fbpx Aggirato il DNA mitocondriale | Scienza in rete

Aggirato il DNA mitocondriale

Primary tabs

Read time: 1 min

Una nuova tecnica potrebbe consentire alle donne portatrici di gravi malattie ereditarie trasmesse attraverso il DNA mitocondriale di concepire figli sani. Nei mitocondri infatti è contenuto materiale genetico di origine esclusivamente materna, nel quale si possono nascondere mutazioni responsabili di gravi malattie muscolari e neurodegenerative, per le quali non esistono a tutt'oggi cure efficaci. «L'ideale sarebbe poter sostituire il DNA mutato nell'ovocita materno» spiega Shoukhrat Mitalipov, dell'Oregon Health and Science University, «ma al momento ciò non sembra fattibile e altre tecniche mirate a trasferire o diluire il citoplasma si sono dimostrate inefficaci o poco sicure. Per questo abbiamo elaborato e sperimentato con successo sui macachi una diversa strategia». Invece di cercare di sostituire il materiale difettoso, Mitalipov e i suoi colleghi hanno preso dalla madre il materiale genetico sano contenuto nei cromosomi e lo hanno trasferendolo nell'ovocita di una donatrice con DNA mitocondriale sano a cui era stato tolto il nucleo. «Trasferendo il materiale genetico quando il fuso mitotico è in metafase II» precisa il ricercatore, «siamo riusciti a ottenere tre piccoli il cui DNA nucleare derivava interamente dalla madre, mentre quello mitocondriale originava dalla donatrice».

Nature pubblicato online il 26 agosto 2009 doi:10.1038/nature08368

Autori: 
Sezioni: 
Riproduzione

prossimo articolo

Contratti per i ricercatori: sciopero contro tagli, precarietà e guerra

grafica di una ricercatrice con manifesto di protesta

In molte città italiane il 12 maggio scorso i precari delle università sono scesi in piazza. È il primo sciopero nazionale ad avere come protagonisti ricercatrici e ricercatori, assegnisti, dottorandi, personale precario. Le richieste: più fondi per garantire posizioni stabili a chi fa ricerca, meno risorse per la guerra. Al centro del dibattito c’è il contratto di ricerca istituito dal governo Draghi in sostituzione degli assegni di ricerca. Contestate le modifiche proposte dal governo.

Torino, Milano, Siena, Bologna, Roma, Palermo, Napoli, Venezia e molte altre città il 12 maggio scorso hanno visto scendere in piazza i precari delle università. È stato il primo sciopero nazionale ad avere come protagonisti ricercatrici e ricercatori, assegnisti, dottorandi, personale precario.