fbpx Ricostruiamo in fretta la Città della Scienza | Scienza in rete

Ricostruiamo in fretta la Città della Scienza

Primary tabs

Tempo di lettura: 2 mins

La notizia dell'incendio della Città della Scienza di Napoli ha scosso profondamente il Paese. Le nostre associazioni, che a diverso titolo si occupano di cultura, non possono rimanere insensibili di fronte a questo evento negativo per la rinascita culturale e civile di una città e di un'intera nazione.  

Nata nel 1996, la Città della Scienza di Napoli ha rappresentato in questi anni una delle espressioni più vivaci e innovative di diffusione pubblica della scienza, affinché anche questa imprescindibile componente della cultura diventasse davvero una lingua comune, a partire dal coinvolgimento delle giovani generazioni. La rinascita civile ed economica del Paese passa, infatti, anche da una compiuta “cittadinanza scientifica” dei suoi abitanti e in primis dei suoi governanti, a cui è sempre più richiesto di “conoscere per deliberare”.
Le mostre, i dibattiti, gli exhibit, le manifestazioni di grande successo di pubblico come “Futuro Remoto” di Città della Scienza hanno profondamente innovato in questi anni il modo di raccontare l'impresa della conoscenza umana, ponendo il Centro napoletano all'avanguardia – fra le altre cose – della museologia contemporanea.
Non è un caso che l'articolo 9 della Costituzione italiana metta insieme tutela del patrimonio storico e artistico e promozione della cultura tecnico-scientifica.
La Città della Scienza rappresenta una sintesi di questi valori e ha saputo in questi anni connettere la complessa eredità del Polo siderurgico di Bagnoli con le nuove sfide che oggi la ricerca scientifica ci pone.

Pertanto le nostre Associazioni chiedono al nuovo Governo una risposta immediata con il finanziamento della sua ricostruzione in tempi rapidi. Risponda il Governo che va a nascere con un atto che dia sostanza ai mille impegni elettorali assunti da tutti i partiti sulla cultura.
Noi seguiremo da vicino l'operato dei pubblici poteri a favore di Città della scienza, ne daremo notizia costantemente sui nostri organi di informazione, dando il nostro contributo, per quanto ci compete, alla sua rinascita.

Italia Nostra – il presidente Marco Parini
 

ICOM-Italia – il presidente Andrea Garlandini
 

Gruppo2003-Scienzainrete – la presidente Maria Grazia Roncarolo

Per dare il proprio contributo alla ricostruzione di Città della Scienza:
Su DeRev è possibile finanziare i lavori attraverso diverse soluzioni di crowdfunding.
Su CambioMerci, professionisti e imprese possono offrire le proprie competenze per accelerare il riavvio delle attività.
Qui la pagina facebook dedicata, a cui hanno già aderito più di 30mila utenti


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Ostacolare la scienza senza giovare agli animali: i divieti italiani alla sperimentazione

sagoma di macaco e cane

Divieto di usare gli animali per studi su xenotrapianti e sostanze d’abuso, divieto di allevare cani e primati per la sperimentazione. Sono norme aggiuntive rispetto a quanto previsto dalla Direttiva UE per la protezione degli animali usati a fini scientifici, inserite nella legge italiana ormai dieci anni fa. La recente proposta di abolizione di questi divieti, penalizzanti per la ricerca italiana, è stata ritirata dopo le proteste degli attivisti per i diritti degli animali, lasciando in sospeso un dibattito che tocca tanto l'avanzamento scientifico quanto i principi etici e che poco sembra avere a che fare con il benessere animale.

Da dieci anni, ormai, tre divieti pesano sul mondo della ricerca scientifica italiana. Divieti che non sembrano avere ragioni scientifiche, né etiche, e che la scorsa settimana avrebbero potuto essere definitivamente eliminati. Ma così non è stato: alla vigilia della votazione dell’emendamento, inserito del decreto Salva infrazioni, che ne avrebbe determinato l’abolizione, l’emendamento stesso è stato ritirato. La ragione?