fbpx Usiamo le molecole per spiegare l'uomo | Scienza in rete

Usiamo le molecole per spiegare l'uomo

Primary tabs

Tempo di lettura: 3 mins

Il mondo molecolare può essere un valido esempio sia per le scienze naturali sia per quelle umane e sociali. Tale mondo è complesso e pluralistico e la chimica, disciplina scientifica che lavora in questo piano, ancor prima che venisse coniato il termine “complessità”, si è mossa in un’ottica “complessa” e “sistemica”, in quell’ambito di sintesi che io ho chiamato della “complessità sistemica”. Tale mondo è popolato di milioni di individui, oggetti e soggetti di spiegazione, dotati di tale autonomia da richiedere un nome proprio. Il suo utilizzo nelle scienze naturali è evidente sia nel mondo vivente, la biochimica, sia in quello inanimato, per esempio la geochimica. L’approccio molecolare, infatti, può essere utilizzato per tutti gli enti materiali, costituendo una particolare “prospettiva” scientifica allo studio della materia: approccio chimico per composizione.

È il concetto di molecola che ci consente di padroneggiare la complessità qualitativa (oltre che quantitativa) del mondo macroscopico, trasportandola in parte nel mondo microscopico. È in questo modo che si evita l’alternativa tra la semplicità (uno o poche sostanze microscopiche) o la completa complessità (infinite sostanze microscopiche, tante quante sono le sostanze macroscopiche uniformi, come il vino, il legno, ecc.). L’universo molecolare può rappresentare, quindi, il collegamento tra il “semplice” mondo della fisica e il “prorompente” mondo biologico e “smussare” la netta separazione, la dicotomia, tra inanimato e animato.

Accanto a questo ruolo chiaro e già operante nelle scienze naturali, questo mondo complesso e pluralistico può fare da prototipo di spiegazione per branche scientifiche, come le scienze sociali e umane, difficilmente strutturabili intorno al concetto di legge, tipico dell’approccio fisico. Alcune caratteristiche fondamentali del mondo umano sono, infatti, operanti nel mondo molecolare. Luhman sosteneva che “complesso” significasse “relazionarsi in maniera selettiva”. Io credo che questo sia un punto fondamentale della complessità scarsamente considerato nella letteratura, ma ben presente nel mondo molecolare. Quando si guarda un modellino di una molecola, la prima cosa che si nota è che le palline sono collegate tra di loro, ma non ognuna con tutte le altre. Per esempio, anche una molecola semplice come quella dell’acqua (H2O), formata da solo 3 atomi, presenta la caratteristica che l’ossigeno è legato ai due idrogeni, ma questi ultimi sono legati solo all’ossigeno e non tra di loro (H-O-H). Ben diversa è la situazione in fisica dove, per esempio, posizionate tre cariche ad una certa distanza tutte le coppie di interazioni sono valide. Questa selettività ha dato vita a concetti chimici come “affinità” e il suo uso generale nella filosofia dell’Ottocento (fu coniato il concetto di “chimismo”) e in ambito letterario (si pensi alle “affinità elettive” di Goethe) stanno a dimostrare le potenzialità del mondo molecolare, come analogia e schema del mondo umano.

Il mondo molecolare, inoltre, non è statico, ma intrinsecamente dinamico, dove molti processi si intersecano e interagiscono. Questo suo aspetto fondamentale, dove molte scale di tempi coesistono, dovute ad interazioni intra e inter molecolare differenti, è scarsamente evidenziato a livello generale/culturale e, invece, può essere importante. È proprio, infatti, l’intersecarsi delle dinamiche di tali processi che rende il mondo molecolare complesso e pluralistico, “vivo”, simile a quello umano.

G. Villani, La chimica: una scienza della complessità sistemica ante litteram, in Strutture di mondo. Il pensiero sistemico come specchio di una realtà complessa, a cura di L. Urbani Ulivi (il Mulino, Bologna 2010)
G. Villani, La chiave del mondo. Dalla filosofia alla scienza: l’onnipotenza delle molecole (CUEN, Napoli 2001); G. Villani, Complesso e organizzato. Sistemi strutturati in fisica, chimica, biologia ed oltre (FrancoAngeli, Milano 2008)


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Ostacolare la scienza senza giovare agli animali: i divieti italiani alla sperimentazione

sagoma di macaco e cane

Divieto di usare gli animali per studi su xenotrapianti e sostanze d’abuso, divieto di allevare cani e primati per la sperimentazione. Sono norme aggiuntive rispetto a quanto previsto dalla Direttiva UE per la protezione degli animali usati a fini scientifici, inserite nella legge italiana ormai dieci anni fa. La recente proposta di abolizione di questi divieti, penalizzanti per la ricerca italiana, è stata ritirata dopo le proteste degli attivisti per i diritti degli animali, lasciando in sospeso un dibattito che tocca tanto l'avanzamento scientifico quanto i principi etici e che poco sembra avere a che fare con il benessere animale.

Da dieci anni, ormai, tre divieti pesano sul mondo della ricerca scientifica italiana. Divieti che non sembrano avere ragioni scientifiche, né etiche, e che la scorsa settimana avrebbero potuto essere definitivamente eliminati. Ma così non è stato: alla vigilia della votazione dell’emendamento, inserito del decreto Salva infrazioni, che ne avrebbe determinato l’abolizione, l’emendamento stesso è stato ritirato. La ragione?