fbpx Cocche di nonna | Scienza in rete

Cocche di nonna

Primary tabs

Read time: 1 min

Per le nonne i nipoti non sono tutti uguali: la loro vicinanza alle giovani famiglie incide sulla sopravvivenza della prole in maniera diversa se sono genitrici del padre o della madre e se i nipoti sono maschi o femmine. Lo studio condotto dalla bioantropologa Leslie Knapp, dell'Università di Cambridge, in Gran Bretagna, mette fine a un'annosa questione dibattuta da anni sulla ragione evolutiva per cui, solo nella specie umana, le donne più avanti con gli anni sono meno fertili. L'ipotesi, ora confermata, è che la longevità dopo la menopausa sia finalizzata al sostegno delle più giovani. Con una metanalisi dei dati relativi a sette diverse popolazioni di oggi e del passato, la ricercatrice ha confermato che la presenza delle nonne aumenta la sopravvivenza dei nipoti, ma l'effetto è massimo per le nonne paterne in relazione alle nipoti femmine e minimo nei confronti dei maschi, mentre l'azione delle nonne materne è intermedio. Un'osservazione che rispecchia la "parentela genetica", visto che le nipoti femmine hanno tutto il cromosoma X della nonna paterna, mentre i maschi hanno ereditato il loro dalla madre. Ma l'esatto meccanismo con cui ciò si traduce in una predilezione resta tutto da chiarire.

 Proc Royal Soc B pubblicato online il 28 ottobre 2009 doi: 10.1098/rspb.2009.1660

Autori: 
Sezioni: 
Antropologia

prossimo articolo

Ostacolare la scienza senza giovare agli animali: i divieti italiani alla sperimentazione

sagoma di macaco e cane

Divieto di usare gli animali per studi su xenotrapianti e sostanze d’abuso, divieto di allevare cani e primati per la sperimentazione. Sono norme aggiuntive rispetto a quanto previsto dalla Direttiva UE per la protezione degli animali usati a fini scientifici, inserite nella legge italiana ormai dieci anni fa. La recente proposta di abolizione di questi divieti, penalizzanti per la ricerca italiana, è stata ritirata dopo le proteste degli attivisti per i diritti degli animali, lasciando in sospeso un dibattito che tocca tanto l'avanzamento scientifico quanto i principi etici e che poco sembra avere a che fare con il benessere animale.

Da dieci anni, ormai, tre divieti pesano sul mondo della ricerca scientifica italiana. Divieti che non sembrano avere ragioni scientifiche, né etiche, e che la scorsa settimana avrebbero potuto essere definitivamente eliminati. Ma così non è stato: alla vigilia della votazione dell’emendamento, inserito del decreto Salva infrazioni, che ne avrebbe determinato l’abolizione, l’emendamento stesso è stato ritirato. La ragione?