Il
"rimaneggiamento" dei tratti ferroviari urbani inutilizzati per farne
ciclovie, musei, memoriali o parchi è un tema ricorrente
per la riqualificazione di molti contesti metropolitani [1] [2]. Un esempio
lampante è il progetto
dell'High Line Park di New York.
L'High
Line di New York è una ex linea ferroviaria, costruita fra il 1929 e il 1934
nel West Side Manhattan a New York, oggi adibita a parco pubblico.
Sospesa
a 8 metri dal livello della strada, l'High Line si estende per 2,3 chilometri
con una larghezza che varia dai 9 ai 27 metri, attraversando i quartieri di
Hudson Rail Yards, Far West Chelsea e Gansevoort Meatpacking District, un tempo
luogo di attività industriali, distretto dei mattatoi e della lavorazione
della carne, oggi area interessata da una forte gentrificazione [3] .
Con
il declino dell'attività manifatturiera e l'incremento del trasporto su gomma degli
anni '40-'50, il numero dei treni che percorrevano questo tratto cominciò a diminuire
drasticamente fino a esaurirsi nel 1980. Da qui iniziò il declino della
sopraelevata che degenerò ben presto in un relitto urbano.
A
credere per primi che ciò che restava dell'High Line dovesse diventare un bene da
condividere a vantaggio dell'intera comunità
furono Joshua David, scrittore e giornalista e Robert Hammond, consulente di
marketing. I due parteciparono, senza conoscersi, al Community Board 4,
equivalente al nostro Consiglio di Circoscrizione, interessati ad un solo punto
dell'ordine del giorno: il futuro dell'High Line.
Insieme, nel 1999,
diedero vita alla fondazione no profit "Friends of High Line" che, con
l'aiuto di attivisti e abitanti del quartiere, sviluppò un accurato piano
di riuso della struttura in rovina come verde pubblico. Prese parte al progetto
anche l'allora sindaco di New York, Michael R. Bloomerg, sostenendo che
l'opera, "rappresenta tutto quello che vogliamo che New York sia:
coraggiosa, innovativa e sostenibile da punto di vista ambientale".
Nel
2004 iniziarono i lavori di recupero dell'ex linea ferroviaria per mano della
James Corner Field Operation e Diller Scofidio+Renfo, affiancati dal Comune di
New York che finanziò tutte le spese di costruzione del parco. Friends of High
Line, invece, insieme alle associazioni di quartiere, si occupano della
manutenzione degli spazi verdi.
Una
delle caratteristiche più particolari dell'High Line Park sono le traversine di
cemento armato della pavimentazione che creano un intreccio di percorsi
all'interno di ampi prati. La scelta e la disposizione di erbe e
piante contribuisce a definire il carattere spontaneo e dinamico di questo
spazio, differenziandolo da un certo tipo di paesaggio urbano più formale. Lunghe
scale, sentieri serpeggianti e ambiti seminascosti dalla vegetazione con posti
a sedere, offrono riparo e ristoro agli abitanti della città più frenetica del
mondo.
Ma la tranquillità del parco lineare pensile sembra essere minacciata dal suo stesso successo.Oggi l'High Line Park ha raggiunto un livello di popolarità talmente alto che, specialmente nei mesi estivi, è impraticabile dai pedoni che abitualmente lo usano come scorciatoia per recarsi al lavoro. Per questo si è reso necessario affiancare al percorso pedonale una linea di navette a levitazione magnetica. I visitatori occasionali sono attratti dalla bellezza del parco, gli abitanti del quartiere lo frequentano per le iniziative organizzate da “Friends of High Line” per bambini adulti, come corsi di fitness gratuiti e spettacoli serali. Il Parco è diventato inoltre scenario d'eccezione per installazioni artistiche temporanee e permanenti.[4]
di Camilla Dalla Bona
Bibliografia:
[1] Ruggieri
Tricoli M.C., Trauma, memoriali e musei tra tragedia e controversia,
Maggioli Editore, 2009
[2] Mathieu C., Dalla stazione al Museo, Museo D’Orsay, Parigi, 2002
[3] Pessoa Alves H. e Zambelli M., La High Line di New
York: un parco nel cielo, Mimesis 2012.
[4]
Giannis G., Da territori industriali a paesaggi culturali: percorsi progettuali,
esperienze, potenzialità di valorizzazione, riconversione e recupero del patrimonio
e dei siti dell’archeologia industriale, Poligrafiche San Marco, 2009