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Londra 2012, la scienza in pista

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Il 27 Luglio avranno ufficialmente inizio i XXX Giochi Olimpici che si svolgeranno a Londra. Le Olimpiadi estive si sono tenute ben due volte, in passato, nella città di Londra: nel 1908 e nel 1948. Quest’anno la capitale inglese si appresta quindi a battere ogni record e diventare la prima città al mondo a ospitare i giochi olimpici estivi per tre volte. Come si è preparata Londra a questo evento, saranno davvero le Olimpiadi “green”? I bellissimi impianti olimpici a giochi terminati saranno utilizzati o diventeranno esempi di “cattedrali nel deserto”? Ma le Olimpiadi di Londra saranno anche l'occasione per riflettere sulla relazione tra scienza e  sport e sulle trasformazioni che hanno segnato quasi tremila anni di competizioni. Partendo dai cambiamenti visibili sui corpi, quelli nudi degli atleti dell'antica Grecia, a Milone da Crotone che per primo incomincia ad allenarsi in maniera “scientifica” inventando la tecnica progressiva dell’allenamento, che  consisteva nel mettersi sulle spalle un vitellino appena nato e correre attorno allo stadio con lo stesso vitello tutti i giorni. Passando agli atleti gonfi di anabolizzanti delle Olimpiadi anni ‘70 e ‘80 a quelli fasciati da costumi ipertecnologici di oggi, senza dimenticare i piccoli atleti adolescenti che in pochi anni si giocano una carriera da ginnasta. Grazie proprio allo sviluppo delle tecnologie, oggi gli atleti disabili possono gareggiare  e tentare di migliorarsi utilizzando attrezzi appositamente ideati per loro.

In questo dossier vengono  proposti una serie di articoli che analizzano il legame fra la scienza e lo sport, si cercherà di spiegare, per esempio i limiti fisiologici delle prestazioni agonistiche e i rischi legati all’uso delle sostanze dopanti. In altri articoli verranno analizzate le prossime olimpiadi e come Londra ha cambiato il proprio aspetto urbano per prepararsi a questo attesissimo evento.  


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L’Europa è impreparata per affrontare i rischi climatici

Alluvione

Sebbene l’Europa sia il continente che sta registrando i più rapidi aumenti delle temperature a livello globale, al momento è impreparata ad affrontarne le conseguenze. I rischi climatici minacciano molteplici ambiti: sicurezza energetica e alimentare, gli ecosistemi, le infrastrutture, le risorse idriche, la salute dei cittadini. Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), molti di questi rischi hanno già raggiunto livelli critici, che potrebbero diventare catastrofici in assenza di interventi rapidi. Il report European Climate Risk Assessment (EUCRA) evidenzia come la combinazione tra i pericoli climatici e i pericoli non climatici accresca complessivamente i rischi economici, sociali e ambientali a cui la collettività è esposta. Inoltre, il report mette in luce i collegamenti tra diversi rischi e la loro capacità di diffondersi sia da un settore a un altro sia da una regione all’altra.

Photo by Kelly Sikkema on Unsplash

Il primo marzo scorso l’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) ha pubblicato i risultati della prima valutazione europea dei rischi climatici, European Climate Risk Assessment (EUCRA). Il report evidenzia che le politiche e gli interventi di adattamento adottate in Europa non procedono con la stessa rapidità con cui stanno evolvendo i rischi climatici.