fbpx Senza retorica, per Francesco Marabotto | Scienza in rete

Senza retorica, per Francesco Marabotto

Primary tabs

Read time: 3 mins

Ci sono persone sulle quali si esprimono giudizi positivi solo o soprattutto quando è troppo tardi, dopo che se ne sono andate. Per altre, casi rari, l’opinione unanimemente condivisa è eccellente in ogni momento e i commenti spesi dopo la loro scomparsa sono solo una conferma di giudizi sempre condivisi. Senza retorica.
Questo è il caso di Francesco Marabotto, per noi innanzitutto amico amatissimo, ma per gli addetti ai lavori, anche uno dei padri del giornalismo medico e scientifico in Italia.
Francesco si è spento il 26 gennaio, dopo aver combattuto con tenacia contro una malattia troppo aggressiva. Era stato per decenni caporedattore dei settori Medicina e Sanità all’ANSA ed era a riposo da pochi mesi, nonostante continuasse ad occuparsi con passione dei temi che fin da ragazzo lo avevano affascinato: ricerca scientifica, salute, sanità.
Scrivere di lui, oggi, è per noi un onore pieno di malinconia: è stato Francesco ad insegnarci, in tante occasioni, con generosità e pazienza, come impostare un comunicato, come dare risalto ad una notizia, cosa evidenziare in un articolo, i trucchi per alleggerire lo stile di un manoscritto. Impugnare la penna per scrivere di lui è quindi un compito particolarmente delicato. Lo è ancora di più per chi non lo ha conosciuto e apprezzato solo come giornalista rigoroso e attento, ma anche come amico leale, affettuoso, dolcissimo. Infondo, le qualità che Francesco Marabotto dimostrava nella vita quotidiana e nel rapporto con gli altri sono sempre state le principali caratteristiche del suo impegno professionale: la curiosità, la correttezza, la disponibilità, l’entusiasmo, la delicatezza e la generosità.
Così Francesco ha raccontato decenni di sanità italiana, fra eccellenze e scandali, con lo sguardo sempre attento anche alle novità internazionali e con uno spirito di servizio mai scalfito.
La sua naturale sensibilità era stata nutrita anche da un percorso personale che fin da giovane lo aveva avvicinato alla malattia. Sapeva cosa significa soffrire, avere paura, doversi affidare, farsi forza per combattere contro un male che mette tutto a rischio, per cui ogni giorno in più diventa un regalo. Tutti i suoi articoli, i servizi, tradivano sempre il desiderio di fare informazione offrendo un servizio. Il rigore scientifico non ha mai ceduto al desiderio di sensazionalismi. Il rispetto verso chi faceva ricerca e dava assistenza era sempre accompagnato dalla sincera solidarietà per chi si trova dall’altra parte, per l’ammalato. Questo è il regalo più grande per chi ha avuto il privilegio di lavorare con Francesco e per chi a lui potrà continuare ad ispirarsi, dentro e fuori una redazione.

Personalmente, abbiamo condiviso con Francesco tante idee e progetti, speranze e sogni che spesso sono divenuti realtà, altre volte sono rimasti oggetto di appassionate chiacchierate.
Abbiamo costruito insieme realtà – piccole e grandi - belle ed importanti, ognuno nel proprio ruolo, ma sempre uniti dalla stessa visione e dalla identica volontà di fare bene, di mettere a frutto il proprio talento, di impegnarsi con entusiasmo per contribuire a migliorare noi stessi e il mondo attorno a noi. Da oggi continueremo a farlo un po’ più soli, ma forti del suo esempio.


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Chiudiamo l'anno nel ricordo di Alessandro Liberati

Ritratto fotografico di Alessandro Liberati, epidemiologo

Zadig ha voluto ricordare, nel chiudere questo 2024, l'amico e collega Alessandro Liberati, medico e docente di epidemiologia, che ha impresso un segno importante nella cultura medica del nostro Paese e ha condiviso con Zadig molte iniziative culturali e scientifiche, che hanno profondamente contribuito a improntarne il metodo. Se non ci avesse lasciato troppo presto nel 2012, quest’anno Alessandro avrebbe compiuto 70 anni. Riprendiamo l'editoriale tratto dal sito di Zadig.

Per i collaboratori di Zadig il ricordo di Alessandro è quello di una persona stimolante, attiva, di intelligenza acuta, con un forte senso critico e una carica di energia che lo spingeva a innovare, a lavorare intensamente, ad avere la capacità di prevedere come si sarebbero mosse le cose in futuro e progettare sempre nuove iniziative… da quelle scientifiche fino alla famosa caccia al tesoro annuale, il Liber Trophy, che radunava colleghi e amici sguinzagliati a caccia degli indizi da lui disseminati per le strade di Forte dei Marmi, dove aveva una casa che per il suo compleanno si apriva