di poter essere usato sul campo, senza dover mandare i campioni di sangue in un laboratorio. Inoltre è di facile lettura e non richiede un addestramento specifico. Gli scienziati intendono migliorare ulteriormente le sue prestazioni, ma il test potrebbe essere presto utilizzato in zone dove mancano acqua ed elettricità. [Medical Device and Diagnostic Industry; Amanda Pedersen]

Prostituti e prostitute hanno avuto un ruolo fondamentale nella campagna contro il virus dell'HIV in India. La loro storia viene raccontata da Ashok Alexander, capo dell'iniziativa Avahan promossa dalla Bill & Melinda Gates Foundation per contrastare la diffusione del virus in India. Secondo Alexander i successi ottenuti dal programma, che ha raggiunto 270 mila persone del mondo della prostituzione in quasi 700 villaggi e distribuito oltre 13 milioni di preservativi, è dovuta in gran parte al fatto che prostituti e prostitute si sono uniti per difendere una causa comune. Stabilendo una serie di luoghi di rifugio in cui queste persone potessero fare una doccia calda, riposare in un letto lontani dalle violenze dei partner e dei clienti e sottoporsi a test medici, gli attivisti sono riusciti a comunicare l'importanza della prevenzione e distribuire preservativi. Oggi in India vivono 2,1 milioni di persone affette da virus dell'HIV. La prevalenza è dello 0,22%, inferiore a quella degli Stati Uniti. [The Guardian; Amrit Dhillon]

La commissione promossa da University College, London e The Lancet su migrazione e salute lancia un appello: tutelare la salute dei migranti per favorire la stabilità e lo sviluppo socio economico dei Paesi sviluppati. Questo il messaggio centrale contenuto nel rapporto "The Health of a world on the move", pubblicato il 5 dicembre scorso. In un quadro politico dominato da populismi e nazionalismi, il rapporto offre delle raccomandazioni di politica sanitaria e delle migrazioni basate sui dati e le osservazioni. A contrastare la retorica secondo cui i migranti provenienti da Paesi in via di sviluppo rappresenterebbero un peso per i sistemi sanitari dei Paesi più ricchi in cui si spostano, gli esperti affermano che le popolazioni migranti hanno tassi di mortalità più bassi rispetto alle popolazioni di arrivo. Inoltre sottolineano la necessità di sviluppare strumenti giuridici che limitino il numero di migranti illegali per cui non è possibile alcun monitoraggio né tutela dello stato di salute. Tra le proposte quella di nominare un inviato speciale delle Nazioni Unite su mirazione e salute. [The Lancet; Ibrahim Abubakar et al.]

Emissioni

Pubblicati giovedì sera dalla presidenza polacca della COP24, che si è conclusa venerdì 14, una serie di testi preliminari che dovrebbero stabilire le regole per mettere in pratica l'accordo di Parigi. Molti i punti ancora aperti: il mercato delle emissioni, il meccanismo di rendicontazione del taglio delle emissioni, il grado di flessibilità che verrà accordato ai Paesi in via di sviluppo. Disattese le speranze di un aumento degli impegni di riduzione delle emissioni di gas serra che ciascun Paese deve autonomamente stabilire, le cosiddette Nationally Determined Contributions, e l'entità dei finanziamenti destinati al Fondo per l'adattamento e al Fondo per i Paesi meno sviluppati. [Le Monde; Audrey Garric]

Il movimento dei gilet gialli in Francia emerge dalla difficoltà di conciliare giustizia sociale e decarbonizzazione dell'economia. Ecologia e divario sociale si scontrano in queste settimane in Francia, dopo l'annuncio del Presidente Emmanuel Macron di aumentare la tassazione sui carburanti diesel. Da una parte il 50% della popolazione detiene l'8% del patrimonio mentre l'1% dei più ricchi ne possiede il 17%. Dall'altra i cittadini francesi appartenenti all'1% più ricco emettono 160 tonnellate di CO2 all'anno ciascuno. Coloro che appartengono al 10% più povero ne emettono solo 4 all'anno. La strategia avanzata dal governo per ridurre le emissioni è quella di tassare i carburanti, una misura che non tiene conto né del reddito né del patrimonio del contribuente. Da questa contraddizione ha origine la protesta dei gilet jaunes che non si sentono rappresentati da alcuna parte politica. Che siano loro a poter offrire una soluzione al problema di conciliare giustizia sociale e questione ecologista? La riflessione di Fabrice Flipo su The Conversation. [The Conversation; Fabrice Flipo]

Ricerca e società

Una conferenza organizzata a Mumbai lo scorso settembre ha celebrato l'antica tecnologia aeronautica sviluppata in India ben prima che i fratelli Wright facessero volare il primo aereo. È solo una delle teorie pseudoscientifiche che si stanno diffondendo in India grazie a un misto di superstizione religiosa, nazionalismo e polarizzazione sociale. Altre idee fantasiose riguardano una guerra nucleare antica, il fatto che gli antichi medici indiani praticassero delle forme rudimentali di chirurgia estetica. Le credenze non rimangono però confinate in gruppi ristretti di persone scarsamente istruite ma vengono promosse da figure di rilievo del Paese. È intervenuto alla conferenza di Mumbai anche Prahlada Ramarao, l'ex campo della più grande agenzia di ricerca militare indiana. [Undark; Ruchi Kumar]

Durante la conferenza OpenAccess 2020 svoltasi a Berlino, la Cina ha annunciato di sostenere l'iniziativa di transizione all'OA Plan S, promossa da alcuni tra i maggiori finanziatori della ricerca in Europa. A prendere questa posizione sono state la National Science Library cinese, la National Science and Technology Library e la Natural Science Foundation of China. I rappresentanti di queste istituzioni affermano che il governo ha intenzione di mettere in campo misure concrete per coinvolgere in questa iniziativa tutti i maggiori enti finanziatori della ricerca in Cina. Non è ancora chiaro tuttavia se il governo cinese adotterà tutte le raccomandazioni contenute nell'iniziativa Plan S. [Nature; Quirin Schiermeier]

Una sola salute. Occorre introdurre un neologismo e parlare di “monosalute” per descrivere la direzione che Ilaria Capua vorrebbe dare all’innovazione scientifica in ambito biomedico. Una direzione che spera possa diventare un metodo: studiare per cercare soluzioni di salute che considerino contemporaneamente il benessere di animali, piante e ambiente oltre che quello degli esseri umani. [Scienza in Rete; Rosy Matrangolo]

 


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