Juan Carlos Belmonte, professore al Salk Institute for Biological Studies, con una lectio magistralis al Festival della Scienza di Genova, illustra le sue ricerche sulle cellule staminali e la rigenerazione degli organi e dei tessuti.
Juan Carlos Belmonte, professore al Salk Institute for Biological Studies, con una lectio magistralis al Festival della Scienza di Genova, illustra le sue ricerche sulle cellule staminali e la rigenerazione degli organi e dei tessuti.
La produzione di formaggio è tradizionalmente legata all’allevamento bovino, ma l’uso di batteri geneticamente modificati per produrre caglio ha ridotto in modo significativo la necessità di sacrificare vitelli. Le mucche, però, devono comunque essere ingravidate per la produzione di latte, con conseguente nascita dei vitelli: come si può ovviare? Una risposta è il latte "sintetico" (non propriamente coltivato), che, al di là dei vantaggi etici, ha anche un minor costo ambientale.
Per fare il formaggio ci vuole il latte (e il caglio). Per fare sia il latte che il caglio servono le vacche (e i vitelli). Cioè ci vuole una vitella di razza lattifera, allevata fino a raggiungere l’età riproduttiva, inseminata artificialmente appena possibile con il seme di un toro selezionato e successivamente “forzata”, cioè con periodi brevissimi tra una gravidanza e la successiva e tra una lattazione e l’altra, in modo da produrre più latte possibile per il maggior tempo possibile nell’arco dell’anno.