Grandi passi avanti nello studio dell’HIV (Human Immunodeficiency Virus) e nuove speranze nella ricerca di farmaci per la cura dell’AIDS (Acquired Immuno Deficiency Syndrome). L’ultimo numero di Nature ha dedicato la copertina al lavoro del gruppo di Kevin M. Weeks (Università della North Carolina) che è riuscito a ottenere l’intera sequenza del genoma virale e le importanti informazioni racchiuse in esso. Finora era conosciuta solo una parte della sequenza del virus. Il genoma dell’HIV è una singola elica di RNA, ed il virus è presente nelle due varianti HIV-1 (quella studiata da Weeks) e HIV-2. L’importanza di questo lavoro sta nella decifratura completa della sequenza nucleotidica, ma soprattutto nell’analisi della struttura dell’RNA. Oltre a contenere le sequenze per sintetizzare le 15 proteine che servono a costruire la struttura e ad assistere la replicazione del virus, alcune porzione di RNA hanno una funzione più specializzata. E’ stato visto che il genoma di HIV-1 contiene sequenze di RNA “ultra-strutturato” con una funzione regolatoria: servono a codificare giunzioni di natura proteica tra domini di proteine prodotte indipendentemente. Ciò significa che il codice genetico di questo virus ha due livelli di codifica: contiene le sequenze nucleotidiche che vengono tradotte in sequenze amminoacidiche delle proteine, e include le informazioni per la definizione delle strutture proteiche.
Completato il genoma di HIV-1
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I colpi mortali di Trump alle agenzie federali

Trump non perde tempo e licenzia centinaia di scienziati dalle agenzie federali ambientali (soprattutto dalla povera NOAA), taglia fondi e finanziamenti e svuota i siti web. Il disegno è chiaro: se la verità dà fastidio, non resta che eliminarla. Ma forse alcuni anticorpi giudiziari resistono anche in America.
I giornalisti e le giornaliste scientifiche possono confermare: abbiamo le caselle e-mail piene di newsletter (di Science, Nature e compagnia) che elencano giorno dopo giorno la sfilza di impatti negativi di Trump sulla ricerca. La scienza, sul piano comunicativo, non è da tempo più neutrale: prima delle elezioni le riviste più rinomate avevano provato a indirizzare il voto.