L'acquacoltura consiste nella produzione
controllata di organismi acquatici da parte dell'uomo.
Secondo la FAO è il settore agroalimentare con il
più rapido sviluppo, con un tasso medio di crescita di circa il 9% annuo su
scala mondiale. In Europa questo settore rappresenta circa il 20% della
produzione di pesce e dà lavoro a circa 70.000 persone. Nel bacino del
Mediterraneo l'Italia è uno dei paesi leader con un valore economico stimato di
350 mln di Euro.
Tra
i siti di produzione si considerano tre tipologie di acquacoltura.
L'acquacoltura in vasca di cemento e la maricoltura con gabbie in mare sono
sistemi di produzione attivi tutto l'anno con sfruttamento intensivo degli animali.
La vallicoltura è un sistema di
produzione che differisce dai precedenti. Il pesce viene allevato in maniera
estensiva: non è rinchiuso in vasche in cemento o gabbie circoscritte, mangia e
si riproduce in spazi chiusi di laguna. La densità massima degli stock rappresenta
un indicatore misurabile del benessere degli animali.
L'uomo sfrutta la
migrazione dei banchi verso il mare per la pesca del prodotto ittico,
limitandosi al periodo tra il mese di settembre e dicembre determinando un
sistema produttivo di tipo stagionale.
Per
il nuovo regolamento, varato qualche mese fa dall'Unione Europea, tutte e tre le tipologie di acquacoltura sono
considerate biologiche perché attestano la tracciabilità del prodotto, a
differenza della pesca in mare aperto dove non è possibile risalire all'alimentazione
del pescato.
La
vallicoltura è considerata la metodologia più affine alle esigenze e
caratteristiche del prodotto biologico di massima qualità. La bassa densità di
allevamento determina il massimo benessere per l'animale, inoltre in questa tipologia
di produzione non si utilizzano pompe e meccanismi per il funzionamento di
vasche e strutture artificiali, determinando un minore impatto ambientale e
tutelando un alto livello di biodiversità. Quest'ultimo aspetto rappresenta una
valida strategia per lo sviluppo
sostenibile dell'acquacoltura europea.
La
normativa n.1030 approvata il 25 ottobre del 2013 è l'ultima conquista
effettuata dall'Unione Europea per legittimare il pesce nel panorama del
mercato biologico, modificando la precedente n. 889 del 2008. Il regolamento
per l'allevamento del pesce che certifica il metodo conforme agli standard
biologici inizia il suo percorso nel 2007, all'interno del quadro generale
valido per tutti i prodotti di origine bio, inizialmente delineato dalla
normativa n.834. La legge è relativa alla produzione di animali e alghe marine
da acquacoltura in osservanza dei quattro principali aspetti normativi: origine degli animali, gestione
dell’allevamento, trattamenti veterinari (divieto di indurre la riproduzione utilizzando
ormoni artificiali) e alimentazione.
I
prodotti di itticoltura biologica devono inoltre presentare al consumatore
degli standard informativi ben definiti, evidenziando la nazione di
provenienza, la data di confezionamento, gli ingredienti e il codice
identificativo dell'ente responsabile dei controlli.
Come tutti gli alimenti biologici prodotti negli stati membri dell’Unione Europea
e immessi nel mercato, anche il pesce deve presentare l'etichettatura "Eurofoglia" conforme alla
normativa in vigore dal 1 luglio 2010 che attesta l'origine biologica del
prodotto. Accanto al logo europeo continueranno ad apparire altri marchi
privati, regionali o nazionali, mentre il logo europeo sarà opzionale per i
prodotti biologici non confezionati o importati.
L'Eurofoglia renderà il prodotto ittico facilmente riconoscibile anche dal
consumatore meno esperto del mondo biologico.
Dacian Cioloş,
commissario europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, ha dichiarato in
proposito: "Ci auguriamo che il nuovo logo europeo diventi un simbolo
largamente conosciuto per la produzione di alimenti biologici in tutta l'Ue,
per garantire ai consumatori che questi sono prodotti nel pieno rispetto delle
rigorose norme europee in materia di agricoltura biologica. Spero che questi
cambiamenti diano impulso al settore biologico e nel contempo rafforzino la
tutela dei consumatori".
L'acquacoltura biologica
sta crescendo nel mercato come alternativa economica e nutrizionale globale
rispetto ad altre tipologie di allevamento zootecnico. Quest'interessante
prospettiva incontra la domanda di consumatori esigenti e di cucine
internazionali orientati verso una richiesta sempre maggiore di qualità del
prodotto, tutela dell'ambiente e salute per l'uomo.
Elena Bittante