Una bocciatura senza appello della omeopatia da parte della Consulta delle società scientifiche per la riduzione del rischio cardiovascolare. "E' importante sottolineare" scrivono i cardiologi "che i medicinali omeopatici non sono stati sottoposti, tranne che in un numero piccolissimo di studi, a prove di questa natura, anche per la "resistenza" del mondo dell'omeopatia, secondo il quale i pazienti non sono raggruppabili in gruppi omogenei, da sottoporre ai trattamenti da confrontare. Dei pochi studi controllati condotti, la maggior parte ha fornito risultati negativi (gli effetti rilevati non sono risultati distinguibili da quelli del placebo). Va anche ricordato che trattamenti del tutto inefficaci possono sembrare superiori al placebo, per motivi puramente casuali, in un limitato numero di casi (fino ad 1 su 20, se si assume come limite di significatività statistica, come è d'uso, un valore del cosiddetto "p" < 0,05)".
Seppure non pericolosi direttamente per la salute, i rimedi omeopatici possono costituire un pericolo indiretto facendo ritardare l'uso dei farmaci efficaci. Pericolosità anche culturale, quello dell'omeopatia, che fa passare per metodi scientifici pratiche del tutto prive di fondamento quali le dosi infinitesime e la dinamizzazione. Ultima questione, quella del costo dei medicinali omeopatici che, se "pur inferiore a quello dei farmaci più moderni, è del tutto ingiustificato alla luce dell’irrilevante costo dei principi attivi impiegati e dell’assenza di una ricerca significativa nel settore".