Un particolare ceppo di H5N1, responsabile dell'influenza aviaria, lascia i superstiti più suscettibili al morbo di Parkinson negli anni successivi alla guarigione. L'infezione non provoca direttamente la malattia neurologica, ma, determinando un certo grado di degenerazione neuronale, rende gli individui colpiti più suscettibili all'effetto di altri fattori, per esempio sostanze tossiche a livello ambientale.
Un gruppo di ricercatori del St. Jude Children's Research Hospital guidati da Richard Smeyne, memore dell'epidemia di encefalite letargica seguita alla pandemia influenzale del 1918, ha dimostrato l'effetto a distanza dell'influenza aviaria del ceppo A/Vietnam/1203/04 sui topi. Il virus ha determinato nel cervello degli animali un'iperproduzione di alfa-sinucleina, proteina che caratteristicamente si accumula nei malati di Alzheimer e di Parkinson.