fbpx La ricerca italiana sulla sigaretta elettronica | Scienza in rete

La ricerca italiana sulla sigaretta elettronica

Primary tabs

Tempo di lettura: 6 mins

I rischi e i danni provocati dal fumo di tabacco sono noti da tempo. Per la sigaretta elettronica, invece, mancano trial clinici controllati, indipendenti e di grandi dimensioni. Non è ancora stato chiarito se il suo utilizzo nasconda pericoli per la salute, soprattutto sul lungo termine. È urgente investigare anche il ruolo del dispositivo elettronico come ausilio per la disassuefazione al fumo, il pericolo di sviluppare dipendenza, il potenziale di attrattiva e iniziazione per non fumatori, soprattutto giovani, i danni derivanti dal possibile doppio utilizzo (di sigaretta elettronica e tradizionale) e il ruolo giocato dalla possibilità di aggirare i divieti di fumo nei luoghi pubblici.

Nata in Cina nel 2003, la sigaretta elettronica replica la gestualità e la sensazione del fumo, senza la combustione del tabacco. Consiste in un inalatore personale per la produzione di vapore miniaturizzato, generato da una cartuccia contenente una soluzione di acqua, glicole propilenico, glicerolo, aromi naturali, e alimentato da una batteria. Il contenuto di nicotina, opzionale, è variabile e il dosaggio può essere calibrato in base alle esigenze e al gusto personale.

In Italia, un’indagine Doxa-ISS-Istituto Mario Negri, su un campione di 51,1 milioni di italiani, ha misurato fumatori e svapatori occasionali e abituali. Fra gli utilizzatori occasionali di sigaretta elettronica, ossia il 3,2% degli italiani, pari a 1,6 milioni di persone, il 69,1% sceglie quelle a base di nicotina, mentre il 30,9% usa solo aromi e vapori. Fra gli utilizzatori abituali, invece, ossia l’1% pari a 510 mila persone, l’uso di sigaretta elettronica ricorre circa 9 volte al giorno, con il 93% che svapa nicotina e il 6,8% che si limita ad aromi e vapori. La fisionomia dello svapatore tipo è quella di un consumatore prevalentemente maschio ed ex fumatore, con una età media di 39 anni (contro i 45 anni del fumatore tradizionale).

In Italia, sono stati condotti diversi studi e altri sono attualmente in via di svolgimento per chiarire rischi e potenzialità della sigaretta elettronica, soprattutto in relazione alla lotta al tabagismo. Ad oggi sono due le prospettive più interessanti del nostro panorama nazionale, entrambe focalizzate sull’efficacia della sigaretta elettronica come ausilio alla disassuefazione al fumo, anche se da prospettive diverse e per tipologie di utilizzatori differenti.

Ipotizzando che la sigaretta elettronica potesse aiutare i fumatori a smettere o a ridurre la dipendenza dal fumo, Riccardo Polosa, ordinario di Medicina Interna presso l’Università di Catania e responsabile scientifico della Lega Italiana Anti Fumo (LIAF), ha condotto uno studio per testare efficacia e sicurezza del dispositivo[1]. Sono state monitorate eventuali modifiche delle abitudini di 40 fumatori abituali (non intenzionati a smettere) che hanno sperimentato un tipo di sigaretta elettronica a base di nicotina, disponibile in commercio.
In 13 pazienti su 40 (32,5%), si è osservata una riduzione del 50% nel numero di sigarette fumate giornalmente, alla settimana-24.
In un ulteriore studio condotto dallo stesso gruppo[2], le sigarette elettroniche hanno aiutato alcuni accaniti fumatori affetti da schizofrenia a combattere la dipendenza tabagica. Sette dei 14 volontari hanno più che dimezzato il consumo giornaliero di sigarette, e altri due hanno smesso del tutto.
Sono di recentissima pubblicazione i risultati di un più grande studio (randomizzato e in doppio cieco) che questa volta ha coinvolto 300 pazienti[3]. Si tratta dello studio ECLAT che ha investigato per 12 mesi la riduzione e la cessazione del consumo di sigarette di tabacco su 300 fumatori non intenzionati a smettere. L'indagine mostra che l'8,7% dei fumatori (non intenzionati a smettere) che utilizzavano la sigaretta elettronica smetteva di fumare, mentre il 10.3% riduceva il consumo di sigarette tradizionali di almeno il 50%. Inoltre, il 73,1% di chi ha smesso, non risultava utilizzare nemmeno la sigaretta elettronica a fine studio.

Di diversa natura e basato sull’utilizzo di una assai diversa sigaretta elettronica è il protocollo[4], tuttora in via di svolgimento, che vede come principal investigator il professor Carlo Cipolla, direttore della divisione di cardiologia e centro antifumo dell'Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano. Si tratta di uno studio di intervento, non farmacologico, prospettico, multicentrico, randomizzato, aperto (fase III), condotto con il centro satellite Istituto Scientifico San Raffaele del Monte Tabor e in collaborazione con l’Unità di Cure Intensive Coronariche dell’IRCCS Monzino. Viene utilizzato un modello di sigaretta elettronica priva di nicotina con lo scopo di studiarne l’utilità d’impiego su un campione di 126 pazienti oncologici o che hanno subito un infarto miocardico recente, fumatori di almeno 10 sigarette al giorno da 10 anni o più, prevedendolo come elemento aggiuntivo all’attività di counselling normalmente proposta per la cessazione. I risultati dello studio aiuteranno a capire se la sigaretta elettronica, in particolar modo la componente psicologico-gestuale da essa riprodotta e garantita, può rappresentare davvero uno strumento efficace, almeno per avviare la fase iniziale del percorso di disassuefazione dal fumo. 
È prevista una randomizzazione in aperto, a due bracci (A e B), e una durata complessiva dello studio di 16 mesi. Il braccio A prevede due mesi di solo counselling specialistico e un follow-up a sei mesi. Il braccio B comporterà due mesi di counselling specialistico con il supporto della sigaretta elettronica e un follow-up a sei mesi.  
Da notare è il fatto che, presso lo IEO, nella pratica quotidiana del Centro Antifumo, almeno in 65-70 pazienti l’anno, viene utilizzata la sigaretta elettronica senza nicotina (acquistata in farmacia), ritenuta evidentemente una risorsa utile, efficace e sicura per la lotta al tabagismo[5].

Uno studio promosso dalla Società Italiana di Tabaccologia (SITAB)[6] ha misurato le sostanze chimiche presenti nel liquido e nei vapori, ma anche il particolato fine (PM) vaporizzato nell’ambiente per una marca di sigaretta elettronica. L’analisi chimica del liquido contenuto nella cartuccia ha mostrato la presenza di glicole propilenico (66%) e glicerina (24%), mentre gli aromi costituivano solo lo 0,1%. La stessa proporzione di sostanze era contenuta nei vapori. Il particolato fine e ultrafine prodotto dalla e-cig è risultato molto inferiore rispetto a quello prodotto da una sigaretta convenzionale (PM10 = 52 microg/m3 vs 922 microg/m3; PM1 = 14 microg/m3 vs 80 microg/m3). Nessuna sostanza rilevata comporta rischi cancerogeni.

Di contro, i recenti test eseguiti dal professor Ettore Novellini, direttore del Dipartimento di Farmacia dell’Università Federico II di Napoli, hanno rilevato allarmanti casi di altissima concentrazione di metalli pesanti nei liquidi di alcune ricariche per sigarette elettroniche[7]. I rischi posti dal prodotto, così come attualmente regolamentato nel nostro paese, secondo il professor Novelini, comprendono anche l’eventualità di ingerire dosi massicce di nicotina contenute nel liquido lasciato incustodito e la insufficiente possibilità di esercitare controllo accurato sulle sostanze, aromi compresi, utilizzate per le fiale di ricarica.

Bibliografia:

[1] Polosa et al. BMC Public Health 2011, 11:786. 
[2] Caponnetto P, Auditore R, Russo C, Cappello CG, Polosa R. Impact o fan Electronic Cigarette on Smoking Reduction and Cessation in Schizophrenic Smokers: A Prospective 12-Month Pilot Study, Int. J. Environ. Res. Public Health 2013, 10(2), 446-461. 
[3] Caponnetto P, Campagna D, Cibella F, Morjaria JB, Caruso M, Russo C, Polosa R, EffiCiency and Safety of an eLectronic cigAreTte (ECLAT) as Tobacco Cigarettes Substitute: A Prospective 12-Month Randomized Control Design Study, PLOS ONE, 24 giugno 2013. 
[4] Titolo del protocollo: “Evaluation of early smoking reduction or cessation by means of electronic cigarette added to standard counselling.” 
[5] Professor Carlo Cipolla, comunicazione personale agli autori, maggio 2013. 
[6] Pellegrino RM, Tinghino B, Mangiaracina G, Marani A, Vitali M, Protano C, Osborn JF, Cattaruzza MS. Electronic cigarettes: an evaluation of exposure to chemicals and fine parti culate matter (PM). Ann Ig. 2012 Jul-Aug;24(4):279-88.
[7] http://www.ilsalvagente.it/Sezione.jsp?idSezione=21447&lookfor=sigarette .

Articoli correlati

Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo