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"La ricerca scientifica in italia per una società sostenibile e sicura"

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Prima parte

Seconda parte

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La conferenza 2019 del Gruppo 2003 che si è tenuta il 20 marzo all’Accademia dei Lincei (vai al programma) ha toccato un tema cruciale: la sicurezza dei cittadini. Ma ha avuto l’ambizione di trattarlo “di testa” e non “di pancia”. Vale a dire facendo valere le ragioni della ricerca scientifica. Anche sui temi della sicurezza e della sostenibilità, infatti, la ricerca ha molto da dire. Vediamo qualche esempio.

Il libro "La ricerca scientifica in Italia per una società sostenibile e sicura", redatto dal Gruppo 2003 per la ricerca e pubblicato da Zadig, è stato presentato il 20 marzo a Roma in occasione del convegno annuale del Gruppo 2003 presso l'Accademia dei Lincei

Il cambiamento climatico

La necessità di mitigare il cambiamento climatico impone scelte complesse prima di tutto in campo energetico, ma coinvolge anche la forestazione, la conversione a una economia circolare, una nuova agricoltura. Si può fare tutto questo senza ricerca e tecnologia? La risposta è evidentemente “no”.

Il cibo

A ben vedere anche l’alimentazione rientra nella sicurezza ambientale. L’epidemia di obesità che affligge il pianeta e in particolare le società emergenti riguarda tanto la salute quanto il clima e l’ambiente. Anche in questo caso sarà la ricerca scientifica a indicare alternative possibili che ristabiliscano un equilibrio fra salute e ambiente senza stravolgere del tutto i nostri consolidati stili alimentari.

La salute

Il problema della sicurezza pervade anche il mondo della salute. Si pensi ai controlli sulla tossicità dei farmaci prima che questi vengano messi in commercio. Come evidenziato nel Libro Bianco, i controlli sui farmaci dovrebbero essere intensificati per renderli ancora più sicuri ed efficaci, rafforzando per esempio la ricerca indipendente sul farmaco e investendo più decisamente l’Agenzia competente (Aifa) di questa funzione.

L’incolumità fisica

Per il senso comune la sicurezza è in primo luogo l’incolumità fisica, un diritto così difficile da tutelare pienamente. Gli incidenti del ponte Morandi e della discoteca di Corinaldo mostrano come incuria e disorganizzazione possano tradursi in tragedie inaccettabili anche in un paese che si vuole avanzato. Anche in questo settore la ricerca scientifica sta lavorando con modelli matematici e organizzativi, ad esempio per gestire senza incidenti gli eventi di massa, o minimizzare l’impatto di attentati terroristici.

La soluzione è più ricerca

La minimizzazione del rischio è una delle missioni più nobili della scienza. Il tipo di competenze scientifiche coinvolte, a sua volta, genera occupazione, carriere ed eccellenza scientifica nel sistema italiano. Per ora però in questi campi di ricerca c’è molta più attenzione all’estero, dove la partecipazione di ricercatori è incentivata e riconosciuta. Ragione per cui anche molti nostri ricercatori, dopo aver operato in gruppi di ricerca a livello nazionale, prevalentemente in progetti europei, hanno lasciato il paese per essere reclutati in ambito internazionale. La fuga di queste competenze impoverisce l’Italia.

Un programma di rilancio

Il paese resta per ora disarmato, con pochi fondi assegnati alla ricerca (1,3% del PIL contro una media europea del 2%), pochi ricercatori e un forte divario fra Nord e Sud. Occorre quindi cambiare marcia. In particolare, il sistema delle imprese dovrebbe ulteriormente ampliare l'iniziativa imprenditoriale a sostegno dell'innovazione, che è motore di competizione a livello internazionale e quindi di sviluppo del paese. La ricerca pubblica e l’accademia dovrebbero a loro volta sviluppare la capacità di rinnovarsi e introdurre processi meritocratici, basati sulla capacità di individuare tematiche di frontiera che aprano in dialogo fra scienze di base e problemi della società. Solo in questo modo saremo in grado di affrontare le nuove sfide internazionali dell’economia della conoscenza che si stanno delineando anche con la nuova programmazione scientifica europea.

 

Nota
Il Gruppo 2003 è stato fondato nell’estate del 2003 per iniziativa di ricercatori che il database WEB of Science aveva inserito nel primo 1% della classifica redatta in base alle citazioni delle pubblicazioni prodotte. Successivamente altri ricercatori, entrati in questa lista aggiornata periodicamente, hanno aderito al Gruppo unendosi ai soci fondatori. Il Gruppo 2003 nasce su principi etici e culturali espressi nel Manifesto che ne ha condotto alla fondazione (scaricabile dal sito www.gruppo2003.org). I punti chiave del manifesto evidenziano: i principi di meritocrazia indotti da un sistema di valutazione su base scientifica; l’autonomia e la responsabilità dei singoli e delle istituzioni; la necessità dello sviluppo della ricerca scientifica come motore del progresso, della competitività e infine del benessere e sicurezza dei cittadini.

 


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