fbpx Biodinamica è più salutare | Scienza in rete

Biodinamica è più salutare

Primary tabs

Read time: 1 min

Le fragole coltivate con metodi biodinamici sono più ricche di antiossidanti e hanno una maggiore attività antiproliferativa rispetto a quelle coltivate con tecniche tradizionali. L’uso di fertilizzanti organici, il rispetto della biodiversità del suolo e la rinuncia a pesticidi chimici induce le fragole a sintetizzare una quantità superiore di molecole bioattive come acido ascorbico e fenoli.

Lo hanno dimostrato alcuni ricercatori dell’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione in collaborazione con altri colleghi dell’Università di Bologna, che hanno anche cimentato gli estratti dei frutti coltivati nei due diversi modi con cellule umane di carcinoma del colon (Caco-2) su cui, oltre all’attività antiossidante, hanno dimostrato anche quella antiproliferativa. Il tipo di coltivazione può dunque influenzare la sintesi e l’accumulo di composti fitochimici, almeno nelle fragole: se ciò sia vero anche per altri vegetali è ancora da appurare.

J Food Science 2010; 75: 94

Autori: 
Sezioni: 
Canali: 
Agricoltura

prossimo articolo

Sesso e genere: a che punto siamo con la rivoluzione?

Negli ultimi trent'anni, la medicina di genere ha compiuto un radicale percorso di trasformazione, passando da un approccio androcentrico a un modello inclusivo che studia le differenze di sesso e genere come determinanti della salute. Con l'adozione di linee guida internazionali, la ricerca medica sta ridefinendo i propri standard, promuovendo un'analisi più completa e intersezionale dei dati sanitari. Nonostante le resistenze e i tentativi di ostacolare questo progresso - come dimostrato dagli attacchi dell'amministrazione Trump alla ricerca scientifica - l'obiettivo rimane costruire un sistema sanitario capace di riconoscere le specificità individuali e combattere le disuguaglianze.

Da quando The Yentl syndrome (1991) della cardiologa Bernardine Healy ha definitivamente sconquassato l’impianto androcentrico della medicina occidentale, illusoriamente “neutro e universale”, gli ultimi tre decenni hanno visto affermarsi l’urgenza di studiare e comprendere come le differenze di sesso e genere influenzino i determinanti medici e non medici della salute.