fbpx Il Progetto GuluNap, "impresa eccezionale" | Scienza in rete

Il Progetto GuluNap, "impresa eccezionale"

Primary tabs

Tempo di lettura: 8 mins

Dopo la terribile epidemia di Ebola fui sollecitato nel 2001 a recarmi a Gulu, nel Nord Uganda, per affrontare l’altrettanto micidiale ‘epidemia’ dovuta alla gravissima malnutrizione infantile conseguente alla infierire della guerra fratricida del Lord’s Liberation Army di Joseph Kony con l’abbandono dei villaggi e delle coltivazioni. In pieno clima di guerra, all’Ospedale St.Mary’s di Lacor facemmo fronte a questo problema elaborando e proponendo per l’alimentazione infantile un cibo molto economico, che utilizzava unicamente prodotti locali e che portò nel giro di un anno ad un immediato decremento della mortalità da più del 40% a poco meno del 7%. Questo progetto ‘NUTRICAM’ (cibo salva vita) è stato poi esteso a vari altri centri nel distretto di Gulu. 

In quel momento tuttavia lo stato di salute della popolazione del Nord Uganda, non solo in età pediatrica, era precipitato a livelli inaccettabili, a causa della chiusura di molti distretti ed ospedali ed alla spaventosa mancanza di personale medico. Solo gli ospedali missionari italiani ancora offrivano servizi essenziali, potendo contare su non più di una trentina di medici, spesso a tempo parziale. Sorse perciò la necessità di ‘combattere per la pace’ attraverso progetti di sviluppo che tenessero conto, in prima istanza, anche dei gravissimi problemi sanitari. Insieme con il Prof. Nyeko Pen-Mogi, fondatore della Università di Gulu nel 2002, individuammo nella creazione di una scuola medica un elemento decisivo per risollevare le condizioni della popolazione locale. Nell’anno 2003 fu elaborato un progetto, denominato GULUNAP, per l’istituzione di una Facoltà di Medicina, con il sostegno economico della Cooperazione Italiana, nell’ambito di un accordo quadro dell’Università di Gulu con la Università di Napoli Federico II, sottoscritto dai Rettori Nyeko Pen-Mogi e Guido Trombetti. La Facoltà di Medicina dell’Università di Gulu fu inaugurata il 4 Ottobre 2004, ancora in piena guerra. In questi otto anni la Facoltà di Medicina della Università di Napoli Federico II ha costituito il cuore propulsivo del progetto contribuendo, insieme con altri docenti sia dell’ateneo federiciano che di altre istituzioni del nostro paese, alla formazione degli studenti e di una nuova generazione di docenti ugandesi che ora hanno potuto assumere la responsabilità della conduzione della Facoltà.

Il percorso del progetto GuluNap può essere riassunto nei seguenti punti:

 

Strutture didattiche realizzate:

  • Nel 2004 è stato fatto il recupero strutturale di una ala in rovina dell’ Ospedale Regionale di Gulu. Sono state realizzate 3 aule, un'aula multimediale, la biblioteca, un grande laboratorio di biochimica‐fisiologia, una sala settoria, studi ed uffici.
  • La successiva adeguata collocazione delle strutture didattiche è stata realizzata costruendo  un grande edificio, inaugurato il 23 Gennaio 2010 dall’Ambasciatore Italiano in Uganda. La struttura, denominata ‘Italian Block GULUNAP’ si sviluppa su tre piani con 9 aule, vari laboratori ed una biblioteca.
  • Sono stati riabilitati e sviluppati i reparti clinici e diagnostici dell’ Ospedale Regionale di Gulu, mentre al St. Mary’s Hospital di Lacor è stata realizzata una nuova sede per il Campus Universitario, mediante un finanziamento della Conferenza Episcopale Italiana.
  • Mediante un convenzione pubblico-privato è stato costruita, nella prossimità dell’ ospedale, una Casa dello Studente di 5 piani con più di 150 posti letto. 

Ruolo della Cooperazione Italiana

La Cooperazione Italiana, ha dato, fin dal 2003, un determinante sostegno finanziario  con un fondo di contropartita che ha permesso di fondare la Facoltà. Inoltre la Cooperazione ha sviluppato per gli anni 2007‐2009 un piano integrato per il sostegno della Facoltà di Medicina attraverso il rafforzamento dei due teaching hospitals di Gulu e Lacor e dei distretti sanitari di Amuru e Gulu.

Attrezzature per gli studenti:

Il Progetto ha permesso di costituire una ‘Banca di Libri’ ed attrezzare, in maniera abbastanza adeguata le strutture per lo svolgimento di attività pratiche di Anatomia, Biochimica, Fisiologia, Microbiologia, Semeiotica Clinica, eccetera. 

Gli Studenti

  • Mediante un concorso nazionale vengono ammessi ogni anno, a partire dal 2004, tra 50 e 60 studenti per anno che vengono sostenuti da borse di studio del governo ugandese, di organizzazioni non governative e di privati.
  • Nel gennaio 2010 si sono laureati in Medicina i primi 46 “pionieri” dei 52 iscritti alla Facoltà che ha avuto inizio nel 2004.
  • Nel gennaio 2011 ancora 50 studenti (dei 60 che hanno iniziato nel 2005), hanno conseguito  la Laurea in Medicina. 
  • Nel gennaio 2012 si sono laureati in Medicina 55 studenti su 64 che si sono iscritti nel 2006.
  • Gli studenti hanno ideato e prodotto il ‘Gulu Medical Journal’ attualmente alla sesta edizione ed hanno organizzato il primo Congresso Internazionale di Salute Mentale in Uganda.

Una Facoltà di Medicina tutta Ugandese

Si è venuta sviluppando, nel corso di questi 8 anni, una docenza ugandese composta da circa 30 docenti nelle diverse discipline mediche e biologiche. Il Progetto GULUNAP ed, in seguito la Cooperazione Italiana, hanno permesso la formazione specialistica (Master) di circa 12 giovani laureati in medicina, per posizionarli nella funzione di Lettori nella nuova Facoltà. Sono stati anche realizzati 3 cicli di Dottorato di Ricerca.

I nuovi medici laureati dal 2010 al 2012

Ad oggi la collaborazione GULUNAP ha prodotto 151 nuovi medici in una zona dell'Uganda che, quando il progetto è stato concepito nel 2003, poteva contare su meno di 30 medici in tutta la regione. Questi giovani medici sono stati distribuiti, per il primo anno dopo la laurea, come ‘residents’ in tutte le strutture sanitarie centrali e rurali del paese. Quelli che hanno terminato il tirocinio post laurea di un anno, sono attualmente tutti impegnati attivamente in Uganda. Circa un terzo di questi stanno continuando gli studi per una specializzazione.

Nessuno è andato oltremare. L’Università di Gulu ha servito l'intero paese ugandese (Figura allegata). Ormai in tutto il paese si avverte la presenza di questa messe di giovani medici, preparati e motivati, molti di loro impegnati nello sviluppo e nella trasformazione di intere strutture sanitarie. Due medici hanno fondato una Scuola per Ostetriche ed Infermiere a Kitgum, nell’estremo Nord. Poco meno di una dozzina sono impegnati in programmi di Salute Pubblica, inclusa la pianificazione familiare e la prevenzione dell’ AIDS, della Malaria e della TBC. 

Prospettive per il futuro 

La Facoltà di Medicina di Gulu sta procedendo ad un ritmo incalzante e, per molti aspetti, inatteso e già costituisce una presenza significativa in Uganda.

Gli studenti sono la risorsa più preziosa con il loro entusiasmo, ma anche la coorte dei docenti si sta rafforzando notevolmente. Il futuro prossimo dipende ancora molto dalla collaborazione italiana sia sul piano della metodologia didattica sia sul piano più vastamente culturale ed organizzativo. Infatti ormai è giunta la fase di sviluppare strutture di ricerca e Dipartimenti che possano condurre una attività scientifica significativa attraendo risorse. Si rende dunque necessaria una previsione di continuità dell’impegno formativo post‐laurea, dal momento che tutti i laureati che vorranno ottenere una specializzazione dovranno abbandonare il Nord Uganda per  recarsi nelle città del Sud. Questo potrebbe essere causa di un drammatico drenaggio di risorse umane qualificate, per ottenere le quali è stato messo in opera l’intero progetto.

Nell'ambito di GULU‐NAP MEDICINA si sta programmando lo sviluppo di una fase di formazione post‐laurea attivando master triennali (Specializzazioni) nei settori prioritari della medicina per la popolazione di quella regione. Già in è in opera un percorso di specializzazione in Chirurgia.

Documentazione

  • E’ stato creato un sito web bilingue, che aggiorna e documenta le attività svolte dal Progetto GULU‐NAP MEDICINA.

In conclusione, vorrei riportare due testimonianze:

L’ambasciatore italiano Ballero in una comunicazione al Ministero degli Esteri del gennaio 2011 afferma:

“Il progetto di sostegno alla fondazione ed allo sviluppo di una Facoltà di Medicina nel Nord Uganda, nella città di Gulu’ denominato ‘GULUNAP’ è sorto per offrire una risposta di pace alla terribile guerra fratricida ventennale che ha sconvolto il Nord Uganda. Il Progetto GULUNAP ha raggiunto, in circa 7 anni, risultati del tutto insperati : al gennaio 2011 si sono già laureati 98 nuovi medici che operano in ogni regione del paese con grande impegno. Ritengo che il progetto GULUNAP ha avuto un importante impatto sulla città di Gulu e sulla regione devastata dalla guerra. Pertanto ritengo che il Progetto abbia raggiunto un elevato significato umanitario ben oltre lo specifico contributo all’alta formazione per i seguenti motivi :

- Il progetto è iniziato nel pieno delle difficili situazione di insicurezza e di guerra

- Non è  risultato di ‘donazioni’ o ‘missioni’, bensì da una crescita paritetica tra personale italiano e personale ugandese

- Il progetto ha creato una struttura autonoma che non dipende più dall’aiuto italiano 

Il progetto è stato caratterizzato dalla scelta di mettere al centro il servizio alla Comunità e non la specialità medica. I giovani medici stanno dimostrando attaccamento ed impegno verso le loro comunità e al 2011 nessuno ha lasciato il paese (contro circa il 60% dei laureati in altre facoltà mediche africane)”.

Il Dottor Godson Senyondo, laureato in Medicina a Gulu nel 2010, mi ha inviato lo scorso 28 ottobre 2012 un messaggio in cui mi descrive, con evidente emozione e commozione, lo straziante viaggio di una diciasettenne che soffriva di un’ostruzione del parto e che, dopo varie peripezie, era giunta all’ Memorial Hospital a Kalongo mentre egli era di guardia. Senyondo scrive:

“………ho subito constatato che (la donna) aveva una ostruzione grave del parto da più di 24 ore, aveva sviluppato una grave setticemia ed aveva una lacerazione dell’utero, con un neonato morto.

…………. Abbiamo lottato, io e lei, molte ore sulla soglia della morte.

Akullo è viva, ma , a 17 anni, non potrà avere più bambini. Durante i miei due anni di pratica in diverse aree del Nord Uganda flagellate dalla guerra, ho dovuto essere testimone diretto di un discreto numero di questi incidenti. Madri morte di parto per mancanza di personale medico, pessimo stato dei trasporti che limitano l’accesso alle strutture sanitarie, condizioni di lavoro tali da scoraggiare qualsiasi motivazione negli operatori sanitari.

Queste esperienze hanno aumentato il mio interesse nei problemi di salute pubblica della gente, stimolandomi a dedicare la  vita alla organizzazione sanitaria, all’epidemiologia, alle politiche sanitarie  per valutare le misure più opportune per modificare sostanzialmente lo stato di salute della popolazione.”

Non trovo altre parole per concludere questo mio intervento che danno un senso alla motivazione di “impresa eccezionale di alto valore morale e umanitario” che quest’Accademia ha voluto riconoscere al progetto GULUNAP con il conferimento del Premio Feltrinelli 2012. Un premio che condivideremo anche con questo giovane medico che, con la vita umana che ha salvato, con il suo professato impegno, ci spinge a proseguire a “combattere per la pace”, a “combattere per la vita”! Grazie.

Luigi Greco
 

Direttore del Dipartimento di Pediatria Università di Napoli Federico II
Preside Associato della Facoltà di Medicina - Università di Gulu (Uganda)

 
Articoli correlati

Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Tumore della prostata e sovradiagnosi: serve cautela nello screening con PSA

prelievo di sangue in un uomo

I programmi di screening spontanei per i tumori della prostata, a partire dalla misurazione del PSA, portano benefici limitati in termini di riduzione della mortalità a livello di popolazione, ma causano la sovradiagnosi in un numero elevato di uomini. Questo significa che a molti uomini verrà diagnosticato e curato un tumore che non avrebbe in realtà mai dato sintomi né problemi. Un nuovo studio lo conferma.

I risultati di un nuovo studio suggeriscono che i programmi di screening spontanei per i tumori della prostata, a partire dalla misurazione del PSA, portano benefici limitati in termini di riduzione della mortalità a livello di popolazione, ma causano la sovradiagnosi in un numero elevato di uomini. Questo significa che a molti uomini verrà diagnosticato e curato (con tutte le conseguenze delle cure) un tumore che non avrebbe in realtà mai dato sintomi né problemi.