fbpx Si chiude a Padova l'Anno internazionale dell'astronomia | Scienza in rete

Si chiude a Padova l'Anno internazionale dell'astronomia

Primary tabs

Tempo di lettura: 3 mins

Oggi 9 e domani 10 gennaio a Padova si svolge la cerimonia di chiusura dell’Anno Internazionale dell’Astronomia. Né la data e neppure il luogo sono casuali. Proprio a Padova, infatti, negli stessi giorni del gennaio 1610, Galileo, continuando le osservazioni degli astri che aveva iniziato qualche mese addietro con il cannocchiale che si era costruito, scopriva i satelliti di Giove. 

Alla cerimonia di chiusura abbiamo voluto dare il nome di “Astronomy beyond 2009” –  Astronomia oltre il 2009 –  per sottolineare che questa occasione non va intesa come punto finale di un anno veramente eccezionale, ricco di scoperte e di eventi che hanno contribuito, con un grande impegno di divulgazione della scienza, ad avvicinare l’astronomia al pubblico e il pubblico all’astronomia. Piuttosto, questi giorni dovrebbero essere considerati come i primi giorni del Secolo Internazionale dell’Astronomia!

L’anno passato è stato veramente eccezionale, basta ricordare la rinascita dell’Hubble Space Telescope, con due nuovi strumenti; il lancio di Kepler, Planck ed Herschel; la scoperta dell’ammasso di galassie più lontano conosciuto e l’esplosione di una stella già arrivata alla fine della sua vita quando l’universo non aveva ancora compiuto il primo miliardo di anni. E questi sono solo pochi esempi di tanti importanti avvenimenti.

Se il passato dell’astronomia è stato glorioso e il presente è eccitante e ricco di soddisfazioni, il futuro è estremamente promettente, sia in considerazione del fatto che conosciamo meno del 5% dell’Universo in cui viviamo, e quindi abbiamo quasi tutto da scoprire, sia per la quantità e qualità dei progetti in corso di realizzazione o in avanzato stato di progettazione.

Il James Webb Space Telescope, successore di Hubble; l’E-ELT, l’European Extremely Large Telescope da più di 40m di diametro; le migliaia di antenne dello Square Kilometer Array sparse su un’area di qualche migliaio di  kilometri, sono solo alcuni dei formidabili strumenti che useremo per continuare le osservazioni iniziate da Galileo 400 anni fa con il suo cannocchiale e per tenere fede al motto dell’Anno Internazionale dell’Astronomia: L’Universo, a te scoprirlo!

A Padova celebriamo quindi l’Astronomia, la nostra scienza più antica. Una scienza che nel corso dei secoli ha contribuito alla crescita culturale dell’umanità e che in più di un’occasione è stata determinante per i cambiamenti che ha indotto nel nostro modo di rapportarci al mondo in cui viviamo. E in quest’ottica dobbiamo evitare di ripetere gli stessi errori del passato. Non dobbiamo pensare di essere, in quanto forma di vita intelligente, unici o peculiari. E’ probabile che nel secolo che è appena iniziato ci confronteremo con altri cambiamenti nella nostra visione del mondo, soprattutto se troveremo conferma che la vita è comune nell’Universo e la nostra è una di tante forme diverse. E così, dopo aver celebrato Galileo avremo l’opportunità di rendere giustizia anche a Giordano Bruno. Il motto, per l’International Century of Astronomy che comincia ora è già pronto: Infiniti soli, innumerabili mondi, un Universo. A noi scoprirlo!


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Generazione ansiosa perché troppo online?

bambini e bambine con smartphone in mano

La Generazione ansiosa. Come i social hanno rovinato i nostri figli (Rizzoli, 2024), di Jonathan Haidt, è un saggio dal titolo esplicativo. Dedicato alla Gen Z, la prima ad aver sperimentato pubertà e adolescenza completamente sullo smartphone, indaga su una solida base scientifica i danni che questi strumenti possono portare a ragazzi e ragazze. Ma sul tema altre voci si sono espresse con pareri discordi.

TikTok e Instagram sono sempre più popolati da persone giovanissime, questo è ormai un dato di fatto. Sebbene la legge Children’s Online Privacy Protection Act (COPPA) del 1998 stabilisca i tredici anni come età minima per accettare le condizioni delle aziende, fornire i propri dati e creare un account personale, risulta comunque molto semplice eludere questi controlli, poiché non è prevista alcuna verifica effettiva.