fbpx Addio all'Italia | Scienza in rete

Addio all'Italia

Primary tabs

Read time: 1 min

Alla fine ha gettato la spugna e, come tanti altri colleghi, ha preso la sofferta decisione di andarsene all'estero. Diversamente da altri, però, che hanno preso la stessa decisione in silenzio, Rita Clementi, 47 anni, genetista dell'Università di Pavia, nota in tutto il mondo per aver scoperto le basi genetiche di alcune forme di  linfoma, ha voluto  trasformare la sua scelta in un'occasione di denuncia del sistema della ricerca in Italia. Con una lettera al presidente Giorgio Napolitano, pubblicata con grande rilievo dal Corriere della Sera, la ricercatrice ha espresso la sua rabbia per un sistema che nega in continuazione i criteri della meritocrazia, mettendo i bastoni tra le ruote a chi vuole lavorare e favorendo perfino chi è stato dichiarato colpevole di frode nei concorsi. «Non è solo questione di finanziamenti» conclude, «ma di un sistema che non danneggia solo i ricercatori precari, ma tutto il Paese e le sue prospettive di sviluppo».

Autori: 
Sezioni: 
Ricerca
Materiali correlati: 

prossimo articolo

Scatti virali, un pericolo per la natura?

Le foto naturalistiche sui social possono essere armi a doppio taglio per la natura. Se da un lato aiutano a sensibilizzare e informare, dall’altro, soprattutto se diventano popolari, possono contribuire a un sovraffollamento in luoghi sensibili, con impatti su piante, animali e habitat protetti. Foto: Tiger Temple, Kanchaniburi, mattmangum/Flickr.

I social sono alleati o amici della tutela della natura? E cosa succede quando un luogo naturale diventa virale sulle piattaforme social? Niente di buono, secondo un articolo dal titolo ironico, Liked to Death ("Piaciuti fino alla morte") pubblicato lo scorso novembre sulla rivista Science of the Total Environment, che punta il dito contro la nostra ossessione per la condivisione di immagini accattivanti online.