Sono partiti il 24 agosto dal Lago di Cancano, per salire la prima delle 54 tappe che li porteranno fino a Trieste, gli alpinisti che percorreranno per la prima volta in continuativa integrale la linea dei cinque fronti della Prima guerra mondiale. Un Cammino della Memoria di oltre mille chilometri, con 90mila metri di ascese e altrettanti di discese, che toccherà 116 cime.
Quattro le regioni che saranno attraversate (Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia) e decine le
Province e i Comuni coinvolti in questo percorso dallo straordinario valore
storico, culturale ma anche scientifico.
Nel progetto “TA PUM -
sui sentieri della grande guerra”
è coinvolto, infatti, anche il Cnr che ha messo a
disposizione una particolare centralina che verrà portata sulle spalle degli
alpinisti, con la quale potranno monitorare
la concentrazione e le dimensioni del particolato atmosferico (PM) e del black
carbon (BC), fornendo inoltre informazioni sui principali parametri
meteorologici (temperatura, pressione, umidità relativa) in nearreal time.
Il rilevamento della
concentrazione del particolato “fine” (con diametro inferiore a 1 micron) e
“grossolano” (da 1 a 20 micron), permetterà di identificare rispettivamente
eventuali trasporti di masse d’aria inquinate o ricche di sabbia sahariana. Elevate
concentrazioni di BC individueranno contributi dovuti a processi di combustione
sia di origine naturale (es. incendi boschivi) che antropica.
Questi test
assumono particolare importanza poiché gli strumenti sono chiamati a eseguire
misure in differenti condizioni altimetriche, dai 100 metri del Garda fino ai 3.851
metri del Gran Zebrù o ai 3.334 metridella Marmolada. Infatti, questa
“centralina”, sarà utilizzata nel prossimo autunno-inverno per studiare l’inquinamento
indoor e outdoor in Himalaya, non lontano dal laboratorio Nepal ClimateObservatory – Pyramid, nell’ambito dei Progetti SHARE, ABC e NextData.
Un primo test del sistema, che ha integrato un Gps che ne determina la localizzazione, è stato eseguito salendo con la “centralina” all’Osservatorio Climatico Cnr “O. Vittori” di Monte Cimone. Le misure degli strumenti della centralina sono stati confrontati con quelli di riferimento di questa stazione di ricerca che è, insieme al Nepal ClimateObservatory-Pyramid, una delle 29 stazioni globali di riferimento a livello planetario, del programma Global Atmospheric Watch del World Meteorological Organization. Questo Osservatorio, ospitato nelle strutture dell’Aeronautica Militare, ha sede in quello che un tempo era il Rifugio del CAI di Modena, inaugurato il 25 giugno 1939 e intitolato al sottotenente Luigi Romualdi.
Unitamente alla messa a punto del sistema di misura e allo scopo di fornire informazioni utili alla interpretazione delle osservazioni eseguite durante la spedizione, saranno utilizzati modelli numerici in grado di valutare la concentrazione di PM e BC sull’arco alpino orientale. Particolare attenzione sarà data alla previsione a due giorni di eventi di trasporto verso le Alpi di masse d'aria provenienti dal nord Africa ricche di polveri desertiche. Quest’applicazione è derivata e sviluppata dal Cnr nell’ambito del Progetto PON I-AMICA e viene qui messa a punto in un contesto diverso da quello originale sia per l’orografia che per il tipo di sorgenti. Queste previsioni permetteranno inoltre di allertare la spedizione in caso di eventi particolari, per essere in grado di meglio gestire lo zaino strumentato e le differenti attività connesse alla missione.
È importante ricordare che
i composti inquinanti, come il BC ed il PM, non conoscono confini geografici o
amministrativi, quei confini per i quali, durante la Prima Guerra Mondiale,
migliaia di ragazzi persero la vita nelle aree dove ora possiamo
tranquillamente passeggiare, sciare o arrampicare.
Trasportato lontano dalle
sorgenti di emissione, il particolato assorbente, come l’aerosol minerale e il
carbonio elementare, può raggiungere le alte vette alpine e,depositandosi su
superfici chiare come i ghiacciai e il manto nevoso, è in grado di modificare
il loro potere riflettente, l’albedo, e quindi accelerarne la fusione, un processo già critico a causa del riscaldamento globale.
Per dare l’idea
dell'entità di questi fenomeni, all’inizio del marzo 1991 un intenso trasporto
di sabbia sahariana raggiunse le Alpi, estendendosi fino in Svezia dove venne
identificato come “yellowsnow”.
Questo evento, osservato anche all’Osservatorio Cnr di Monte Cimone, depositò
una notevole quantità di sabbia sahariana sui ghiacciai alpini; nello stesso
anno un secondo intenso episodio si registrò nella metà di luglio. La
deposizione della sabbia del Sahara e il forte irraggiamento estivo favorì una
pronunciata fusione dei ghiacciai alpini che portarono al ritrovamento il 18 settembre 1991 sul ghiacciaio del Similaun (3.599 metri) al confine fra Italia
e Austria, dell’Oetzi, “l’uomo venuto dal ghiaccio”.
Questi fenomeni di
trasporto e successiva deposizione di particolato assorbente sui ghiacciai
alpini, possono concorrere in modo rilevante alla fusione dei ghiacci, portando
così alla luce in diversi casi resti di soldati e reperti della Prima Guerra
Mondiale, come si può evincere da alcune cronache più o meno recenti.
Attraverso questo progetto
vogliamo unire il passato nel ricordo di chi ha sacrificato la sua vita nella
Grande Guerra, all’impegno della Ricerca scientifica per promuovere un mondo
migliore e la pace tra chi lo abita, attraverso ricerche in grado di promuoverela
salvaguardia dell'ambiente. In particolare, la riduzione dell’inquinamento
atmosferico rappresenta una delle gradi sfide del nostro tempo. Come riportato recentemente
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, in conseguenza dell’esposizione
all’inquinamento atmosferico, nel 2012 sono morte circa 7 milioni di persone, quasi
la metà dei caduti di tutta la Grande Guerra, provando che esiste una forte
connessione tra l’esposizione all’inquinamento atmosferico e lo sviluppo di
disturbi respiratori, cardiocircolatori e tumori della popolazione.
TA PUM e le montagne
protagoniste della Grande Guerra, vogliono ricordare che solo un mondo che
superi ogni conflittualità può unirsi per offrire un avvenire migliore al nostro
Pianeta e ai suoi abitanti, partendo dal rispetto dell’ambiente e dal mitigare
gli effetti del cambiamento climatico e dell’inquinamento.
Al progetto partecipano,
con il sottoscritto, i colleghi dell’ISAC-CNR Angela Marinoni, Maurizio
Busetto, Tony Christian Landi, Ubaldo Bonafè, oltre a Francesco Piero
Calzolari, Paolo Cristofanelli, Rocco Duchi e Davide Putero.