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Le università del Pakistan, il diluvio dopo il diluvio

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Pakistan: insoddisfatti dei tagli imposti dal Ministero delle Finanze, i Vice-Cancellieri di 71 Università del settore pubblico minacciano di dimettersi in blocco. Sostengono, giustamente, che i progetti di sviluppo sono fermi, le bollette non sono pagate, alcuni edifici sono costruiti a metà e gli stipendi dei docenti sono a rischio. Il governo però replica che l'assoluta priorità, vista la mancanza di fondi, è affrontare l'emergenza causata dalle devastanti inondazioni e che non può sostenere i budget gonfiati degli anni precedenti.

Sicuramente, prima o poi un minimo di fondi verrà stanziato e qualche compromesso si troverà. Ma una cosa è certa, la festa è finita. Per anni, i fondi sono piovuti dal cielo e sono stati sprecati con leggerezza. La dissolutezza e l'abuso di fondi da parte della HEC - Commissione per L'alta Istruzione - significa che, con o senza inondazioni, un disastro era dietro l'angolo. Ma la Commissione ha semplicemente scelto di non dar retta ai segnali preoccupanti nel corso degli anni.

Da un periodo di prosperità ad un doloroso fallimento: come si spiega? Dopo il 911 (11-09-2001), il mondo ha improvvisamente capito che c'era qualcosa di veramente sbagliato con il Pakistan. Agenzie di donatori esteri e vari governi si sono precipitati nel dare assistenza per l'istruzione. Temevano che un Pakistan analfabeta e non specializzato potesse diventare l'epicentro di terrorismo. Il loro modo di pensare era il seguente: più fondi, migliori università, meno terrorismo.

Uno tsunami di liquidi presto colpì le università Pakistane. Con il Dr. Atta-ur-Rahman a capo dell'HEC (Commissione per l'Alta Istruzione,) il budget per l'istruzione salì vertiginosamente del 900 % tra il 2002 e il 2008. Il mondo rimase stupito; tali sbalzi di budget sono rari quanto le supernovae. Le università prima raddoppiarono in numero poi triplicarono. Il numero di studenti registrati per il Dottorato, qualificati o meno, aumentò in maniera sbalorditiva. Nonostante gli studenti siano rimasti poveri, gli stipendi dei professori sono schizzati alle stelle.

Oggi le nostre università non hanno più i fondi per pagare questi stipendi esorbitanti. Ma questo doveva inevitabilmente accadere. Sull'insistenza dell'HEC, i professori di ruolo hanno visto i loro stipendi raddoppiarsi, triplicarsi e delle volte anche quadruplicarsi. Oggigiorno un Professore "TTS" può guadagnare fino a 325,000 Rs mensilmente, circa 30-35 volte lo stipendio massimo di un insegnante. Molti professori guadagnano almeno la metà o due terzi di questa somma. Ma il piano "TTS" ha fallito nell'attirare facoltà nuove e capaci dall'estero, in parte per via della situazione di sicurezza. Infine, i donatori internazionali si sono stancati di finanziare un sistema fallimentare, che successivamente è spofondato con i conti in rosso.

La spesa è diventa confusa col tempo. Sono state importate apparecchiature scientifiche costosissime, ma anni dopo sono ancora inutilizzate. Poi, controllando solo in maniera superficiale le capacità accademiche, l'HEC mandò migliaia di studenti con borse di studio all'estero. Nove università Pak-Europee furono annunciate ed anche parzialmente costruite, nonostante fosse evidente il loro fallimento. Ma non un Professore si fece avanti e quindi il progetto fu abbandonato. Non c'era giorno che passasse senza l'annuncio di qualche nuovo progetto mozzafiato. Alcuni di questi piani erano semplicemente folli. Nonostante ciò, l'ex Presidente della HEC riteneva fosse sempre meglio abbondare. Si vantò che la sua organizzazione avesse più di 350 progetti in corso, più che nel resto di tutto il governo.

Tutti i nodi vengono al pettine. Ma bisogna chiedersi perché è durato così a lungo questo buco nero inghiotta-fondi? La risposta la troviamo nella riuscitissima campagna di propaganda portata avanti dalla HEC che ha ingannato ingenui istituti stranieri. La prestigiosa rivista Nature scrisse che il Pakistan era arrivato ad una svolta. In un altro rapporto rilasciato dalla Banca Mondiale, Benoît Millot ed il suo team hanno elargito lodi senza fine nei confronti della HEC per aver effettuato "miglioramenti di qualità nelle università". Nonostante fosse addobbato con bellissime tabelle informative, nel rapporto mancava un aspetto chiave: non c'erano dati che provassero il miglioramento di qualità. In effetti questi istituti stranieri si resero complici di tale enorme spreco di denaro pubblico in Pakistan. Tristemente non c'è nessuno da incolpare.

Lo scorrere di denaro gratuito creò una nuova dinamica. Per beneficiare dei notevoli aumenti di stipendio per le posizioni di ruolo, i professori hanno frettolosamente rimosso tutte le barriere che intralciavano le loro promozioni. Hanno aumentato senza scrupoli il numero di studenti non qualificati per le ricerche a livello di dottorato perché ogni studente faceva confluire più soldi nelle loro tasche. Migliaia di articoli scientificie e documenti accademici insignificanti furono pubblicati in cambio di denaro.

Oggi, il fallimento del "miracolo educazione" di Musharraf-Rahman è evidente dalla forza con cui i professori strapagati e i loro studenti protestano nei confronti delle valutazioni con standard internazioonali che vengono loro richieste. Non sono in grado di soddisfare neanche i requisiti minimi nelle loro discipline, ma pretendono di avere lauree non meritate dicendo che essere sottoposi a prove di valutazione e fare dei corsi di aggiornamento sono un affronto alla loro dignità. La richiesta di dover superare gli esami internazionali GRE (Graduate Record Exams), così come l'obbligo di frequentare e superare i corsi di laurea sono state respinte dopo le dimostrazioni di protesta degli ultimi mesi.

La casa di paglia è stata finalmente soffiata via. Quindi, cosa bisogna fare? Sessant'anni di continui fallimenti nel creare un sistema universitario attuabile dovrebbe indurci a rompere con l'illusione che il problema risiede nelle insufficienti risorse economiche. Invece dovremmo cercare le ragioni vere. Diversi governi si sono succeduti senza mai mettere il Pakistan nella direzione del miglioramento. E futile continuare con il solito gioco della "colpa politica".

A dir la verità c'è una cosa che ci separa dal resto del mondo sviluppato, ed ancor di più dai paesi in via di sviluppo quale l'India. Al livello più profondo, il nostro problema è il nostro sistema di valori. Ciò non ci permette di avere un'istruzione moderna ed una mentalità moderna che si basano su un modo di pensare critico. Interrogare è un male, obbedire è un bene. Ma per il progresso, bisogna mettere in disparte la tradizione oppressiva perché una mente chiusa non potrà mai innovare, creare arte e letteratura o fare scienza. Un'istruzione moderna è basata sulla libertà, la voglia di accettare cambiamenti, onestà intellettuale ed una ribellione costruttiva.

Ad un livello più pratico, c'è l'urgente necessità per una pianificazione accademica razionale e fiscale. Le attuali priorità di spesa non son altro che l'espressione fortuita di capricci individuali e non di bisogni reali. Per esempio, la maggior parte degli studenti universitari Pakistani (circa 0.8 milioni) studia in circa 800 college. Ma il costo di uno studente che frequenta il college è appena un sesto di ciò che si spende per uno studente che frequenta l'università. I college pubblici sono in condizioni disperate. Hanno edifici fatiscenti, mobilio rotto e laboratori e librerie scadenti.

Un piano di riforma per le scuole superiori, sia college che università, deve focalizzarsi maggiormente sullo sviluppo delle facoltà, sugli esami di ammissione credibili a livello nazionale, sul controllo dell'adeguata conoscenza della materia prima di assumere l'insegnante, deve dare un giro di vite alla diffusissima frode e al plagio accademico e usare innovative tecnologie d'istruzione. L'aspetto fondamentale di tutto ciò è: come si spende è molto più importante di quanto si spende. I responsabili delle scuole superiori devono imparare a pensare in maniera più matura e usare le risorse limitate in modo più intelligente.


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