fbpx L’omeopatia efficace quanto un placebo | Page 5 | Scienza in rete

L’omeopatia efficace quanto un placebo

Primary tabs

Read time: 2 mins

“Non vi è alcuna prova attendibile sull’efficacia dell’omeopatia”. A suggerirlo è il National Health and Medical Research Council (Nhmrc) in Australia che ha incaricato un comitato di esperti per esaminare studi sistematici sull'omeopatia. I medici australiani hanno esaminato 68 diverse condizioni di salute fra cui asma, nausea, influenza, malaria, Hiv.
I risultati sono molto chiari: il successo delle varie terapie omeopatiche non supera neppure quelle di un placebo. “Nessuno studio di buona qualità e ben costruito, con sufficienti partecipanti e risultati significativi, indica che l'omeopatia abbia prodotto miglioramenti di salute rispetto a una sostanza che non ha affetto sulle condizioni di salute (placebo), o che l'omeopatia abbia prodotto miglioramenti di salute pari a quelli di un altro trattamento”, viene sottolineato nel documento.
L’effetto placebo è ben conosciuto, sostengono gli esperti, e molti tipi di malattie hanno una durata breve anche perché è l’organismo che le cura. E’ quindi facile cadere nella convinzione che l’effetto benefico sia attribuibile anche ai trattamenti alternativi a quelli tradizionali.
“Le conclusioni del Nhmrc sono particolarmente importanti in materia di vaccinazioni, ha spiegato l'immunologo John Dwyer, alla luce di asserzioni pericolosamente fuorvianti di omeopati secondo cui i loro vaccini possono sostituire in modo sicuro le preparazioni standard, scientificamente convalidate”

Parole dure quelle di Dwyer ribadite anche dalla Australian Medical Association (AMA): “L’omeopatia non è una scienza. Non si basa sulla scienza. In molti casi può essere considerata pericolosa e può far rischiare la vita delle persone", afferma Richard Choong di AMA.

Autori: 
Sezioni: 
Medicina

prossimo articolo

Addio a Giancarlo Comi, il clinico che ha rivoluzionato lo studio e la cura della sclerosi multipla

Giancarlo Comi

Il neurologo Giancarlo Comi, scomparso negli scorsi giorni, membro del Gruppo 2003 per la ricerca scientifica, ha rappresentato molto per il mondo scientifico ma anche per quello associativo per il suo straordinario contributo allo studio e il trattamento della sclerosi multipla, e il progressivo coinvolgimento delle persone colpite dalla malattia nella ricerca e nella cura. Pubblichiamo il ricordo del grande clinico da parte di Paola Zaratin, direttrice ricerca scientifica della Fondazione italiana sclerosi multipla, che con Comi ha intrapreso un lungo percorso di collaborazione.

È morto a 76 anni Giancarlo Comi, professore onorario di neurologia all'Università Vita-Saluta San Raffaele e direttore scientifico del progetto Human Brains di Fondazione Prada, scienziato di fama internazionale nel campo delle neuroscienze e delle malattie neurologiche, ed esperto di sclerosi multipla.